Rosemary's Baby - Nastro rosso a New York

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Un film di Roman Polanski. Con Mia Farrow, John Cassavetes, Ruth Gordon, Sidney Blackmer, Maurice Evans.
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Titolo originale Rosemary's Baby. Fantastico, durata 136 min. - USA 1968. MYMONETRO Rosemary's Baby - Nastro rosso a New York * * * * - valutazione media: 4,13 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

l'horror è solo nella testa Valutazione 5 stelle su cinque

di Andrea D


Feedback: 435 | altri commenti e recensioni di Andrea D
mercoledì 5 gennaio 2011

Leggendo molti dei commenti su questo film, ho capito che c'è stato un fraintendimento: non si tratta di un horror. Un film non può essere definito un horror solo perché fa o cerca di fare paura. Quello che Polanski prova ad attuare sia in Rosemary's Baby che ne L'inquilino del terzo piano (opera contigua a questa) è la rivisitazione di una situazione da genere horror in chiave psicologica, mentale, la quale dovrebbe essere sempre il punto di partenza per qualsiasi tipo di analisi. E in questo caso si tratta della struttura psicologica di una donna di nome Rosemary, tanto buona ma ingenua, troppo, nei confronti di tutti quelli che nel corso della pellicola vorranno usarla per i loro scopi. Un giorno, drogata da una mousse al cioccolato fatta dalla vicina pseudo-fattucchiera sviene e fa un sogno essenziale per l'interpretazione del film: sogna infatti una creatura demoniaca che ha un rapporto sessuale con lei, il quale dovrebbe generare l'Anticristo. E qui fermiamoci, e torniamo sul personaggio: Rosemary dice di aver avuto un'educazione cattolica, e infatti nel sogno insieme alla creatura diavolesca (espressione di un senso di colpa sessuale tipicamente religioso) vediamo anche delle suore che la sgridano e personaggi del clero. E qui avviene una scissione negli spettatori: una parte di essi continuerà a credere, come Rosemary, che la protagonista ha avuto un rapporto con il diavolo stesso e che darà alla luce l'anticristo; un'altra parte vedrà Rosemary come una donna facilmente vittima della crudeltà della setta che abita nell'appartamento accanto a causa di un background psicologico in cui il credo religioso ha aperto con sé anche la diga della superstizione, e ciò si nota nel fatto che Rosemary si lascia curare da una specie di paramedico rifiutando il suo ostretrico e accetta tutti gli intrugli da bere della sua vicina pseudo-fattucchiera, insieme ad un amuleto "portafortuna", che si scoprirà essere in realtà una dannosa muffa. Polanski dà continui segnali per tutto il film della dicotomia tra scienza e superstizione, la quale fa soffrire e porta gravi danni, senza escludere che la superstizione viene sempre e comunque favoreggiata da un tipo di educazione più grande e ufficiale, cioè quella religiosa. Rosemary finirà così per accettare di fare la madre al bambino adottato ormai dalla setta di satanisti, perché se si crede in Dio inevitabilmente si crede anche nel suo opposto, e quindi sia la dolce Rosemary che la setta sono solo due facce (Bene e Male) della stessa medaglia, quella della credenza religiosa. Così come l'Anticristo è l'opposto del Cristo, Rosemary sarà l'opposto della Madonna (e il suo vestito azzurro lo suggerisce), a sua volta "vaso" che conterrà il seme di un Diavolo-padre (opposto al Dio-padre) incaricato di far continuare la linearità di una struttura patriarcale che si serve della donna solo come mezzo di passaggio ma che punta a garantire la linearità dell'eternità, e quindi della spiritualità, che è appunto una cosa tutta maschile, un desiderio dell'uomo di vincere la naturale circolarità della vita data da una povera madre. Le donne così finiscono per essere solo un tramite di creature divine (non è un caso se maschilismo e religiosità si evolvono a pari passo). E Rosemary, infatti, resta l'unica completamente usata e sfruttata, in quell'appartamento del Dakota Building a New York. E' per questo che l'horror è solo nella testa, in quella della protagonista.

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