Slalom |
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Un film di Luciano Salce.
Con Vittorio Gassman, Daniela Bianchi, Adolfo Celi, Beba Loncar, Emma Danieli.
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Commedia,
durata 108 min.
- Italia 1965.
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tipica commedia à l'italienne, con sfondo "giallo"
di elgatolocoFeedback: 257572 | altri commenti e recensioni di elgatoloco |
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mercoledì 21 dicembre 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Tipica commedia all'italiana degli anni Sessanta(rolling sixties?Mah...), anzi qui siamo proprio a metà, non particolarmente geniale, ma che dà a Gassman mattatore la possibilità di prodursi nel consueto repertorio, da romano spaccone ma in questo caso frustrato, pur non rinunciando alla"caccia"(di donne, ovviamente), coinvolto in una vicenda che non capisce, di cui non sa venire a capo fino alla fine. Da Roma al Sestrière al Kairo, poi di ritorno in montagna-slalom frastornante, dove le donne(Beba Loncar, Isabella Biagini, Daniela Bianchi allora poco prima o dopo"Bond girl")hanno un ruolo prevalentemene ornamentale, a dire il vero... Storia abborracciata e abbastanza(volutamente, in realtà, perché in epoca di guerra fredda non si poteva"dire il nome della cosa", ossia delle superpotenze, anche se si può cogliere un riferimento, invero molto prudente, alla Cina maoista), opera dei non proprio sempre geniali Castellano e Pipolo, Gassman e il regista Luciano Salce(amiconi)un po'"en souplesse", una colonna sonora da canzoncine, invero noiosissima, in quanto piena di réfrains oltremodo noiosi... ma questa è una caratteristica di molte commediole filmate, in cui magari non erano state concordate convenzioni con le case discografiche per i brani migliori. C'è anche un altro amico di Gassman(e di Salce), l'ottimo Adolfo Celi, il cui ruolo, però, è invero abbastanza limitato, non proprio"debordante". Film leggero, da vedere e guardare se non si ha di meglio da fare, ma... i pareri possono essere oltremodo discordanti, se si vogliono cogliere nel film"messaggi"subliminali o altri. Chi scrive ritiene con Hitchock che i "messaggi li porti il postino"e qui l'unico senso complessivo può essere non tanto il"disincanto del mondo"(sarebbe troppo, francamente)quanto, se mai, una dimensione di"essere stoned", essere sconcertati dal mondo e dalle sue sorprese: per il personaggio-protagonista l'essere"gettato"in un'avventura "spionistica"(parodia di James Bond, come anni ci saremmo già, ma francamente non credo sia proprio questo lo scopo da raggiungere, semmai Hèlene-Beba Loncar è una sorta di Mata Hari, piuttosto, ma si tratta comunque di interpretazioni forse pretestuose, lontane da quanto gli autori si proponevano, oltre al divertimento del pubblico. El Gato
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