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"They Call me Mister Tibbs"(Gordon Douglas, 1970)è il secondo film in cui Sydney Poitier, forse l'unico attore di colore che in altri anni, "innamorò"(platonicamente)anche molte donne WASP, comunque occidentali e "bianche"impersonava l'ispettore Tibbs, dopo"In the Heat of the Night"(1967)di Norman Jewison. Il primo film, più direttamente isipirato dal romanzo , era più interessante, in quanto proponeva in modo duro e diretto la tematica del razzismo(lìispettore di colore trattato male da un collega bianco, che allora era Rod Steiger). Qui, tra"luci rosse"et similia, il clima è meno"duro", ma rimane , pur se invero in forma molto attutita, la tematica"razziale", vediamo Tibbs anche alle prese con l'educazione dei figli, dove la cosa riesce e non riesce, al tempo stesso, o meglio funziona solo a prezzo di grandi sacrifici.Scenette e delusione finale, ma non posso dire di più, onde non intralciare il piacere della socperta di tanti spettatori e tante spettatrici. Diremo che Tibbs ha qui un amico"competitor"molto impegnato politicamente(a sinistra, si direbbe, all'europea, ma gli USA non sono= Europa), comunque nei movimenti per la democrazia diretta e qui, politicamente, Douglas e i suoi, forse per volontà dei produttori(il presidente USA era Richard Nixon)non dice molto-comunque l'interprete è un bravissimo, direi"grandioso", a tratti, Martin Landau...Barbara Mc Nari è brava nella parte, non facile anche se non da deuteragonista, della signora Tibbs e altri/e interpreti sono comunque di ottimo livello, Straordinarie(e non è un"particolare accessorio")le straodrdinarie musiche jazz di Quincy Jones. El Gato
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