reiver
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domenica 12 aprile 2009
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no,no,no..."il padrino" ridoppiato?????
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Stavolta sarò molto breve.Il voto è per non rovinare la media di questo splendido film.Succede però che in questi giorni Sky sta facendo passare in continuazione i tre Padrini,e allora,sebbene io li conosca a memoria,una sera ho buttato un'occhiata.Quando ho sentito la voce di James Caan ho avuto un sobbalzo...Poi ha parlato Pacino e allora mi sono stropicciato gli occhi e poi le orecchie (si può fare?eh eh eh)...Quando ho sentito Talia Shire e Diane Keaton ero come quei pugili su cui è inutile infierire:ero completamente "groggy",cioè al tappeto,k.o.,privo di sensi,rimbecillito.No,no,fate tutto ma non questo:date l'Oscar a Gigi D'alessio,fate il remake di "Scarface" mettendo come protagonista Massimo Boldi,fate in modo che Eva Mendes reciti vestita.
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Stavolta sarò molto breve.Il voto è per non rovinare la media di questo splendido film.Succede però che in questi giorni Sky sta facendo passare in continuazione i tre Padrini,e allora,sebbene io li conosca a memoria,una sera ho buttato un'occhiata.Quando ho sentito la voce di James Caan ho avuto un sobbalzo...Poi ha parlato Pacino e allora mi sono stropicciato gli occhi e poi le orecchie (si può fare?eh eh eh)...Quando ho sentito Talia Shire e Diane Keaton ero come quei pugili su cui è inutile infierire:ero completamente "groggy",cioè al tappeto,k.o.,privo di sensi,rimbecillito.No,no,fate tutto ma non questo:date l'Oscar a Gigi D'alessio,fate il remake di "Scarface" mettendo come protagonista Massimo Boldi,fate in modo che Eva Mendes reciti vestita...Insomma tutto si può digerire tranne che vedere,anzi sentire,il mio adorato "Padrino" con una "voce" che non è la sua.Io vorrei sapere chi è il buontempone che ha avuto questa idea.Insomma,ci deve essere un limite alla demenza:se io domani mi introduco al Louvre e tingo i capelli della Gioconda di biondo non commetto forse un crimine?Vorrei dire parolacce in sequenza ma non le dico per non essere censurato...Mentre scrivo queste cose alcuni italiani,e alcuni miei cari amici,hanno problemi molto più grossi da affrontare;infatti il tono del mio intervento è semiserio.Però mi chiedo perchè se io,come cittadino prima ancora che come professionista,deturpo un edificio considerato "storico" (zone "A" dei Piani REgolatori,che contengono spesso ciofeche inguardabili) incorro in gravi problemi,mentre un'opera d'arte immortale può essere rovinata senza ritegno e senza conseguenze.Meno male che ho già il DVD vecchio...
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gene
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domenica 27 novembre 2005
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il padrino: il film!
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Il Padrino si pone nella storia del cinema come un pietra miliare. Un capolavoro a cui tendere, da cui apprendere un modo di fare cinema oggi, ahimè abbandonato. L'elemento di fondo, ciò che permea tutta la trilogia, è la PASSIONE! Una passione viscerale del regista verso la sua creatura, una passione incondizionata da parte di un cast di attori senza precedenti nella storia ( brando, pacino, duvall, de niro, keaton, cazale), una passione eccezionale da parte dello scrittore che ha fornito la trama del film. Il curatissimo cofanetto del film, fornisce l'opportunità di vedere la trilogia, 9 ore di cinema, tutte commentate, scena per scena, dal regista, francis ford in persona! Ebbene, da quei commenti, che consiglio a tutti, emerge l'amore, perchè di questo si tratta, che il regista ha riversato nel film.
