Una volta in più bisogna ringraziare Enrico Ghezzi e il suo staff per proporci spesso pellicole interessanti, belle e appassionanti, magari un pò "difficili" ma degne di essere viste e valutate. In effetti "Fuori Orario" è da anni una garanzia per gli appassionati di cinema e non ha proprio mai deluso nessuno. L'ultimo regalo è questo film di Alain Robbe-Grillet, regista e scrittore impegnato sul cinema d'avanguardia, un bel bianco-nero che propone nuovi ritmi e... amenità atto a discostarsi nettamente dai lavori dell'epoca, si parla del lontano 1966. "Trans-Europe-Express", un titolo già importante con una trama intrigante dai risvolti curiosi che possono anche disorientare lo spettatore, dal momento che reale e immaginario si susseguono incessantemente in un raffinato intreccio di situazioni. Jean-Louis Trintignant protagonista assoluto, ben assecondato da una giovane e bella Marie-France Pisier che si propone in situazioni molto spinte per l'epoca, audaci ma mai volgari. L'assenza di volgarità è d'altronde un asso nella manica di Robbe-Grillet, che anche in altri film, come "Oltre l'Eden" o "Giochi di Fuoco", riesce sempre a stupire per l'eleganza formale che usa per mostrare scene spesso piuttosto forti ed esplicite. Tutto parte da Parigi. Alain Robbe-Grillet, il produttore e la sua segretaria salgono sul "TEE" alla volta di Anversa. Durante il viaggio dovranno discutere del prossimo film. Sullo stesso treno sale Trintignant, dopo essersi procurato una valigia e alcune riviste sexy che nasconde all'interno del settimanale "Express". Al momento di acquistarle si gira verso lo spettatore infastidito (prima amenità del film). Poi sceglie il posto in treno, sedendosi nello scompartimento di Robbe-Grillet e compagni. Però è inquieto, vorrebbe leggere ma si sente osservato, non si sente a suo agio, allora prende seccato riviste e valigia e cambia scompartimento. In questa scena Trintignant è superlativo. Una curiosità: Robbe-Grillet, al contrario di segretaria e produttore, non riconosce l'attore... Poi ne parlano e sono d'accordo per proporre a lui la parte del film che stanno sviluppando. Da questo momento sarà difficile separare la vita reale di Trintignant da quella "pensata" per la parte del film, ma proprio questo è ciò che rende intrigante e unica la pellicola. La cosa straordinaria è che lo spettatore stesso si sente a volte anche lui in dovere di modificare la sceneggiatura, tanto è il coinvolgimento mentale nella storia, una specie di "interazione" con regista e attori. D'altronde si tratta di fare un nuovo film, quindi ogni variazione sarebbe possibile, creare nuovi sviluppi e personaggi per poi discuterne con Robbe-Grillet... Un'occasione unica... Senza fantasticare troppo il film concede incontri imprevisti e situazioni grottesche e improbabili, come l'interrogatorio esilarante da parte dei due doganieri sui pacchi, il revolver, la catena e la valigia (Vuota! Vuota? Vuota!) che Trintignant ha con sé. Strano, la valigia a Parigi era stata riempita con tre pacchi e la catena, con la quale lega una compiacente Marie-France Pisier al letto per un gioco erotico, quando è stata comprata? Il segreto è non farsi domande e guardare con leggerezza questo splendido film, sperimentale per l'epoca, di Alain Robbe-Grillet, grande anticipatore di stili e cineasta davvero unico. Nel finale, alla stazione di Anversa, regista e attori si vedono per un attimo in un contesto che una volta in più spiazzerà lo spettatore. - di "Joss" -
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