Titolo originale | Macbeth |
Anno | 1971 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Gran Bretagna |
Durata | 140 minuti |
Regia di | Roman Polanski |
Attori | John Stride, Francesca Annis, Jon Finch, Martin Shaw, Terence Bayler, Nicholas Selby Stephan Chase, Paul Shelley. |
Uscita | giovedì 25 giugno 2015 |
Distribuzione | Cineteca di Bologna |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,04 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 22 giugno 2015
Anno mille, Scozia. Macbeth assassina il re e prende il suo posto. Poi uccide tutti i testimoni, infine i parenti e gli amici. La spirale finisce solt...
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CONSIGLIATO SÌ
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Anno mille, Scozia. Macbeth assassina il re e prende il suo posto. Poi uccide tutti i testimoni, infine i parenti e gli amici. La spirale finisce soltanto quando Macbeth viene, a sua volta ucciso. Polanski cerca di non essere da meno di Welles. Pur perseguendo una certa filologia e il rispetto dovuto per Shakespeare, il regista polacco reinventa la coppia re-regina, attraverso due giovanissimi con tutti i normali difetti di quella generazione dei primi anni settanta. C'è anche una grande attenzione alla verità storica del quotidiano e una violenza che fino ad allora pochi avevano esplorato. Si tratta di un'opera dall'impianto sobrio, filologicamente robusta e corretta. I bianchi mantelli raccolgono il fango delle aie, dei cortili di castelli-fattorie percorsi da oche e porci, in un ambiente tutto permeato della ruvida civiltà contadina medievale, dove l'incrociarsi delle lame nei duelli manda concreti bagliori, mentre le foreste si spostano e le streghe sogghignano muovendosi in un universo visionario dalla tensione irreale, ma verosimigliante. Memore della strage di Bel Air, Polanski torna ossessivamente sul tema dell'assassinio, davvero centrale in questo dramma.
In una Scozia medioevale crudele, pagana e barbarica, dove il fantastico e la magia sono sempre dietro l'angolo, il nobile Macbeth è spinto dalla moglie avida di potere, a commettere a commettere una serie di omicidi per installarsi al trono. Diventato re, l'usurpatore non riesce a cancellare il rimorso del sangue versato: sospettando complotti, ucciderà l'amico Banquo e, [...] Vai alla recensione »
La più truce delle tragedie di Shakespeare si sposa bene - una volta tanto - con l’esposizione fisica della violenza. Ma la violenza senza il supporto dell’atmosfera rischia di restare mera esposizione gratuita (tutto il contrario del “Macbeth” di Orson Welles). Il sangue che cola durante l’omicidio di Duncan è dunque esagerato, e non è nemmeno giustificato dal fascino personale dei protagonisti.