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Il Padrino si pone nella storia del cinema come un pietra miliare. Un capolavoro a cui tendere, da cui apprendere un modo di fare cinema oggi, ahimè abbandonato. L'elemento di fondo, ciò che permea tutta la trilogia, è la PASSIONE! Una passione viscerale del regista verso la sua creatura, una passione incondizionata da parte di un cast di attori senza precedenti nella storia ( brando, pacino, duvall, de niro, keaton, cazale), una passione eccezionale da parte dello scrittore che ha fornito la trama del film. Il curatissimo cofanetto del film, fornisce l'opportunità di vedere la trilogia, 9 ore di cinema, tutte commentate, scena per scena, dal regista, francis ford in persona! Ebbene, da quei commenti, che consiglio a tutti, emerge l'amore, perchè di questo si tratta, che il regista ha riversato nel film. Parlo di cura dei dettagli, parlo di uno chef che cura la sua migliore portata da far recensire ai critici, con la più totale attenzione agli ingredienti, alla cottura, a tutto ciò che fà di una creazione un'opera d'arte. Perchè di arte si tratta quando si parla del Padrino. Cosa occorre ad un film per essere un capolavoro? Semplice, una grande sceneggiatura, un grande regista, un grande cast. Presto detto, un romanzo splendido di Puzo, un regista sopraffino che poi si confermerà con Apocalypse, e un cast compsto dalla divinità del cinema Marlon Brando (Pacino dirà di lui: "recitare con Marlon era come recitare con Dio", che detto da Pacino è un pò come sentire Baggio dire: " giocare con Maradona era come giocare con Dio"); Al Pacino, che se Brando era Dio, può essere considerato senza blasfemia, il figlio; Robert De Niro, sicuramente un figliastro di Dio restando al gioco; un Robert Duvall magistrale, Diane Keaton splendida, Cazale azzeccatissimo, ma come scordare James Caan e tanti altri! E' un capolavoro perchè fornisce un quadro fedelissimo della realtà di quegli anni, crea un atmosfera ed un convogimento unici, che fanno parteggiare per i "cattivi" che lo spettotore è indotto a vedere come amici, quasi famigliari! Insomma, musiche di Rota e del padre di Coppola, eccezionali, ambientazioni perfette, ricostruzioni storiche ineccepibili! Che dire, un film che non invecchia mai, un film da rivedere allo sfinimento, da gustare quasi come un passito siciliano, o uno zibibbo con i biscotti!
Film sublime, che è rimasto ineguagliato, e al pari dei capolavori geniali di Kubrick, si colloca ai vertici dei film di ogni tempo!
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reiver
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domenica 4 gennaio 2009
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il "mio" film
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"Il padrino" è il mio film preferito,in assoluto.E' come il goal di Giggs contro l'Arsenal (1999) o quello di Falcao contro il Colonia (1983),è come il pallonetto di Lendl contro McEnroe al Roland Garros (1984).E' un progetto fatto con un solo colpo di matita;è come quando ti svegli dieci minuti prima perchè sai già che sarà una giornata fantastica,o come quando hai conquistato la ragazza che ti piace...nè prima nè dopo,esattamente quel momento.E' la pineta dell'Etna quando c'è la nebbia e piove;è come quando non c'è bisogno di parlare perchè uno sguardo dice tutto;è una ragazza con una bellissima testa (lo strepitoso inizio del film) e dei bellissimi piedi (il più bel finale della storia del cinema),e tutto quello che c'è in mezzo è meglio ancora.
