renato c.
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lunedì 15 febbraio 2016
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grande albertone!!
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Peccato che la trama non sia originale ma è presa dal film di Gian Luigi Polidoro: "Il diavolo" interpretato anche quello da Alberto Sordi! Forse sull'onda del successo di quel film l'Albertone nazionale ha deciso di farne un'altro simile ambientato però in Inghilterra al posto della Svezia; ne è uscito in ogni caso un film piacevole! Sordi che è stato anche soggettista di questo film, ha fatto per la prima volta il regista ed al bianco e nero de "Il diavolo" ha sostituito un bel technicolor e cinemascope che hanno molto giovato alle riprese, specie quelle panoramiche, della città di Londra! Poi la trama è quella: l'Italiano che va a Londra per lavoro e che già che c'è non disdegna qualche possibile avventura! Inoltre va in giro sempre vestito da Inglese e va anche a cena in un lussuoso ristorante britannico, ma poi rimanendo deluso del piatto che gli hanno portato va a farsi una bella spaghettata in un ristorante italiano! (Questa sequenza ricalca un po' quella di "Un Americano a Roma" dove vuol fare l'Americano anche mangiando ma che poi tira fuori spaghetti e vino).
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Peccato che la trama non sia originale ma è presa dal film di Gian Luigi Polidoro: "Il diavolo" interpretato anche quello da Alberto Sordi! Forse sull'onda del successo di quel film l'Albertone nazionale ha deciso di farne un'altro simile ambientato però in Inghilterra al posto della Svezia; ne è uscito in ogni caso un film piacevole! Sordi che è stato anche soggettista di questo film, ha fatto per la prima volta il regista ed al bianco e nero de "Il diavolo" ha sostituito un bel technicolor e cinemascope che hanno molto giovato alle riprese, specie quelle panoramiche, della città di Londra! Poi la trama è quella: l'Italiano che va a Londra per lavoro e che già che c'è non disdegna qualche possibile avventura! Inoltre va in giro sempre vestito da Inglese e va anche a cena in un lussuoso ristorante britannico, ma poi rimanendo deluso del piatto che gli hanno portato va a farsi una bella spaghettata in un ristorante italiano! (Questa sequenza ricalca un po' quella di "Un Americano a Roma" dove vuol fare l'Americano anche mangiando ma che poi tira fuori spaghetti e vino). Forse la parte più originale è quando segue Elisabeth a Richemond e si trova in mezzo all'allora società hippy disinibita, dove un'altra ragazza gli chiede di baciarla e a lui sembra di essere in paradiso!! Poi però viene a trovarsi nel bel mezzo di una lotta delle moto con le catene, viene arrestato e rispedito in Italia! Una cosa che ha contribuito alla fortuna di questo film è stata la canzone "Breve amore" che sarebbe poi stata per diverso tempo nella "hit parade" e di cui pare esistano versioni interpretate dallo stesso Alberto Sordi!
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elgatoloco
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venerdì 29 giugno 2018
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sordi è sordi
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Grande Sordi, anche se in questo suo primo film da regista, "Fumo di Londra"(1966) .-ma anche soggettista e co-sceneggiatore con Sergio Amidei-è, più che documentaristico, comunque"fenomenologico"; ossia attento a mostrare, non a"dimostrare", semmai invece ad alludere-alla condizione tipica dell'Inghilterra(non genericamente Great Britain), quella old England, ma anche "new England", compresa le prime esperiene di free love, cui l'italiano Sordi guarda con atteggiamento da un lato di attrazione, dall'altro di scetticismo, dato anche dall'opzione religiosa cattolica. Ma nel finale(pur se anche verso old England la"fenomenologia"qualche volta va oltre sé, smascherando il traffico d'opere d'arte false e la "barbarica", convenzionale ritualità della caccia alla volpe)quando un gruppo di"young angries"arriva alla violenza e arriva la polizia.
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Grande Sordi, anche se in questo suo primo film da regista, "Fumo di Londra"(1966) .-ma anche soggettista e co-sceneggiatore con Sergio Amidei-è, più che documentaristico, comunque"fenomenologico"; ossia attento a mostrare, non a"dimostrare", semmai invece ad alludere-alla condizione tipica dell'Inghilterra(non genericamente Great Britain), quella old England, ma anche "new England", compresa le prime esperiene di free love, cui l'italiano Sordi guarda con atteggiamento da un lato di attrazione, dall'altro di scetticismo, dato anche dall'opzione religiosa cattolica. Ma nel finale(pur se anche verso old England la"fenomenologia"qualche volta va oltre sé, smascherando il traffico d'opere d'arte false e la "barbarica", convenzionale ritualità della caccia alla volpe)quando un gruppo di"young angries"arriva alla violenza e arriva la polizia. L'antiquario(finto marchese)è innamorato della cultura english, da perugino(talora Sordi nel corso della sua carriera si è"deplacé"come non Romano, pur se l'accento....lo rivela, ma ovviamente qui si contiene, anche per un accento all'inglese spesso millantato. Un po'è la logica di "Un americano a Roma", decisamente anteriore, , dove ripiegava sugli spaghetti o all'episodio"Le vacanze intelligenti"da"DOve vai in vacanza?", decisamente posteriore, per dire di una continuità tematica e nella produzione di senso dei suoi film. Fiona Lewis era attrice bella quanto espressiva, in questo film che le ha dato notevole notorietà. El Gato
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elgatoloco
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martedì 1 ottobre 2019
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sordi sempre efficace
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Per dimostrare ancora una volta il valore di Alberto Sordi, questo"Fumo di Londra"(1966), che, senza volerlo paragonare ad altri suoi film o a film coevi e/o posteriori sulla"swingng London", gags sullla storico-classica incomprensione/simpatia tra Britannici e Italiani a parte, coglie "impressionisticamente"(e il cinema è difficle che faccia/riesca a fare di più, francamente)momenti e situazioni , appunto, della Londra dei"Beatles"(mai direttamente citati/implicati e proporli direttamente sarebbe stato inutile quanto banale, in verità), di Mary Quant etc; del resto anche"Easy Rider"(196)Di Hopper-Fonda non è un trattato sull'America(States)-hippie ma ce ne dà dei frammenti.
