Per qualche dollaro in più

Sì, il mito, o meglio,la sua consacrazione: dopo l'esordio di Bob Robertson, Sergio Leone ci dà una lezione di cinema con il seguito (ma dove è se non nella tipologia della moneta!)con la magia elettrica di un ermetismo poetico della battuta, i primi piani che diventano cult, le scene vissute in coreografie spartane, essenziali, in uno con i dialoghi, e poi le musiche di un Morricone da Oscar, come sarà. Eastwood, Van Cleef, Volontè sono gli ingranaggi di un meccanismo ben oleato che si intersecano mirabilmente tramite una trama scarna, ma essenziale quanto basta: "Prova con questa, Colonnello...", "Bravo", "Lo sa il cielo lo sa", "Via, via, non avete mai visto un cavallo ?", "Questo teno ferma a Tucumcari"...la storia è scandita da queste pietre miliari che confezionano un capolavoro di ingegneria cinematografica: dopo oltre quaranta anni nessuno è riuscito a riproporre cinema simile, forse Costner ne ha qualche passaggio in 'Balla coi lupi', ma siamo assai lontani.Rimane la nostalgia di un'epoca,irrecuperabile ed irrepetibile, che si congeda con l'ultima frase del film:" Niente vecchio, non mi tornavano i conti", veramente mediatica nel preannunciare l'impossibilità di ripetere fasti così epocali.