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Questo"Straziami, ma di baci saziami"di Risi è tra i suoi grandi film , con"I Mostri", con"Il Sorpasso", con"Anima persa", con tanti altri film(non mi risulta un film banale del medico mancato, regista-autore di pregio): merito della sinergia con gli interpreti(soprattutto i grandi del cinema italiano d'epoca, qui Manfredi nel ruolo di un ciociaro imbranato ma non stupido, un TOgnazzi che interpreta un sarto sordomuto molto vivace mimicamente e gestualmente, poi"graziato", altrove Gassman, soprattutto, in qualche caso Sordi), ma soprattutto di quella capacità di raccontare i semplici e la loro dabbenaggine(si innamorano "esaminando"i versi delle canzonette, come ha detto lo stesso regista, il personaggio del barbiere-in origine-interpretato da Manfredi si identifica con il dottor Ash Ziwago o Thsiwago, come vorrebbe, forse, la traslitterazione...), ma anche la loro astuzia e capacità di riprendersi(il personaggio del barbiere aveva quasi arrivato al suicidio), ma anche le dabbenaggini(al plurale non a caso)dei ricchi e sedicenti"colti", come nella cena con ingegneri ed esponenti del SIFAR... L'amore romantico, poi, certo "straziato", pur se poi si afferma alla fine, senza disperdere quel senso di malinconia o meglio di amarezza che pervade comunque il film, nella rappresentazione impietosa della realtà provinciale ma anche di quella metropolitana. Il film parte nelle"Marche"(credo l'accento sia ascolano, ma non sono un grande esperto...), regione strana e conflittuale(i Pesaresi e Urbinati hanno poco a che fare con gli Anconetani, nulla con Ascolani-Picenesi e con Maceratesi, tanto che se le dicono di santa ragione...), pur se ricca di varie"intelligenze"(ma di Leopardi la Regione Marche s'è accorta tardi, anche a livello pubbliciatario)e di potenzialità, non solo naturali. Il ciociaro Manfredi(lo era anche nella vita, il vero nome era Saturnino...)si immedesima nel il"country"marchigiano per amore, poi tutto va verse altre mete(Roma caput mundi, anch'essa piena di provinciali, per il Milanese di nascita Risi). Finale"happy end"per modo dire, molto amaro, in realtà, con il"miracolo", finale, dove naturalmente c'è il vero"botto", oltre a quello ordito(invero nel sottofinale)dai due amanti a danno del sordomuto, ossia la riacquisizione delle facoltà audiofonatorie, con Tognazzi(appunto nel ruolo accennato)che canta"Creola", con il verso che dà il titolo al film. Fine ricognizione mass-mediale, anche, questo"Straziami... ". El Gato
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