2001: Odissea nello spazio |
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Un film di Stanley Kubrick.
Con Keir Dullea, Gary Lockwood, William Sylvester, Daniel Richter.
continua»
Titolo originale 2001: A Space Odyssey.
Fantascienza,
Ratings: Kids+16,
durata 140 min.
- USA, Gran Bretagna 1968.
- Warner Bros Italia
uscita lunedì 13 febbraio 2023.
MYMONETRO
2001: Odissea nello spazio
valutazione media:
4,84
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La filmografia che diventa opera d'artedi Simon90Feedback: 0 |
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martedì 17 giugno 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Cercare di analizzare il film seguendo i tradizionali canoni della cinematografia è impossibile, è proprio lo stesso regista che vuole donare allo spettatore un’opera che non ha l’obiettivo di raccontare, ma piuttosto quello di sconvolgere l’inconscio affrontando il mistero più grande: vita e morte che si ripetono ciclicamente all’interno di quel reticolo spaziotemporale che compone e “ingabbia” l’universo. La materia che lo forma è anch’essa soggetta a un moto astrale perpetuo che si ripete all’infinito quasi come una sorta di sinfonia cosmica (forse kubrick nella sua mente aveva già ipotizzato la futura teoria delle stringhe, le strings, le microscopiche corde di violino, che muovendosi casualmente genererebbero le particelle subatomiche). Spazio e tempo non a caso sono a tutti gli effetti i protagonisti del film, agli attori umani restano solamente dialoghi scarni per esprimersi, ben poco utili a comprendere i veri significati dell’odissea kubrickiana. La fotografia degli spazi e i dettagli della scenografia, associati a una dilatazione temporale quasi infinita dell’immagine, sono pretesti per farci comprendere l’estrema lentezza dei movimenti ciclici della natura, così come la continua espansione/evoluzione dell’universo e di tutto ciò che esso contiene. L’uomo non sfugge a questo processo ovviamente, anzi il tema dell’evoluzione diventa il punto cruciale da cui parte il film. Tutto ha origine in un’Africa primordiale, dove gli animali vivono spinti da istinti naturali di sopravvivenza. Le scimmie (su cui kubrick si sofferma narrando con la cinepresa la loro semplice vita) sono animali pacifici, il cui principale obiettivo e quello di sopravvivere e preservare il benessere del proprio gruppo. L’unico vero pericolo che incombe su di loro sono i grandi felini predatori che a loro volta, seguendo il principio di natura attaccano le scimmie indifese per sfamarsi. D’improvviso la placida quiete viene interrotta dalla comparsa di un misterioso monolito nero apparso dal nulla, il quale donerà a queste ultime l’intelletto. Ciò porterà la scimmia a evolversi sfruttando una nuova dote acquisita, quella di utilizzare ciò che la natura offre per migliorare le proprie condizioni di vita diventando così più forte e invulnerabile grazie all’uso di un arma primordiale che gli permette di cacciare le prede e difendersi dagli altri animali che usufruivano delle risorse vitali comuni regalate da madre natura alle sue creature. La scimmia proto-ominide razionalizza la violenza del suo istinto tramite la presa di coscienza del male e delle sue conseguenze (temi tanto cari al regista approfonditi 2 anni più tardi in Arancia Meccanica). La narrazione prosegue nel 2001, il caro monolito (un’entità aliena? Un’entità superiore mandata da Dio? Una semplice roccia con proprietà inspiegabili?) viene ritrovato sulla superficie lunare e sarà nuovamente oggetto di attenzioni da parte degli uomini, i quali attratti irresistibilmente da esso lo seguiranno raggiungendo lo stadio evolutivo superiore, rappresentato dallo starchild-superuomo nato dal corpo morto dell’astronauta che rappresenta l’intera umanità. Resta soltanto un nemico da superare, la presunzione di avere sempre una risposta corretta tramite l’analisi puramente fenomenica ed empirica del mondo, questo concetto astratto viene interpretato dall'"attore cibernetico" Hall 9000, un elaboratore talmente infallibile da non essere in grado di prendere coscienza del suo errore.
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