Questo atipico lavoro di Georges Lautner si discosta un po' dal suo standard abituale. Infatti il regista, con Jean Gabin e anche Belmondo, ci ha regalato alcuni "polar" di qualità sopra la media, con trame intriganti e personaggi cesellati in maniera sopraffina, film degni del miglior cinema francese. Qua volutamente tutto è più leggero, la sceneggiatura lo impone e lui non forza la mano più di tanto, aiutato da due interpreti spigolosi ma molto affiatati. Michel Constantin nei panni di un commissario deciso ad arrestare un grosso trafficante di droga e lei, la splendida Mireille Darc, nel ruolo di una giovane vedova di un poliziotto assassinato che si presta per la rischiosa indagine. Tra un morto e l'altro c'è comunque tempo per siparietti con battute divertenti e battibecchi tra lui e lei, anche se le sequenze più esilaranti le regalano i due maldestri e imbranati poliziotti in servizio a Nizza. La storia è tuttavia credibile e i personaggi di contorno non sfigurano affatto, come i due killer molto ben organizzati e il solito grande professionista Michael Lonsdale, a suo agio in qualsiasi ruolo. Michel Constantin è bravo e Mireille Darc, ai tempi del suo massimo successo, bellissima e sensuale dalla prima all'ultima scena. Comunque il film è arricchito da un'altra presenza femminile di tutto rispetto, anche se ricopre un ruolo marginale e piuttosto breve. Si tratta di Phillys Major, quotatissima modella dell'epoca, che impersona Marianne Halifax, la giovane compagna del maturo Lopez, equivoco personaggio della malavita nizzarda, che viene assassinato una domenica mattina a Mentone: questo delitto darà il via all'indagine del commissario per incastrare un noto boss della droga da sempre sfuggito alla giustizia. La bellezza di questa modella e attrice è davvero notevole e avrebbe meritato un ruolo più importante, anche se la lunga sequenza che la vede protagonista è una delle cose più intriganti del film. In seguito divenne moglie del noto cantante Jackson Browne. L'ambientazione in Costa Azzurra aiuta ogni situazione, specialmente nelle scene di fughe e inseguimenti. Un po' fuori luogo la scena che vede i due affiatati killer ubriacarsi e cantare ad alta voce in un bar in pieno giorno, ma come già detto qua tutto è meno ricercato del consueto standard di Lautner. Il bel finale è poi prevedibile fin dall'inizio, quasi scontato, e lascia lo spettatore contento per questo thriller leggero ma appassionante. Molto bella la musica, orecchiabile ma importante e soprattutto una citazione merita la sigla iniziale, straordinaria e degna di un "polar" d'alta classe, d'altronde non sfigurerebbe neppure in un lavoro moderno tipo lo splendido serial "Braquo" ideato dallo specialista di oggi Olivier Marchal. - di "Joss" -
[+] lascia un commento a »
[ - ] lascia un commento a »
|