C'era una volta il West |
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Un film di Sergio Leone.
Con Charles Bronson, Henry Fonda, Claudia Cardinale, Jason Robards, Gabriele Ferzetti.
continua»
Western,
Ratings: Kids+13,
durata 175 min.
- Italia 1968.
- Cineteca di Bologna
MYMONETRO
C'era una volta il West
valutazione media:
3,64
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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L'elegia definitiva del West e del westerndi jacopo b98Feedback: 37256 | altri commenti e recensioni di jacopo b98 |
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martedì 3 settembre 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Jill (Cardinale), una ex prostituta, raggiunge il marito nella sua fattoria e trova tutta la famiglia sterminata dal bandito Frank (Fonda), per conto di un industriale ferroviario (Ferzetti) che ha interesse per le terre di famiglia. La donna verrà aiutata da due banditi, Armorica (Bronson) e Cheyenne (Robards) che lotteranno con lei contro l’assassino. Ma Armorica ha anche altri scopi, infatti via via viene fuori che il misterioso bandito musicista ha già avuto a che fare con Frank. Prodotto a costi vertiginosi da produzioni americane (Paramount) in associazione con alcune case italiane, è il capolavoro di Leone insieme (dopo) C’era una volta in America, nonché il primo capitolo della Trilogia del Tempo, continuata con Giù la testa e terminata con il capolavoro degli anni ’80. Se la Trilogia del Dollaro era un insieme di divertissment di un’artista ancora “fanciullo”, con C’era una volta il West comincia la maturità del maestro: questo è un western serio, anzi, un’elegia del West, degna di Peckinpah, un requiem per quel genere da lui tanto amato, è la distruzione di tutta la mitologia creata nei precedenti tre film, la caduta dei titani del West, dei pistoleri invincibili. Tant’è vero che alla fine a sopravvivere sono solo Armorica, che ritorna nel nulla da cui è venuto e Jill, l’unica donna, l’unica “normale”. Quest’opera è l’apocalisse del West: tutti coloro che non sono in grado di uniformarsi alla normalità umana muoiono e vengono uccisi da un epoca che ormai non possono più capire. Il treno che avanza nel deserto è la metafora dell’umanità che avanza verso la conquista dell’America, del West e verso l’abbattimento di tutti i suoi miti. Numerose le sequenze eccezionali, emozionanti e memorabili, montate benissimo, fotografate magistralmente (da Tonino delli Colli), musicate da Ennio Morricone e ambientate in scenografie ricostruite in modo impeccabile, Tutto è combinato bene allo scopo di impressionare e commuovere lo spettatore. Il personaggio più riuscito? Cheyenne, interpretato da un Robards eccellente che ci regala alcune sequenze (i dialoghi con Jill) davvero commoventi. Trionfo (tanto per cambiare) al botteghino.
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