lisbeth
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mercoledì 16 settembre 2009
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un intramontabile cult del comico
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Peter Sellers fa l’indiano,Hrundi Bakshi,una comparsa che suona la tromba durante un assalto a fuoco nel deserto.Colpito a morte, suona fino allo sfinimento. Il bello è che non doveva continuare a suonare,ma lui lo fa,e l’effetto comico cresce fin dalla prima sequenza.Poco dopo distrugge il set perché si allaccia la scarpa poggiando il piede sul detonatore e allora non c’è tregua,le gags si susseguono senza posa,ma a combustione lenta, slow burning, Edwards lascia il tempo di assorbire la carica comica di una scena per poi passare all’altra, in un crescendo insostenibile, fino all’apoteosi finale.Il party nella villa del produttore hollywodiano è il nuovo set,ma reale,delle mirabolanti imprese di Hrundi, invitato per uno di quei meccanismi di ribaltamento del normale corso delle cose che sono alla base della fenomenologia del comico.
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Peter Sellers fa l’indiano,Hrundi Bakshi,una comparsa che suona la tromba durante un assalto a fuoco nel deserto.Colpito a morte, suona fino allo sfinimento. Il bello è che non doveva continuare a suonare,ma lui lo fa,e l’effetto comico cresce fin dalla prima sequenza.Poco dopo distrugge il set perché si allaccia la scarpa poggiando il piede sul detonatore e allora non c’è tregua,le gags si susseguono senza posa,ma a combustione lenta, slow burning, Edwards lascia il tempo di assorbire la carica comica di una scena per poi passare all’altra, in un crescendo insostenibile, fino all’apoteosi finale.Il party nella villa del produttore hollywodiano è il nuovo set,ma reale,delle mirabolanti imprese di Hrundi, invitato per uno di quei meccanismi di ribaltamento del normale corso delle cose che sono alla base della fenomenologia del comico.L’intento derisorio di un certo ambiente del cinema è evidente, comico è eversione o non è, dunque il bersaglio è scontato, sono i riti e i miti di quel mondo di cartapesta, ma guai se l’intento didascalico si mostrasse prevalente, non staremmo a ridere a crepapelle a quarant’anni di distanza.Chiediamoci invece quale sapiente mistura di ingredienti, capaci ancora oggi di divertirci, fanno di questo film un capolavoro del comico cinematografico, degno di stare alla pari con gli stracult del genere.Innanzitutto lui,Peter(doppiato egregiamente dal grande Rinaldi) con la sua aria candida,surreale,gestualità perfetta per ogni occasione,mimica facciale al giusto dosaggio,accessori glamour (vestito della festa con pantalone che si è fatto corto, cravatta-lenzuolo in tinta coi calzini arancio fosforescente, mocassino bianco che dà il via ai disastri in villa con piscina).A far da corona,una serie di personaggi spalla,a loro volta generatori di comico:il cameriere beone che barcolla ma tiene fino all’ultimo, il maitre che lo vuol strangolare,l’attor giovane e macho con loock alla Elvis,il padrone di casa che si preoccupa di salvare i quadri (uno Chagall l’aveva piazzato sopra il water e Hrundi lo fa cadere nello sciacquone!), la moglie che cade a ripetizione nella piscina invasa da una schiuma che dilaga ovunque, bioccoli di sapone come neve,il tutto per lavare un elefantino, arrivato sulla scena al seguito dei boys di casa,di ritorno dalla manifestazione (poteva mancare? siamo nel ’68). Hrundi protesta per le scritte hippy sull’elefante, il suo animale sacro (“immaginate se mettessi barba e baffi al ritratto della moglie di Nixon?”),e tutti a lavarlo.L’orchestrina suona imperterrita,la schiuma lambisce i suonatori ma nulla può fermarli e la musica di Henry Mancini firma una colonna sonora gradevolissima,Nothing to lose. Hrundi trova l’amore nella dolce Michéle Monet e quando tenteranno di acchiapparlo,perché finalmente il tizio col parrucchino, sì, il regista che l’aveva radiato dagli studios dopo il disastro del set distrutto,l’ ha riconosciuto,volerà via con lei sul suo buffo macinino,un momento prima dell’arrivo degli inseguitori,senza rendersi conto del macello alle sue spalle (davvero una coppia alla Chagall).C’è leggerezza in tutto il film,c’è il gioco dell’intelligenza ad inventare un mondo che ha per fine ultimo la gioia del riso spontaneo e combina infinite possibilità di rifrazione, infrazione ed espansione dell'esperienza reale.C’è quello che il meccanismo del comico deve avere nel rappresentare situazioni provviste di autonoma vitalità inventiva e che sono al tempo stesso interventi critici sulla realtà.
