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La vicenda è degli anni '20, eppure anche per chi è nato negli anni '60 Girolimoni non è un cognome qualsiasi, è un insulto. Forse non sono l'unico ad aver scoperto proprio da questo film che l'insulto non è pertinente perché Gino Girolimoni fu vittima di un errore.
Non si trattò di un errore giudiziario, tecnicamente, perché non fu processato: la giustizia rinunciò al processo perché l'errore era marchiano e non c'era bisogno di giudicarlo. L'errore, o forse la montatura, era stata a livello di indagini di polizia. Nessuno costruì prove false ma i veri indizi, insignificanti, false interpretazioni di azioni comuni, furono considerati in maniera subdola.
L'errore nelle indagini costò a Girolimoni alcni mesi di carcere preventivo ma un altro errore gli fruttò la fama vitalizia, quello della convinzione della gente. Se è vero che una particolare situazione politica non permise allora di pubblicare un insuccesso miserevole della polizia è vero anche che la folla desidera avere la convinzione di sicurezza, pur erronea, prendendo un coplevole purché sia. Guardiamo il film ed impariamo dalla storia perché nessuno di noi è immune.
Il film è ben fatto, non un capolavoro ma merita riguardo per l'importanza del tema sociale.
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