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Per dimostrare ancora una volta il valore di Alberto Sordi, questo"Fumo di Londra"(1966), che, senza volerlo paragonare ad altri suoi film o a film coevi e/o posteriori sulla"swingng London", gags sullla storico-classica incomprensione/simpatia tra Britannici e Italiani a parte, coglie "impressionisticamente"(e il cinema è difficle che faccia/riesca a fare di più, francamente)momenti e situazioni , appunto, della Londra dei"Beatles"(mai direttamente citati/implicati e proporli direttamente sarebbe stato inutile quanto banale, in verità), di Mary Quant etc; del resto anche"Easy Rider"(196)Di Hopper-Fonda non è un trattato sull'America(States)-hippie ma ce ne dà dei frammenti....IN altri termini, qui come in "Finché c'è guerra c'è speranza"il Sordi autore, oossia sceneggiatore, regista, protagonista sa cogliere, se non tutto lo"spirito del tempo"(ma il cinema, appunto, difficilmente riesce a farlo)di segni degli sttessi, il che è giàò molto. Le anziane signore very brutish che preferiscono i cani ai bambini e lo dichiarano, altro ancora(ma ho scelto l'aspetto più caratterizzante la differenza rispetto alla"cultura diffusa"italiana)mostrano come un autore valorizzato in genere solo come grande interprete sia sato, in realtà, capace di andare molto oltre, cogliendo ben altro. Se poi pensiamo al fatto che il film è del 1966 qaundo il fenomeno in Italia veniva analizzato a livello sociologico ma certamente ben poco a livello di spettacolO(che sio sappia, almneo, dato che la mia condizione di allora, di preadolescente non mi consentiva di saperne e capirne di più), credo che Sordi abbia compiuto un'operazione notevolissima. Un'ulteriore menzione: Sordi come regista ha scelto i volri, le espressioni, i personaggi british realmente più interessanti, decisamente oltre alla co-propostagonista Fiona Lewis. El Gato
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gianfranco
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sabato 7 luglio 2007
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una bella cartolina
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Ho visto "Fumo di Londra" per la prima volta, a quant'anni dalla sua uscita nei cinema.
Prima di oggi, infatti, mi era sempre sfuggito nei passaggi televisivi. Mentre altri film di Alberto Sordi ancora oggi mi affascinano ed appassionano (tra i tanti, Un borghese piccolo piccolo, Lo scopone scientifico etc.) "Fumo di Londra" ha il sapore di una bella cartolina, evocativa ma con poca anima. Certo, la fotografia è bellissima, così come lo sono le musiche di Piero Piccioni. Sicuramente è affascinante l'aspetto "documentaristico" che immortala una Londra nella metà degli anni 60, divisa tra rigide tradizioni e paradossali ribellioni. Si spazia dallo shopping nei lughi "Mito", al tradizionale cambio della guardia, fino al pittoresco castello inglese ove il personaggi di Sordi incontrerà dei veri nobili che sembrano usciti da una stampa inglese.
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Ho visto "Fumo di Londra" per la prima volta, a quant'anni dalla sua uscita nei cinema.
Prima di oggi, infatti, mi era sempre sfuggito nei passaggi televisivi. Mentre altri film di Alberto Sordi ancora oggi mi affascinano ed appassionano (tra i tanti, Un borghese piccolo piccolo, Lo scopone scientifico etc.) "Fumo di Londra" ha il sapore di una bella cartolina, evocativa ma con poca anima. Certo, la fotografia è bellissima, così come lo sono le musiche di Piero Piccioni. Sicuramente è affascinante l'aspetto "documentaristico" che immortala una Londra nella metà degli anni 60, divisa tra rigide tradizioni e paradossali ribellioni. Si spazia dallo shopping nei lughi "Mito", al tradizionale cambio della guardia, fino al pittoresco castello inglese ove il personaggi di Sordi incontrerà dei veri nobili che sembrano usciti da una stampa inglese. Poi, grazie ad una giovane contesstina dalla doppia vista, scoprirà la swinging London, i capelloni, l'amore libero e promiscuo. Fino all'epilogo frettolosso di una partenza strategica, per rioentrare nella cara vecchia Italia. E' apprezzabile che il personaggio di Sordi non è il classico italiano proletario o popolano, che il cinema ha spesso reso imabarazzante per esigenze comiche. Qui, il suo Dante è un benestante antiquario romano trapiantato a Perugia ove gestisce un negozio di antichità. A Londra, Dante soggiorna in un lussuoso albergo, parla correttamente inglese, veste elegantemente per ambientarsi alla moda tradizionale inglese, passando per un perfetto gentleman. Tuttavia, alcuni scivoloni narrativi e descrittivi sono imperdonabili. Fra tutti, il doppiaggio, con fasulli intercalari, spesso fuori sincron. Per non parlare di un certo atteggiamento acritico che permea il viaggio del protagonista. In altri momenti, invece, si ritrovano dei sani sorrisi e l'attea comicità dolce-amara. Comunque, un film da vedere, ricordare e conservare.
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