I giorni dell'ira |
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Un film di Tonino Valerii.
Con Giuliano Gemma, Lee Van Cleef, Yvonne Sanson, Franco Balducci, Andrea Bosic.
continua»
Western,
durata 115 min.
- Italia 1967.
MYMONETRO
I giorni dell'ira
valutazione media:
2,97
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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I MILLE VOLTI DELLO SPAGHETTI-WESTERNdi DAVIDE DI FINIZIOFeedback: 40324 | altri commenti e recensioni di DAVIDE DI FINIZIO |
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lunedì 4 gennaio 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Pur non raggiungendo gli stessi vertici rappresentativi, Valerii mostra di aver sapientemente rielaborato la lezione del suo maestro Sergio Leone. Ne I giorni dell'ira, infatti, regala agli spettatori uno spaghetti-western che non è pura azione e intrattenimento, ma un interessante dramma psicologico che può essere convenzionalmente diviso in due parti e che ruota intorno alle complesse figure dei protagonisti, il bandito Frank Talby e il giovane Scott "Mary" (Mary è il matronimico). Scott è un ragazzo che vive da solo a Clifton, un tranquillo paese in cui da anni non si spara un colpo. Ma tranquillo non è sinonimo di pacifico. Gli abitanti, infatti, e in particolare i pezzi grossi del posto (il giudice, il banchiere, lo sceriffo e il proprietario del saloon) vessano il povero Scott, che è costretto a subire le loro angherie senza possibilità di reagire. L'unico a trattarlo benevolmente è il saggio Murph Allan, che lo ha educato secondo i principi di una superiore dignità e moralità, cose che sembrano totalmente estranee a Clifton e all'intero mondo in cui il giovane è chiamato a vivere. Scott continua ad essere la vittima prediletta dei compaesani, finchè un giorno giunge Talby (un intenso Lee Van Cleef). Tra i due scatta una singolare alchimia: Scott è attratto dal carisma dello straniero, Talby dall'apparente sprovvedutezza del ragazzo, sotto la quale gli sembra di scorgere la stoffa di un vero pistolero. Così, attraverso i poco ortodossi sistemi educativi dello straniero, Scott si trasforma nell'ardito guardaspalle del suo mentore, ottenendo l'agognata rivincita sui pezzi grossi che lo maltrattavano. E nel tranquillo paesino di Clifton si scatenano gli inattesi "giorni dell'ira". Fin qui la prima parte, in cui Scott è rappresentato come un autentico personaggio di formazione e Talby in una luce sostanzialmente positiva. Ma è nella seconda parte che emergono le ombre dello straniero. Frattanto Clifton è cambiato: non è più il desolato paese in cui il giovane era cresciuto, ma un luogo dominato dal lusso e dal benessere. Talby ne è diventato il padrone assoluto, sbarazzandosi parzialmente delle autorità locali. E' a questo punto che in Scott si apre un divario: riemergono i principi del suo antico maestro Murph Allan, che nel frattempo è diventato sceriffo e che confida al ragazzo alcuni segreti di Talby, quali il possesso di armi truccate e la segreta intenzione di sbarazzarsi anche di lui. E soprattutto gli rivela di possedere al sicuro la pistola del leggendario Doc Holiday, dotata degli stessi trucchi delle armi di Talby. Scott è diviso: scegliere tra i suoi due maestri, tra l'una e l'altra fede, diventa difficile. Ma quando Talby ammazza a sangue freddo il povero Murph Allan, Scott prende una decisione: s'impossessa della mitica pistola di Doc Holiday e per i due avversari scatta la resa dei conti. Appassionante e travolgente, questo film non perde un colpo, rivelandosi esattamente all'altezza delle sue aspettative. E se l'innegabile confronto con la trilogia del dollaro può ridimensionarne il valore, a noi resta l'incanto di un western che non è solo piombo e cazzotti, ma che è in grado di coinvolgere lo spettatore, di farlo riflettere e soprattutto di emozionarlo, rompendo gli schemi con la stessa sorpresa del vetro che s'infrange nell'ultimo inatteso fotogramma!
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