Edipo re |
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Un film di Pier Paolo Pasolini.
Con Franco Citti, Alida Valli, Carmelo Bene, Julian Beck, Silvana Mangano.
continua»
Drammatico,
Ratings: Kids+16,
durata 104 min.
- Italia 1967.
MYMONETRO
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La corsa di Edipo
di Andrea GuidiFeedback: 109 | altri commenti e recensioni di Andrea Guidi |
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domenica 24 aprile 2022 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Edipo al trivio corre urlando dopo aver colpito l'araldo che gli si para davanti minaccioso. Corre lungo la direzione da cui era giunto, non per paura o chiara volontà di fuga, ma come se gli fosse rimasto uno scrupolo inconscio, quello di evitare l'incontro diretto con Laio, il padre, che gli aveva intimato di scansarsi dal sentiero. Come se vi fosse ancora una qualche resistenza nel volere degli uomini di fronte al volere del fato. Nel testo di Sofocle questa corsa non compare. In questa corsa Pasolini ritrae il dramma contemporaneo di un figlio che uccide il padre comunque, ma che vuole sempre di più rimandare l'incontro con l'autorità paterna. C'è anche naturalmente un tratto autobiografico, la corsa del suo Edipo è la tendenza a identificarsi con la madre e a rifiutare l'adesione al ruolo maschile, pieno di potere e di identità storica. Ma, oltre questo, e in conforto di questo, c'è l'allusione a una società (quella occidentale contemporanea) che cerca di non raccogliere più il ruolo dell'autorità paterna, lasciandolo al dio produttivo industriale, che, nelle sequenze finali del film, ordina e mette in riga donne e uomini omologati, che si comportano secondo schemi di neutra e ubbidiente assuefazione. Il figlio cosciente e sensibile, in una società dove non si riesce a rielaborare più il padre, se non nell'automazione, non può che essere un mendicante. Il padre è comunque ucciso, dicevamo. Sia nel mito antico che in un artista profondo come Pasolini il padre non può che essere anche il potere politico. Ma può esserci un padre che sappia svincolarsi dai ruoli del dominio mantenendo un'autorità sacra che esalti la vita senza l'obbligo ottuso di impersonare e imporre una sovranità? E qui solamente Ánghelos può superare il potere senza di nuovo cadere nel ciclo asfissiante delle reinterpretazioni politiche. Non la sapienza di chi libera un popolo e non la sapienza di costruire o ricostruire la società innalzano lo spirito, ma la creatività contemplativa e artistica possono farlo. Solo chi sa porgere il flauto alle mani cieche di Edipo può spezzare, con l'espressione della bellezza, la catena dei delitti. Solo il canto dell'uomo può squarciare il velo della terribilità dell'esistere.
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