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strangelove'90
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martedì 15 febbraio 2005
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anche 5 stelle sarebbero troppo poche...
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Nonsi possono usare parole per descrivere un film che trae ispirazione dagli antenati muti (Chaplin, Keaton, Lloyd, Stanlio & Ollio per intenderci). Diretto con grande passione da Blake Edwards, interpretato da un gigantesco Peter Sellers (che si supera soltanto nel Kubrickiano "Il Dottor Stranamore"). Si inizia a ridere nei primi minuti e si smette soltanto alla fine...incredibile!!!
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paolo 67
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giovedì 9 febbraio 2012
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il capolavoro di blake edwards
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Uno dei film-chiave del 1968, HOLLYWOOD PARTY è uno dei più grandi film americani degli anni sessanta. Una divertentissima commedia vecchia maniera (Edwards ha una qualità visiva da comiche del muto che in tempi recenti pochi hanno potuto vantare), una successione irresistibile di gag, che hanno la caratteristica di essere sostenute, basate sulla durata e il prolungamento in un via via sempre più congestionato e surreale fino a un finale onirico, in una specie di estasi delirante. In modo raffinato ma spietato, Edwars satireggia il mondo del cinema, una Hollywood ricca e fasulla descritta in tutta la sua superficiale volgarità. Alcune situazioni e personaggi (dal padrone di casa sempre col sigaro in bocca al maggiordomo che si scola tutti i drink) sono indimenticabili.
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Uno dei film-chiave del 1968, HOLLYWOOD PARTY è uno dei più grandi film americani degli anni sessanta. Una divertentissima commedia vecchia maniera (Edwards ha una qualità visiva da comiche del muto che in tempi recenti pochi hanno potuto vantare), una successione irresistibile di gag, che hanno la caratteristica di essere sostenute, basate sulla durata e il prolungamento in un via via sempre più congestionato e surreale fino a un finale onirico, in una specie di estasi delirante. In modo raffinato ma spietato, Edwars satireggia il mondo del cinema, una Hollywood ricca e fasulla descritta in tutta la sua superficiale volgarità. Alcune situazioni e personaggi (dal padrone di casa sempre col sigaro in bocca al maggiordomo che si scola tutti i drink) sono indimenticabili. Il film è una delle migliori interpretazioni di Peter Sellers, sempre straordinario e inimitabile: la sua storia con la Longet sprigiona grande tenerezza e un sottotono che è la più grande qualità del film (e forse anche la causa del suo insuccesso).
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rmarci05
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mercoledì 15 agosto 2018
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commedia rivoluzionaria perfetta nel suo genere
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Indubbiamente Hollywood Party è una delle commedie esilaranti più riuscite di sempre: oltre allo stile demenziale e quasi catastrofico del regista Blake Edwards, è una illustrazione del crudele mondo del cinema e dello spettacolo. Ovviamente tutto il cast è molto efficace, soprattutto uno straordinario Peter Sellers; mi sono piaciute molto anche la fotografia, piena di colori ma mai kitch, e la colonna sonora. L'unico difetto del film è avere una prima parte leggermente lenta, a parte alcune gag geniali. Un film leggero e fatto benissimo, assolutamente da vedere. Quattro stelle.
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nalipa
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mercoledì 4 maggio 2011
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divertimento puro!
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La coppia Edwards-Sellers é legata alla fortunata serie della Pantera Rosa, ma Hollywood party a mio parere resta il loro lavoro più alto.
Hrundi V:Bakshi, attore indiano (Peter Sellers) durante la lavorazione di un film per il quale si trova a fare la comparsa, suo malgrado ne combina una grossa...Viene cacciato , ma caso vuole che venga invitato a un party nella megavilla del potente produttore al quale ha causato il grosso danno: gag a non finire, personaggi assolutamente perfetti - in particolare il cameriere che dopo aver bevuto molti drink rifiutati dagli ospiti, ormai ubriaco diventa esilerante - un ritmo forse un po' esagitato, alternato a terribili rallentamenti, come la lunga scena in cui il protagonista cerca i servizi.