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"Il padrino" è il mio film preferito,in assoluto.E' come il goal di Giggs contro l'Arsenal (1999) o quello di Falcao contro il Colonia (1983),è come il pallonetto di Lendl contro McEnroe al Roland Garros (1984).E' un progetto fatto con un solo colpo di matita;è come quando ti svegli dieci minuti prima perchè sai già che sarà una giornata fantastica,o come quando hai conquistato la ragazza che ti piace...nè prima nè dopo,esattamente quel momento.E' la pineta dell'Etna quando c'è la nebbia e piove;è come quando non c'è bisogno di parlare perchè uno sguardo dice tutto;è una ragazza con una bellissima testa (lo strepitoso inizio del film) e dei bellissimi piedi (il più bel finale della storia del cinema),e tutto quello che c'è in mezzo è meglio ancora...Sì.Io non pretendo di attribuirmi speciali virtù che mi consentano di stabilire quale sia il miglior film di tutti i tempi;"Quarto potere"?"Otto e mezzo"?"2001 odissea nello spazio"?"L'uomo di Aran"?Tutti capolavori...Ma il miglior film della MIA storia è sicuramente "The Godfather".Badate bene,io non scindo neppure il primo capitolo della saga dal secondo:so bene che si tratta di due film distinti e separati,ma questo vale per tutti gli altri,non per me.Io li considero due stagioni diverse dello stesso anno,sono "primavera" e "autunno"...So bene anche che non bastano la regia straordinaria di un uomo capace di reinventare il cinema partendo dal passato,una sceneggiatura ed un montaggio perfetti (basta vedere lo sceneggiato "La saga del Padrino" per verificare tutto ciò),l'interpretazione mostruosa di Marlon Brando,il clamoroso esordio in serie A di Al Pacino (suo erede riconosciuto),un cast di semisconosciuti capaci di cambiare il volto al cinema americano (John Cazale,James Caan,Robert Duvall,Talia Shire,Diane Keaton),una colonna sonora struggente firmata da Nino Rota,non bastano dicevo queste cose a giustificare il mio amore per questa pellicola. Perchè quando tra centinaia di film che piacciono se ne sceglie uno ci deve essere un motivo che va oltre le qualità intrinseche dell'opera,ci deve essere qualcos'altro,qualcosa che colpisce nel profondo...Nel mio caso il motivo è semplice:ogni volta che lo guardo io vedo un pezzo della mia vita e del mio essere siciliano.Mi si potrà obiettare:che c'entri tu con la mafia?Beh,per fortuna niente.In realtà però "Il padrino" è come un'aragosta che sotto la dura corazza del mafia-movie nasconde una riflessione profonda sulla Sicilia,su un tipo di società e su legami familiari che apparivano consolidati e che invece il tempo ha corroso irrimediabilmente;io non subisco,com'è normale che sia,il fascino perverso della figura del criminale,ma rimango attonito per come Puzo e Coppola sono riusciti a rappresentare lo spirito della sicilianità,tutto il bene e tutto il male che essa rappresenta.Non c'è un solo frammento della pellicola dove la visione amara e nostalgica assieme della Sicilia non esca fuori,tanto che per molto tempo mi sono chiesto se questo film poteva essere veramente capito da chi non è nato nella mia isola...La tragedia dei Corleone è rappresentativa della storia tormentata di un mondo per molto tempo impermeabile ai cambiamenti che cade in frantumi quando cerca di esportare all'esterno le sue contraddizioni interiori;in questo senso l'ultima,magica sequenza dice tutto.Lo sguardo costernato della Keaton,la porta che si chiude,le fantastiche note partorite da Rota...E un brivido che mi scuote,mentre partono i titoli di coda.
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playboy matt
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domenica 1 aprile 2007
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il padrino parte i
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Quando l'immaginario collettivo trae spunto da una pellicola cinematografica ed essa ritrae un mondo così poco conosciuto quale quello della malavita mafiosa in maniera tanto fedele da costruirne uno spaccato magistrale, il termine che più si adatta è capolavoro. Francis Ford coppola dirige grazie all'eccezionale sceneggiatura di Mario Puzo una pellicola che con merito è entrata a far parte della storia del cinema. Il cast di cui si circonda è senza dubbio stellare:
Al Pacino, Marlon Brando, James Caan, Robert Duvall, Talia Shire, Diane Keaton. La messa in scena è magniloquente. Coppola ricostruisce la saga familiare dei Corleone inserendola in un contesto storico ben delineato. La mano sicura del regista non teme di girare con pacata lentezza e fermezza scene che al giorno d'oggi verrebbero liquidate con un montaggio più serrato.
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Quando l'immaginario collettivo trae spunto da una pellicola cinematografica ed essa ritrae un mondo così poco conosciuto quale quello della malavita mafiosa in maniera tanto fedele da costruirne uno spaccato magistrale, il termine che più si adatta è capolavoro. Francis Ford coppola dirige grazie all'eccezionale sceneggiatura di Mario Puzo una pellicola che con merito è entrata a far parte della storia del cinema. Il cast di cui si circonda è senza dubbio stellare:
Al Pacino, Marlon Brando, James Caan, Robert Duvall, Talia Shire, Diane Keaton. La messa in scena è magniloquente. Coppola ricostruisce la saga familiare dei Corleone inserendola in un contesto storico ben delineato. La mano sicura del regista non teme di girare con pacata lentezza e fermezza scene che al giorno d'oggi verrebbero liquidate con un montaggio più serrato. E sta tutta qui la padronanza del mezzo. Si vede subito che coppola ha intenzione di girare un kolossal, mica un film qualsiasi. Cosa notevole se pensiamo che all'epoca il giovane coppola era quasi uno sconosciuto. L'intera sequenza di apertura dimostra come l'intenzione del regista sia quella di non tralasciare nessuno degli aspetti più nascosti di un certo mondo criminale. Le straordinarie musiche di Nino Rota proiettano poi il padrino nel firmamento delle opere immortali. Quasi 3 ore di film con brando e Pacino che strappano applausi.
