Morte a Venezia |
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Un film di Luchino Visconti.
Con Dirk Bogarde, Romolo Valli, Mark Burns, Nora Ricci, Marisa Berenson.
continua»
Drammatico,
Ratings: Kids+16,
durata 120 min.
- Italia 1971.
MYMONETRO
Morte a Venezia
valutazione media:
4,21
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La ricerca della bellezza assolutadi Paolo BisiFeedback: 3058 | altri commenti e recensioni di Paolo Bisi |
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lunedì 14 aprile 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Dal romanzo di Thomas Mann: nei primi anni del Novecento, il compositore tedesco Gustav von Aschenbach giunge a Venezia, in seguito alla perdita della moglie e a gravi problemi di salute, per cercare un pò di pace, capace di restituirgli la gioia di vivere e di scrivere musica. L'incontro col giovane Tadzio trasforma il soggiorno al Lido nella ricerca di un qualcosa di irraggiungibile, che lo accompagnerà fino alla morte. Raggiunti i 65 anni, Luchino Visconti, continua il suo viaggio all'interno della trilogia tedesca (iniziata con "La caduta degli dei" e che si concluderà con "Ludwig") dando vita a un'opera memorabile, straordinariamente poetica e visionaria. Come il suo film precedente analizza e descrive il tema della decadenza, facendo riferimento non più ad una famiglia ma ad un singolo uomo, più precisamente un artista (un compositore e non uno scrittore come nel romanzo). Tuttavia in quest'opera il protagonista compie un passo in più: spinto da una irresistibile voglia di cambiamento, in seguito a grandi dolori e delusioni, personali e professionali, si lancia in questa ricerca ossessiva della bellezza assoluta e della perfezione, per lui rappresentate dal giovane Tadzio. Quello che prova per lui è un amore tanto forte, quanto estremo ed impossibile: i due personaggi si incontrano, si fissano, durante gran parte del film, senza mai entrare veramente in contatto (tutto ciò avviene solo nella mente del protagonista). Grande importanza rivestono le scenografie e i costumi, forse meno appariscenti rispetto ad altre opere del regista italiano, ma come sempre perfettamente al servizio delle varie situazioni ed atmosfere. Le musiche svolgono anche loro un ruolo da sottolineare: la Terza e la Quinta Sinfonia di Mahler rispecchiano a pieno lo stato d'animo disperato di Gustav. Uno dei film più personali e coraggiosi di Visconti, seppur di non facile visione: ma probabimente anche per questo merita di essere ricordato come una delle opere più poetiche del cinema italiano degli anni '70.
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