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La coppia Edwards-Sellers é legata alla fortunata serie della Pantera Rosa, ma Hollywood party a mio parere resta il loro lavoro più alto.
Hrundi V:Bakshi, attore indiano (Peter Sellers) durante la lavorazione di un film per il quale si trova a fare la comparsa, suo malgrado ne combina una grossa...Viene cacciato , ma caso vuole che venga invitato a un party nella megavilla del potente produttore al quale ha causato il grosso danno: gag a non finire, personaggi assolutamente perfetti - in particolare il cameriere che dopo aver bevuto molti drink rifiutati dagli ospiti, ormai ubriaco diventa esilerante - un ritmo forse un po' esagitato, alternato a terribili rallentamenti, come la lunga scena in cui il protagonista cerca i servizi. Insomma, si ride molto ma elegantemente.
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celluloide
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martedì 25 settembre 2012
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il party del ventesimo secolo e successivi
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Capisco la comicita' particolare che a qualcuno puo' non piacere.
Cio' detto sara' difficile anche in futuro ricreare un party cosi' esilarante e ricco di trovate diverdenti.
Il film si sviluppa assecondando la dolcezza del personaggio di Peter Sellers, che con calma assoluta,
distrugge qualsiasi cosa gli capiti a portata di mano,nello stesso modo in cui il tipo ingenuamente
non si rende conto della gravita' dei disastri che dissemina,o meglio se li perdona,cosi' una ragazza non si accorge
dello sfascio da lui perpetuato pur essendogli sempre a breve distanza.
Alla fine del cataclisma lui e la ragazza si allontanano romanticamente a bordo di una vettura a tre ruote.
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Capisco la comicita' particolare che a qualcuno puo' non piacere.
Cio' detto sara' difficile anche in futuro ricreare un party cosi' esilarante e ricco di trovate diverdenti.
Il film si sviluppa assecondando la dolcezza del personaggio di Peter Sellers, che con calma assoluta,
distrugge qualsiasi cosa gli capiti a portata di mano,nello stesso modo in cui il tipo ingenuamente
non si rende conto della gravita' dei disastri che dissemina,o meglio se li perdona,cosi' una ragazza non si accorge
dello sfascio da lui perpetuato pur essendogli sempre a breve distanza.
Alla fine del cataclisma lui e la ragazza si allontanano romanticamente a bordo di una vettura a tre ruote.
Sulla soglia di casa i due si salutano lasciando presagire un possibile futuro amoroso.
Per la coppia in divenire nulla e' successo oltre all'unica cosa importante,ovvero l'incontro delle loro anime allineate.
Grande l'interpretazione del cameriere ubriaco che riesce a tirare avanti per tutta la pellicola malgrado lo stato fisico.
Incredibilmente epicuriale la villa pel party,non superabile in megalomania da altre dimostrazioni cinematografiche.
In sostanza opera da tenere nella cineteca di casa.
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giorpost
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mercoledì 17 ottobre 2012
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titanico sellers in un'interminabile serie di gags
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Quando si parla di commedia, spesso e volentieri i primi titoli che vengono in mente sono relativi a pellicole trasmesse e ritrasmesse più volte in TV da anni, magari con un cast di star e scene demenziali fatte ad hoc per provocare una facile ma breve risata. Quando, invece, il discorso si fa “serio”, allora c’è un solo titolo che sobbalza dalla memoria incancellabile del nostro hard disk cerebrale, ovvero Hollywood Party (The Party, USA, 1968). Girato in una sola location, ovvero una mega villa hollywoodiana, diretto da Blake Edwards ed interpretato magistralmente da un indimenticabile ed imbrunito Peter Sellers, alias Hrundi V. Bakshi, l’ impacciato indiano aspirante comparsa, questo film rappresenta senza dubbio alcuno la bravura che negli anni 60/70 avevano sceneggiatori, dialoghisti ed attori nell’ inventarsi gag esilaranti con un misto di tecniche teatrali e fulgida improvvisazione.
