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Uno stuolo di ottimi attori quali Peter O’Toole, Omar Sharif, Philippe Noiret e Donald Pleasence sono chiamati dal noto regista Anatole Litvark a rappresentare i diversi contrastanti modi di essere e di agire, le virtù ed i vizi di tanti che presero parte alla feroce guerra voluta più da Adolf Hitler che dalla Germania contro il mondo intero, le civiltà,le religioni, i popoli tutti che non fossero di pura origine ariana. Mentre si tiene occupata la Francia e a Parigi si portano via opere d’arte, infuria la battaglia da Leningrado a Varsavia, in Africa e in Grecia con migliaia di morti e deportati, campi ci concentramento e di sterminio, forni crematori, c’è chi uccide per abietti motivi personali. Le prostitute sono un’offesa alla purezza e alla bellezza,sono un’insidia a commettere atti impuri e quindi non hanno diritto di vivere. C’è chi pur indossando una splendida divisa di generale ricoperta di croci, medaglie e mostrine, nasconde, sotto tanto sfarzo,ordine e coraggio, tanta miseria umana, falsità,egoismo e tradimento. Alla vigliaccheria di taluni fa eco una solida amicizia umana, rispetto della legalità,perseveranza nel punire i colpevoli di delitti civili,che prevarica i luoghi di nascita. Alla fedeltà si unisce il tradimento, l’attentato al “Mein Fuher” e nel nome dell’una o dell’altro ancora una volta si uccide, ci si fa giustizia. C’è il peccato, il sesso cercato tra le prostitute, e c’è l’amore che è rinuncia alle proprie origini, al nome blasonato per andare a vivere modestamente in campagna. C’è chi ha tradito e chi invece è rimasto fedele ai propri principi. Il generale Tanz,un magnifico ed indimenticabile Peter O’Toole, nel bene e nel male è l’unico vero protagonista di questo ottimo film che non fa una piega così come l’elegante divisa di tutti gli ufficiali che si muovono nei lussuosi saloni dove si tengono ricevimenti all’onore del generale Tanz o a Parigi. Un personaggio irreprensibile, amante della bellezza pura, di fronte all’autoritratto di Van Gogh estasiato si commuove sino al pianto. In quel volto perfetto, artisticamente parlando, si nasconde la verità che lui cela al cospetto del mondo. Un eroe a cui si contrappongono le figure esemplari dell’integerrimo maggiore Grau, un bravissimo Omar Sharif recentemente scomparso,e un Philippe Noiret bravissimo interprete di un perspicace ispettore francese Morand, che in nome dell’amicizia col maggiore tedesco Grau e del suo dovere,finirà col fare giustizia armando la mano dell’assassino. Il principio sostenuto dal maggiore Grau secondo il quale neanche durante la guerra è giusto punire chi uccide per motivi personali,è fondatamente corretto,ma credo proprio che sia stato perseguito da pochi nella storia di tutte le guerre. L’aver ricordato l compito delle Erinni,ovvero delle Furie, secondo cui il sangue va lavato col sangue,fa dire al suo subalterno:È pazzo”. Il film è proprio bello,avvincente,nuovo e ricco di sorprese dall’inizio alla fine, che non è soltanto la fine del film, ma la fine di un individuo che ha catechizzato su di sé addirittura unì’intera generazione per oltre venti anni. Bona la fotografia,la scenografia e la sceneggiatura. Da menzionare il bombardamento con incendio su Varsavia comandato dal generale Tanz che si erge altezzoso ed impettito nella sua auto; come non ricordarlo montare fiero su un dromedario in “Lawrence d’Arabia” ?chibar22@libero.it
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