Il pubblico apprezza e la academy non è cieca: il padrino vince 3 oscar (miglior film - migliore sceneggiatura - miglior attore protagonista) . Correva l'anno 1972.
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rocky
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sabato 10 settembre 2005
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la saga di >michael
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Film del 1972 che inaugura la saga dei Corleone di New York (seguiranno Il Padrino parte II e Parte III).
Trama avvinghiata sulle storie personali dei componenti la famiglia, destinate a cedere dinanzi alla "Storia", alle scelte indiscutibili della Famiglia, alla saga dei Corleone che non può trovare contrattempi di alcun genere.
I personaggi della vicenda, da Don Vito (Brando), boss ormai in fase calante, ai suoi tre figli, Michael (Pacino), Sonny (Caan), Fredo (Cazale), alla fine, quando il vecchio viene gravemente ferito in un attentato, diventeranno uno solo: Michael, eroe di guerra e avvocato, che il patriarca avrebbe voluto tener lontano dagli affari, che invece deciderà di prendere in mano le redini della famiglia.
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Film del 1972 che inaugura la saga dei Corleone di New York (seguiranno Il Padrino parte II e Parte III).
Trama avvinghiata sulle storie personali dei componenti la famiglia, destinate a cedere dinanzi alla "Storia", alle scelte indiscutibili della Famiglia, alla saga dei Corleone che non può trovare contrattempi di alcun genere.
I personaggi della vicenda, da Don Vito (Brando), boss ormai in fase calante, ai suoi tre figli, Michael (Pacino), Sonny (Caan), Fredo (Cazale), alla fine, quando il vecchio viene gravemente ferito in un attentato, diventeranno uno solo: Michael, eroe di guerra e avvocato, che il patriarca avrebbe voluto tener lontano dagli affari, che invece deciderà di prendere in mano le redini della famiglia.
Da un quarto di film in poi, da quando cioè, anticipando e definendo i contorni della seconda parte della saga, il film si concentra pressochè interamente su Michael, dalla sua prima dimostrazione di coraggio nell'impedire un ulteriore agguato al padre in ospedale (prova che nasconde peraltro una personalità ancora in bilico, manifestazione più di amore verso il padre che di "arruolamento" già effettivo all'organizzazione), alla vendetta effettuata dall'ormai uomo d'onore in pectore verso gli attentatori del padre-Padrino (spietato duplice omicidio in un locale della Grande Mela), alla fuga, al ritorno definitivo dopo il massacro del fratello Sonny, erede designato da Don Corleone a governare la famiglia ed alla presa di possesso effettivo del comando, il magnifico film di Coppola diventa il ritratto del figlio minore che nessuno avrebbe mai vaticinato al comando della cupola. Da quì in poi emerge la "morale" di Michael, che non esiterà ad abbandonare una prevedibile brillanre carriera professionale, per esercitare professione di fede e sacrificio alla famiglia, pronto a puntellarla, a rafforzarla, riorganizzarla.
L'antieroe del film e dunque vero eroe, realmente reale, che fissa sempre negli occhi i propri interlocutori per donare a ciascuno "la perla" più appropriata: siano auguri o condanne a morte.
L'eroe negativo che in una memorabile scena del film, dopo avere ordinato l'uccisione del cognato-traditore e scardinato l'ennesimo complotto, dinanzi ai disperati pianti di accusa della sorella ed alla richiesta di chiarimenti della propria consorte, consente a quest'ultima di porre a se stesso la domanda sulla verità dell'assassinio, chiarendo che tale accesso "alle attività" della famiglia non verrà comunque mai più consentito a lei, moglie del boss.
