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Dire che negli anni Sessanta del 1900 il cinema italiano era valido è dire qualcosa di scontato, di risaputo, è ripetere ciò che è scontato, diremmo, Questo"Le belle famiglie"di Ugo Greogretti(1964), da lui scirtto, segue la formula del film a episodi e risulta tutt'altro che scontato: c'è la ragazza sicula(qui Annie Girardot)che sogna con i fotoromanzi e si fa suora per non cedere alle insistenze paterne, c'è la donna che si trova a curare marito "amico", ma poi ci"casca"anche con il medico; c'è il solito"seduttore da spiaggia"made in Rome che incontra sulla spiaggia una wikinga con tanto di marito indifferente, ma poi.., c'è una donna dell'alta società che per provare il "tasso di gelosia"del marito, cerca di farsi sedurre da un domestico-valletto, ma senza reazioni reali da parte del marito stesso, ... c'è un repertorio, insomma, "strano"sullla situazione dell'italia d'allora in cmapo rotrico, sentimentale e... Non molto da dire, ma le deformazioni grottesche sono vistose e forse è la prima volta, nel cinema"mainstream"che si parla di tendenze gay, allora ancora penalizzate per legge... Film quasi in controtendenza, che denunciava bigottismo, arretratezza culturale e altro ancora, in un panorama culturale molto"rétro". Elemento non da poco. Con inteepreti del calibro di Totò, Sandra Milo, Annie Girarodt, Adolfo Celi, un allora quasi sconosiuto Jean Rochefort... NannY Loy in veste di attore e altri(e)ancora. E non è poco.... El Gato
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