"Il était une fois un flic"("C'era una volta un commissario", nella traduzione, ma in francese è ben più efficace, dato che"flic"designa il poliziotto tout court, senza se e senza ma, anzi con una connotazione anche non proprio molto benevola..., essendo espressione gergale), sceneggiato dallo stesso regista Lautner con Francis Weber(quello di"L'emmerdeur"-"Il rompiballe"e de"La cage aux folles"-"Il vizietto")è un combinato diposto tra violenza, non gratuita, però, anzi"narrata"-"mostrata"-"smontata"(appunto una"diegesi marcata"), evidenziando la figura di un"flic"duro quando necessario, con il fisico marcato(anche quello)di Michael Constantin, quasi evidenziato à la Lombroso(fronte bassa, orecchie a"sventola"), commissario in incognito nel film, che fa il duro ma in realtàù ha il cuore tenero, creandosi alla fine una famiglia , con una donna e il bambino figlio della stessa; ma non è un banale"happy end", attenzione, bensì un"happy end"accennato-narrato, mai esibito. Tuttora un film che mostra la Francia, certo quella anni Settanta, evidenziando limiti della polizia(i pestaggi dei supposti colpevoli), suoi indubbi meriti, lotta-collaborazione-competizione con le altre polizie(quella USA, ovviamente, in primis), varie altre cose, come la difficoltà di mettersi in un altro ruolo(qui, quello del fratello ucciso, che era un boss del traffico di droga), di nascondersi, ma anche poi di"rivelarsi"al momento più opportuno, di...giocare con il ruolo, anzi i ruoli, sempre a seconda di quanto richiesto situazionalmente. Decisamente efficace tutto, dall'interpretazione(Constantin, ancora una volta, Lonsdale, ma anche i"comprimari"), in un film apparentemente molto"macho", ma che invece opportunamente svela tutte le defaillances del machismo, mostrando la tenerezza che si cela dietro la"scorza dura". Film efficace, di notevolissima tessitura registica come di scrittura, dove bisogna osservare come un regista-autore come Georges Lautner scrivesse, contrariamente a quanto ritenevano(diremmo)vari critici dell'epoca, pagine di storia del cinema assolutamente irripetibili, peraltro tenendo contro della lezione critica, appunto a livello di diegesi, di un Jean-Luc Godard. El Gato
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