Uomini contro |
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Un film di Francesco Rosi.
Con Gian Maria Volonté, Pier Paolo Capponi, Alain Cuny, Franco Graziosi, Mark Frechette.
continua»
Guerra,
Ratings: Kids+16,
durata 100 min.
- Italia 1970.
MYMONETRO
Uomini contro
valutazione media:
3,53
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Uomini contro...altri uominidi Cress95Feedback: 6405 | altri commenti e recensioni di Cress95 |
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giovedì 28 maggio 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
La cruda insensatezza della guerra ("inutile strage" di uomini semplici ad opera di altri uomini altrettanto semplici), spesso velata da parole di estrema audacia e virtù, è un tema affrontato innumerevoli volte all'interno della cinematografia italiana e globale. Già, perché conflitti del calibro delle 2 Grandi Guerre rappresentano purtroppo il retaggio storico di quasi tutte le nazioni del mondo, le quali non possono e non vogliono dimenticare, affinché le efferatezze passate non possano mai più ripetersi. Tuttavia, esaminando nel dettaglio la produzione cinematografica italiana sono ben pochi, a mio avviso, il film in grado di raccontare in modo così atrocemente fedele cosa fu realmente la Grande Guerra. Tra questi risulta impossibile non citare il mastodontico capolavoro "La grande guerra" dell'immortale Monicelli (con maestri del calibro di Sordi e Gassman), il quale abilmente rilegge in chiave tragicomica una pagina della nostra storia che di comico ha ben poco, anzi nulla. Ed è proprio la Grande Guerra del Monicelli, insieme al sontuoso capolavoro del Kubrik "Orizzonti di gloria", al quale sono frequenti i collegamenti (si veda ad esempio il tema della frequente insensatezza delle azioni della gerarchia militare), che potrebbe aver ispirato Francesco Rosi nella rappresentazione della vita di trincea, vera e propria protagonista di "Uomini contro".
Tratto dal romanzo "Un anno sull'Altipiano" di Emilio Lussu, "Uomini contro" immerge, anzi, "affoga" lo spettatore nel drammatico contesto di un campo di battaglia nel logorante scenario del fronte italo-austriaco del primo conflitto mondiale. Rosi non cerca di indorare alcunché, la guerra è mostrata per quello che è: un'"inutile strage". Nessuna aulica prosopopea, se non quelle ricorrenti del crudele generale Leone, emblema della sadica stoltezza dell'uomo investito di potere di vita e di morte sugli sventurati al suo comando. Potere che porta il nome di "decimazione".
"Uomini contro" rappresenta il tipico esempio di un cinema anni 70 che riscopre il pessimismo artistico-cinematografico tipico degli anni addietro, e lo fa ripescando in una delle pagine più oscure della storia mondiale. Tale "pessimismo cosmico" permane per tutta la durata del film, dal crudo inizio allo spietato epilogo, passando per scene dall'alto impatto emotivo, come l'assalto alla trincea nemica, durante il quale gli stessi austriaci esortano i soldati italiani a tornare indietro per evitare il massacro; e la fucilazione di un anonimo soldato selezionato per la decimazione (magistralmente interpretato da Franco Acampora). Mi spiego: a Rosi non interessava portare su schermo l'ennesima documentazione storica del conflitto, egli desiderava piuttosto esprimere in modo lapidario la crudele realtà della guerra, senza aprire alcuna finestra di speranza, sublimando in una pellicola quello che doveva essere lo stato d'animo dei soldati del tempo. L'obiettivo è stato, almeno per il sottoscritto, indubbiamente centrato.
Tra i grandi attori impegnati in "Uomini contro" risultano da applausi a scena aperta i grandi Gian Maria Volonté (tenente Ottolenghi), Pier Paolo Capponi (tenente Santini) e Alain Cuny (generale Leone).
Una trattazione a parte meriterebbero gli incredibili effetti speciali, davvero eccezionali per l'epoca, saggiamente affidati al genio jugoslavo Zdravko Smojver.
In conclusione ritengo "Uomini contro" una pietra miliare della cinematografia sulla prima guerra mondiale e ne reputo la visione fondamentale al fine del ricordo di fatti dei quali, al momento della stesura di tale recensione, ricorre il centenario.
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