2001: Odissea nello spazio |
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Un film di Stanley Kubrick.
Con Keir Dullea, Gary Lockwood, William Sylvester, Daniel Richter.
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Titolo originale 2001: A Space Odyssey.
Fantascienza,
Ratings: Kids+16,
durata 140 min.
- USA, Gran Bretagna 1968.
- Warner Bros Italia
uscita lunedì 13 febbraio 2023.
MYMONETRO
2001: Odissea nello spazio
valutazione media:
4,84
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Non esagerare "Ryan"di PoggiFeedback: 1284 | altri commenti e recensioni di Poggi |
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giovedì 13 maggio 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Pur non essendo, come te, uno sfegatato fan di Kubrick (a mio avviso un po' freddino e formalista rispetto ad altri giganti del suo calibro) devo dire che da ciò che hai scritto si deduce che tu di cinema non capisci molto. Completamente alieno da venerazione o da timori reverenziali verso questa ed altre opere considerate capitali nella storia del cinema, non posso tuttavia leggere stupidaggini e rimanere indifferente: come si fa a dire che "2001" non ha inventato nulla!? Addirittura che, quanto a originalità è inferiore a "Star Wars"?Scusa la franchezza: mentre i tuoi amati "Star Wars" (comunque ottimi film)riciclano in fondo i clichè del film di avventura e prendono a prestito elementi un po' a destra e a manca (Es. il robot da "Metropolis" di Fritz Lang), "2001" crea dal primo istante un linguaggio filmico inedito, osando il tutto per tutto quasi ad ogni inquadratura: il quasi totale mutismo di un film lungo più di due ore, l'iperbole più grande della storia del cinema (quella dell'osso che diventa astronave), la scena del trip lisergico attraverso l'universo protratta per più di dieci minuti. E più in generale il tentativo di fare un cinema ASSOLUTO, cioè un cinema che non affida il proprio messaggio (e che messaggio in questo caso!) al linguaggio verbale, alla parola, ma agli strumenti che gli sono connaturati: l'immagine e il suono. Un cinema che trascende la comprensione e vuole essere, al di là di ogni interpretazione, esperienza totale dei sensi, capace di radicarsi direttamente nell'inconscio. Tutto ciò senza parlare dei contenuti filosofici che sono un plusvalore che sta al di fuori di un discorso basato sulla mera analisi del linguaggio filmico. Per cui occhio a non scrivere spropositi (anche se in buona fede).
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