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Quando si parla di commedia, spesso e volentieri i primi titoli che vengono in mente sono relativi a pellicole trasmesse e ritrasmesse più volte in TV da anni, magari con un cast di star e scene demenziali fatte ad hoc per provocare una facile ma breve risata. Quando, invece, il discorso si fa “serio”, allora c’è un solo titolo che sobbalza dalla memoria incancellabile del nostro hard disk cerebrale, ovvero Hollywood Party (The Party, USA, 1968). Girato in una sola location, ovvero una mega villa hollywoodiana, diretto da Blake Edwards ed interpretato magistralmente da un indimenticabile ed imbrunito Peter Sellers, alias Hrundi V. Bakshi, l’ impacciato indiano aspirante comparsa, questo film rappresenta senza dubbio alcuno la bravura che negli anni 60/70 avevano sceneggiatori, dialoghisti ed attori nell’ inventarsi gag esilaranti con un misto di tecniche teatrali e fulgida improvvisazione. Il livello comico raggiunto in questo piccolo gioiello americano è altissimo, tant’ è che, secondo la mia modesta opinione, gli si dovrebbe attribuire la palma ipotetica di film comico del secolo ‘900. Infatti, mentre in un altro classico come “A qualcuno piace caldo” l’ istrionismo di Jack Lemmon spadroneggia in un contesto più “facile”, in quanto attorniato da un cast di stelle, il grande Sellers deve destreggiarsi nel non facile compito di accollarsi sulle spalle il peso dell’ intero film, costruendo minuto dopo minuto un’ interminabile serie di situazioni semplicemente irresistibili, seppur accompagnato da un paio di buoni caratteristi. Una risata tira l’ altra e spesso non si riesce a seguire l’ evento successivo perché lo spettatore è impegnato a sostenere la pancia da uno sforzo ludico di non poco conto. La sequenza più assurda di tutte (ed è molto complicato sceglierne una) è quella del tavolo con i commensali ove il goffo protagonista crea panico tra sedie mancanti, polli volanti ed involontari sgambetti al cameriere ubriaco. Il tutto eseguito con maestria ed una fantastica sincronia di movimenti fluidi che portano a risultati mai più raggiunti in un film comico nei successivi 40 anni. Se non lo avete mai visto, fate in fretta: ogni momento in più trascorso senza guardare questo capolavoro, è un momento sprecato.
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fabio57
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mercoledì 24 febbraio 2016
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piccolo capolavoro di comicità
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Peter Sellers è stato uno degli attori comici più grandi di tutti i tempi e diretto da Blacke Edwards ci ha regalato delle commedie veramente esilaranti.Questa forse è la migliore.Di una semplicità disarmante,la sceneggiatura si affida completamente all'estro del nostro attore, che gigioneggia alla grande con la sua mimica,la sua goffagine,i suoi tic,le sue battute, regalando al pubblico due ore di autentico,puro e spensierato divertimento.
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giulio andreetta
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mercoledì 9 settembre 2020
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uno dei migliori film con peter sellers
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Gran film con la regia di Blake Edwards e con attore protagonista il grande Peter Sellers, che qui offre un'interpretazione comica tra le migliori assieme a quella della Pantera Rosa. Il film è divertentissimo, e fin dall'inizio, con la scena in esterni dell'esplosione del forte, si capisce subito che il personaggio principale ne combinerà di tutti i colori. Infatti così accade quando Sellers finisce in una lussuosa e modana festa dell'upper class holliwoodiana. Scenette comiche di vari piccoli e grandi incidenti, camerieri distratti che finiscono per rovesciare le portate e così via.
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Gran film con la regia di Blake Edwards e con attore protagonista il grande Peter Sellers, che qui offre un'interpretazione comica tra le migliori assieme a quella della Pantera Rosa. Il film è divertentissimo, e fin dall'inizio, con la scena in esterni dell'esplosione del forte, si capisce subito che il personaggio principale ne combinerà di tutti i colori. Infatti così accade quando Sellers finisce in una lussuosa e modana festa dell'upper class holliwoodiana. Scenette comiche di vari piccoli e grandi incidenti, camerieri distratti che finiscono per rovesciare le portate e così via. Ma a stupire è soprattutto il talento di Sellers, com'è ovvio, e il film pare essergli cucito addosso. Convincente anche la recitazione di Claudine Longet, che interpreta la parte della donna a cui si accompagna Sellers alla festa. 4 Stelline
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