E dopo tale promessa di verità, la menzogna che "no, io non c'entro con l'assassinio di mio cognato".
Anche in quella sola occasione, consentita da egli stesso, la verità non verrà dunque rivelata a chi non appartiene alla "famiglia", in un gioco di trame dove il segreto non rivelato può anche essere interpretato come tutela della famiglia stessa, paura di perdere la fiducia della propria donna, amante non amata, madre dei suoi figli.
Film intenso e di forte emozioni, costruito su lunghi primi piani e piani ravvicinati, alla costante ricerca del non detto, presupposto e conseguenza insieme del detto.
Film dove la sorpresa non è sorpresa ma rispetto delle regole, riaffermazione dell'onore violato. Film anche di grandi ricostruzioni sceniche (la Sicilia dell'immediato dopoguerra dove un Michael in fuga sposa una fanciulla di umili origini).
Nell'opera nessuna scena sfora o trabocca: ciascuna di esse presupposto della successiva e logica conseguenza della precedente.
Grande film, arrivato in Italia, non si scordi, in un'epoca (primi anni '70) dove la Mafia esisteva ma ancora non era di comune e facile conoscenza.
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il cinefilo
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lunedì 28 giugno 2010
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una pietra miliare del cinema americano
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TRAMA:Il film racconta le vicende di una famiglia mafiosa italo-americana e "governata" dal boss don Vito Corleone(il grande Marlon Brando)che gestisce i suoi"affari"attraverso omicidi,ricatti e vendette ma organizzati sempre con attenzione e astuta "prudenza" fino a quando non salirà al comando il figlio Micheal(Al Pacino)...RECENSIONE:Francis Ford Coppola dirige con questo primo capitolo della trilogia(le prime due parti sono memorabili ma il terzo lascia a desiderare)un grande e appassionante dramma dalle tonalità narrative incredibilmente e fascinosamente cupe che sembrano ispirate direttamente ai grandi drammi storici di William Shakespeare(specialmente nella raffigurazione intensa e profonda che lega Vito Corleone ai suoi figli).
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TRAMA:Il film racconta le vicende di una famiglia mafiosa italo-americana e "governata" dal boss don Vito Corleone(il grande Marlon Brando)che gestisce i suoi"affari"attraverso omicidi,ricatti e vendette ma organizzati sempre con attenzione e astuta "prudenza" fino a quando non salirà al comando il figlio Micheal(Al Pacino)...RECENSIONE:Francis Ford Coppola dirige con questo primo capitolo della trilogia(le prime due parti sono memorabili ma il terzo lascia a desiderare)un grande e appassionante dramma dalle tonalità narrative incredibilmente e fascinosamente cupe che sembrano ispirate direttamente ai grandi drammi storici di William Shakespeare(specialmente nella raffigurazione intensa e profonda che lega Vito Corleone ai suoi figli).
Il film in questione,infatti,si potrebbe definire a tutti gli effetti una grande tragedia Shakesperiana trasportata negli anni trenta e applicata al mondo della criminalità organizzata.
Francis Ford Coppola,probabilmente,non era molto interessato a realizzare un film il cui perno risiedesse nella struttura organizzativa della mafia(il sistema mafioso nelle varie organizzazioni è,al giorno d'oggi,tragicamente molto più infiltrato a livello politico e economico di quanto non lo fosse sessant'anni fà anche se il film è stato realizzato nel 1972)quanto prevalentemente su una seria riflessione riguardante i valori della famiglia(unità,affetto e rispetto)ma in cui la sceneggiatura(scritta insieme all'autore del romanzo Mario Puzo)tende a sottolineare come questi valori possano essere distrutti o "avvelenati" dalla brutalità di quel "universo"(la mafia)che disprezza la legge e il valore della vita umana.
IL PADRINO è uno di quei film che un buon cinefilo non dovrebbe assolutamente perdersi e merita,a buon diritto,di potersi classificare tra i 100 migliori film americani di sempre.
