Solaris |
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Un film di Andrei Tarkovsky.
Con Natalya Bondarchuk, Donatas Banionis, Yuri Charvet, Jüri Järvet, Vladislav Dvorzhetskiy.
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Titolo originale Soljaris.
Fantascienza,
durata 165 min.
- URSS 1971.
MYMONETRO
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Un oceano di gelatina.
di IuriVFeedback: 19621 | altri commenti e recensioni di IuriV |
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lunedì 26 settembre 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il 2001 sovietico, come è stato talvolta impropriamente definito, porta sullo schermo le gesta narrate nel romanzo Solaris di Stanislaw Lem. Tarkovskij tocca buona parte delle tematiche affrontate dallo scrittore polacco, come il confronto tra etica e scienza e l'incomprensione tra l'essere umano e l'oceano gelatinoso che caratterizza il pianeta. Tuttavia il regista si sofferma sul rapporto che Kelvin vive con la sua ospite, creatura mentale materializzata dall'oceano stesso come presenza fisica in carne e ossa. Esplorando questo e regalando agli spettatori un finale spettacolare, Tarkovskij trasforma il pianeta Solaris in un luogo dove l'umanità pare aver la possibilità di tralasciare la crudezza della realtà per trasferirsi in un luogo onirico, dove i desideri più profondi riescono a prendere forma. Che Solaris sia un capolavoro ci sono pochi dubbi. Che si tratti di un'opera facilmente fruibile, invece, è tutto da stabilire. Innanzitutto, per apprezzarne al meglio le sfumature, sarebbe opportuno vedere la versione integrale, parecchio più lunga dell'edizione italiana tradizionale. La prima parte ambientata nel giardino non può essere definita tra le più pimpanti della storia del cinema, ma aiuta molto a farsi un'idea del contesto nel quale la vicenda si svolge. Gli accenni alla solaristica, il rapporto conflittuale tra lo studio della scienza e l'esperienza pratica dell'oceano, lo scontro generazionale tra padre e figlio, sono elementi essenziali nella trama del film, senza i quali le avventure all'interno della stazione orbitante rischiano di apparire poco comprensibili. Io mi sono goduto molto la visione, nonostante i ritmi del film non siano certo da opera pop. Il regista mantiene sempre un piede sul freno e lascia che la vicenda scorra prendendosi tutto il tempo necessario, o forse anche qualcosa in più. Credo, però, che l'aver letto il libro da cui la pellicola è tratta, mi abbia fornito una guida utile per attraversare alcuni punti ostili di questo lavoro. La mia opinione potrebbe essere condizionata da questo. Solaris comunque lo consiglio, anche se nella sua edizione integrale. A patto, però, di avere la possibilità di dedicargli la giusta attenzione.
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