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Pur se meno interessante, anche a livello formale, del precedente"Un fischio al naso", questo film di Ugo Tognazzi ne ribadisce le capacità a livello attorale(un aspetto, credo, sul quale nessuno, almeno dalla"Grande Guerra"in poi nessuno eccepisce), ma anche quelle registico, in quanto le soluzioni sono sempre intelligenti: Tognazzi regista non indugia su aspetti inutili, su dettagli trascurabili, ma ci dà l'essenziale, sorvolando sulle"zeppe", mentre qui nessun"siparietto"è trascurabile. Ne emerge con forza il ritratto di una società(oltre che di una"vita")fatta a scale, a compartimenti stagni rigorosamente divisi, separati, con steccati assolutamente invalicabili, dove carrierismo e corruzioni allignano profliferando con una progressione geometrica e non artitmetica. Molto prima degli scandali emersi negli ultimi decenni e prima coperti, dal film emerge un'"Italietta"terribile, quale quasi certamente era già dai tempi di Cavour e Mazzini, anzi molto prima... Importante l'apporto di uno scrittore quale Luigi Malerba alla sceneggiatura(oggi è ben più difficile che qualcosa di simile si realizzi...), importante l'interpretazione, oltre che di Tognazzi, di un Gastone Moschin eccelso e di tanti altri, ora spesso relegati al ruolo di"caratteristi"e"comprimari", quasi queste espressioni fossero riferite a ruoli limitati e limitanti, quando invece per anni e decenni hanno fatto la grandezza del cinema anche italiano, come tuttora lo fanno del cinema francese, inglese, statunintense... El Gato
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