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hollywood stefano
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martedì 30 ottobre 2007
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un film che ha cambiato il cinema
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Quello di Coppola non sono io a scoprirlo è un autentico capolavoro della cinematografia statunitense.Il Padrino non è altro che un affresco della società italo-americano non della mafia. Coppola ci tramsette quel suo senso di mantenimento delle tradizioni quel senso di famiglia che trasuda da ogni inquadratura. Certo Il Padrino è un film serio ed ha un cast di prim'ordine: Brando,Pacino,Duvall,Caan,Keaton.Ogni personaggio che il regista vuol descrivere viene ottimamente interpretato dagli attori.Il film vuole marcare (come poi tutta la trilogia) quel passaggio di consegne da Brando a Pacino per poi andare a Garcia nel terzo episodio. Il riciclo anzi il ciclo della famiglia.Il Padrino ruota tutt'attorno alla famiglia.
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Quello di Coppola non sono io a scoprirlo è un autentico capolavoro della cinematografia statunitense.Il Padrino non è altro che un affresco della società italo-americano non della mafia. Coppola ci tramsette quel suo senso di mantenimento delle tradizioni quel senso di famiglia che trasuda da ogni inquadratura. Certo Il Padrino è un film serio ed ha un cast di prim'ordine: Brando,Pacino,Duvall,Caan,Keaton.Ogni personaggio che il regista vuol descrivere viene ottimamente interpretato dagli attori.Il film vuole marcare (come poi tutta la trilogia) quel passaggio di consegne da Brando a Pacino per poi andare a Garcia nel terzo episodio. Il riciclo anzi il ciclo della famiglia.Il Padrino ruota tutt'attorno alla famiglia. Sulla trama non c'è nulla da dire un film di mafia classico ma che è stato reso indimenticabile e leggendario dagli attori.In fin dei conti sono loro che fanno la differenza: la scena in cui si capisce l'immensità di Marlon Brando è quella in cui gioca con il nipotino e poi muore. Una scena commovente che pone fine a un mito quello di Don Vito,fine nel senso terreno perchè Marlon Brando ha fatto si che il mito di Don Vito Corleone non avrà mai fine. Coppola forse non sarà il miglior regista ma sicuramente film come i suoi non gli ha fatti nessuno,in un decennio ci ha regalato 3 autentici capolavori Il Padrino I e II e Apocalypse Now.Come tutti anche lui ha fatto dei "filmetti" ma rispetto a molti ha scolpito tre opere d'arte su pellicola a breve distanza. Va citato Al Pacino che in fondo è il vero protagonista della saga e che anche lui ci regala un Padrino più umano nel primo capitolo, uno più spietato nel secondo e uno pentito e religioso nell'ultimo. Anche a lui tocca la morte e quella sequenza è rimasta storica come tutta la trilogia pluripremiata dall'Academy.
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nicolò
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lunedì 30 aprile 2007
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coppola dirige un affresco magistrale
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Dal romanzo (1969) di Mario Puzo, la 1a parte della saga della famiglia mafiosa Corleone, emigrati siciliani in America, il cui capo è Vito Corleone (M. Brando) che per il suo enorme potere è chiamato “Don”. Alla sua morte, nel 1945, prende il suo posto il figlio Michael (A. Pacino), coraggioso ex eroe di guerra ed avvocato. Madornale successo di pubblico per quello che è un indiscusso capolavoro del cinema, primo di una saga che fece risplendere nel firmamento di Hollywood il magistrale Brando e lanciare Pacino, inquietante e al tempo stesso bravissimo. Tutto in questo film è passato alla storia: il cast stellare, la sequenza finale del battesimo in cui la festeggiata è nientemeno che Sofia Coppola, figlia del regista, il tema musicale di Nino Rota, la “cultura” mafiosa, gli ambienti siciliani.
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Dal romanzo (1969) di Mario Puzo, la 1a parte della saga della famiglia mafiosa Corleone, emigrati siciliani in America, il cui capo è Vito Corleone (M. Brando) che per il suo enorme potere è chiamato “Don”. Alla sua morte, nel 1945, prende il suo posto il figlio Michael (A. Pacino), coraggioso ex eroe di guerra ed avvocato. Madornale successo di pubblico per quello che è un indiscusso capolavoro del cinema, primo di una saga che fece risplendere nel firmamento di Hollywood il magistrale Brando e lanciare Pacino, inquietante e al tempo stesso bravissimo. Tutto in questo film è passato alla storia: il cast stellare, la sequenza finale del battesimo in cui la festeggiata è nientemeno che Sofia Coppola, figlia del regista, il tema musicale di Nino Rota, la “cultura” mafiosa, gli ambienti siciliani. Anche se vederlo e apprezzarlo non significa stare dalla parte della malavita. Ebbe 3 Oscar: film, regia, M. Brando.
