2001: Odissea nello spazio |
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Un film di Stanley Kubrick.
Con Keir Dullea, Gary Lockwood, William Sylvester, Daniel Richter.
continua»
Titolo originale 2001: A Space Odyssey.
Fantascienza,
Ratings: Kids+16,
durata 140 min.
- USA, Gran Bretagna 1968.
- Warner Bros Italia
uscita lunedì 13 febbraio 2023.
MYMONETRO
2001: Odissea nello spazio
valutazione media:
4,84
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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L'invenzione di Kubrickdi Paolo 67Feedback: 9827 | altri commenti e recensioni di Paolo 67 |
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lunedì 27 febbraio 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Kubrick ha cercato di esprimere quello che fino ad allora non era stato espresso. E per far questo, ha inventato la tecnica del film. Il suo genio si manifesta nelle intuizioni, come per la musica, per la quale ha usato i brani inizialmente scelti come colonna sonora provvisoria. Il film attraversa stati d'animo come angoscia, relax, euforia, inquietudine, tensione, malinconia, stupore e meraviglia. I 20 minuti finali, che Kubrick trovava invecchiati e negli ultimi anni della sua vita stava pensando di rifare, sono ispirati all'allora cinema d'avanguardia underground, astratto, mistico e allucinatorio. Il paradosso di questo film è che al raggelamento dell'uomo tecnologico, alla sua automizzazione e robotizzazione corrisponde un'umanizzazione della macchina, che finisce per assumere i difetti umani ed ammalarsi di schizofrenia paranoide (è l'unica a conoscere il fine della missione). Kubrick, inconsapevolmente, sta preparando “Shining”: il feto astrale del finale ritorna nel manifesto di Saul Bass in “Shining”: gli occhi del bambino. Il film si può considerare la civiltà tecnologica che riflette sul suo destino. L'approdo finale è un nuovo stadio, in cui l'uomo si libera (o è liberato) dalla tecnologia, nata sotto il segno della morte e accompagnante l'uomo nella morte (i genocidi su cui sono state fondate civiltà). Leggerete interpretazioni di questo film politiche, filosofiche, biologiche, esoteriche e teologiche (oltre che puramente estetiche). Ma questa “opera di un'ignorante su ciò che ignora” (Kubrick) è anche umile nella sua ambizione, rendendo onore a ogni genere di fede.
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