Il film, che non perde un colpo come ritmo e tenuta della sceneggiatura, si gioca sull'alternanza del predominio e del potere fra bianchi, indiani ed un nero vissuto precedentemente in una famiglia agiata, dove si è istruito. Il conflitto etnico è ben impersonato dai personaggi principali (Joe Bass, il nero, il personaggo interpretato da Telly Savalas e Due Corvi) che non perdono occasione per affermare la propria cultura e le proprie radici a scapito degli altri, in un intreccio coinvolgente di lealta, tradimenti, convenienze personali. La location (un deserto roccioso), stupenda, inserisce la vicenda in un contesto di essenzialità, dove esistono solo i personaggi del film, che lottano per la supremazia, ma non solo per fare i propri meri interessi immediati, ma anche per ribadire la superiorità della propria visione delle cose. Il film è, praticamente, un lungo inseguimento da parte di Joe Bass della carovana guidata da Telly Savalas che gli ha rubato delle pellicce, sul quale appunto si inseriscono le scelte altalenanti del nero che, inizialmente lasciato a Joe da Due Corvi in cambio delle pellicce, dapprima familiariza con Joe , ma successivamente, sentendo che la carovana è diretta in Messico dove lui vorrebbe andare, si unisce ad essa, per poi rimettersi dalla parte di Joe, uccidendo Savalas alla fine del film. Il personaggio del nero diventa paradigma dell'animo umano con i suoi sentimenti e pensieri ambivalenti, con le sua grandezze e i suoi opportunismi. Un film che vale la pena vedere, per regia, sceneggiatura, location e cast.
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