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raffa91
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giovedì 16 agosto 2007
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indiscutibile capolavoro
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l'interpretazione di Al Pacino e di Marlon Brandon sono straordinarie e Coppola è stato superlativo nel mettere su pellicola il best seller di Puzo. Sono però in disaccordo con la definizione "inutile" riguardo il terzo. Io credo che il terzo non sia affascinante e non ti prenda come i precedenti ma ha un finale(la morte della figlia di michael all uscita del teatro)e l ' interpretazione di Andy Garcia che meritano.Io do una sufficienza piena al terzo! bravo Coppola!!
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(di chiara)
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tony montana
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martedì 7 dicembre 2010
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il più grande film di mafia mai realizzato
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Nell'America degli anni Quaranta, un potente boss mafioso di origine siciliana, Vito Corleone, festeggia il matrimonio della figlia e intanto coordina l'attività della sua organizzazione criminosa. Legato all'immagine di una vecchia mafia onorata, rifiuta la proposta di allearsi con un altro clan, allo scopo di garantirsi il controllo del traffico della droga. Ciò scatena una guerra senza esclusione di colpi tra famiglie rivali, nella quale ha modo di distinguersi il giovane figlio, che riceve dal padre l'investitura a succedergli.
Il film di mafia più famoso della storia del cinema. E non a torto. Un impressionante affresco di cosa davvero succede all’interno di un’importante famiglia mafiosa, dipinto senza romanticismi e con la giusta dose di crudezza.
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Nell'America degli anni Quaranta, un potente boss mafioso di origine siciliana, Vito Corleone, festeggia il matrimonio della figlia e intanto coordina l'attività della sua organizzazione criminosa. Legato all'immagine di una vecchia mafia onorata, rifiuta la proposta di allearsi con un altro clan, allo scopo di garantirsi il controllo del traffico della droga. Ciò scatena una guerra senza esclusione di colpi tra famiglie rivali, nella quale ha modo di distinguersi il giovane figlio, che riceve dal padre l'investitura a succedergli.
Il film di mafia più famoso della storia del cinema. E non a torto. Un impressionante affresco di cosa davvero succede all’interno di un’importante famiglia mafiosa, dipinto senza romanticismi e con la giusta dose di crudezza. Cupo, violento e fedelmente tratto dall’omonimo romanzo di Mario Puzo, che – pare evidente – ha avuto più d’una occasione per documentarsi, Il Padrino è un film cui non si può resistere per un semplice motivo: crea la tensione man mano che procede; ci permette di conoscere i personaggi prima che gli eventi si sviluppino, in modo da meglio apprezzarne i caratteri e quindi sentirli più vicini a noi quando si trovano finalmente in azione. Nonostante il titolo, non si può dire che il Padrino sia il vero protagonista del film. Certo è lui la pietra attorno alla quale viene costruita tutta la vicenda, ma in realtà la storia si concentra maggiormente sulle “imprese” del figlio minore Michael (Al Pacino), un ex marine appena rientrato dalla Seconda Guerra Mondiale che nel corso del film è costretto a crescere e diventare un uomo totalmente diverso da com’era all’inizio, un uomo che mai avrebbe voluto diventare, e che non a caso sarà poi il protagonista dei due seguiti cinematografici firmati da Coppola nel 1974 e nel 1990. Ovviamente Marlon Brando (Oscar, non a caso) giganteggia su tutto e tutti, ma la solidità degli altri personaggi è tale da riuscire a farli camminare da soli anche con questa ingombrante ombra sulla testa. E gli attori – tutti, anche quelli sulla carta fuori parte – offrono un’ottima prova, contribuendo in maniera decisiva in quello che è il miglior film della carriera registica di Francis Ford Coppola.
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