I pugni in tasca

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Un film di Marco Bellocchio. Con Paola Pitagora, Lou Castel, Marino Masé, Liliana Gerace Drammatico, Ratings: Kids+16, b/n durata 107 min. - Italia 1965. - Cineteca di Bologna uscita lunedì 19 ottobre 2015. MYMONETRO I pugni in tasca * * * * - valutazione media: 4,36 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
sara mercoledì 21 marzo 2007
psico-socio poesia Valutazione 4 stelle su cinque
70%
No
30%

questo film narra la storia di una famiglia composta da quattro fratelli, tre dei quali malati di epilessia e la loro madre cieca. vivono in una villa fuori città piena di orpelli e malconcia, sintomo di una condizione umana di decadimento. le loro vite si trascinano incolori tra la noia e la volontà di danneggiarsi a vicenda. l'unico fratello sano, augusto deve mantenere leone, ale, giulia e la madre con il suo lavoro.ciò gli impedisce di avere una vita libera e normale e di sposarsi con la fidanzata lucia, banalissima ragazza di città con la quale ha una storia. il desiderio di augusto di staccarsi dal peso dei familiari viene vissuto da giulia e ale in modo drammatico. giulia cerca di boicottare la relazione del fratello con una lettera anonima, ale al contrario si rende conto di essere un ostacolo all'affermazione e felicità di augusto e decide di uccidere la famiglia e se stesso per lasciare finalmente libertà ad augusto. [+]

[+] splendida recensione (di prag)
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jacopo-bologna venerdì 4 settembre 2009
l'estetica dello sconvolgente Valutazione 4 stelle su cinque
73%
No
27%

I pugni in tasca è un film torbido, morboso, sconvolgente. Il protagonista del film, Ale, non si può ritenere uno psicopatico o un folle assassino; è lucidissimo, è un serial killer con un fine bene preciso : il bene della sua famiglia. A differenza di "L'argent" di Bresson qui l'omicidio non è visto in un'ottica sartriana : cioè la perdita di valore della morte, come se fosse una cosa normale,data per scontata per la quale non ci sia nemmeno da stupirsi; Ale uccide per donare la libertà ai suoi famigliari : il fratello malato e la madre cieca erano un peso secondo lui, simboleggiavano le catene di queste famiglia, una zavorra , ma erano anche i collanti e con le due uccisioni questa andrà via via disgregandosi. [+]

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weach domenica 3 ottobre 2010
il silenzio che parla Valutazione 4 stelle su cinque
56%
No
44%

i Pugni in tasca", è esordio sorprendente di Marco Bellocchio del 1965 
In quell’anno Bellocchio aveva appena  25 anni e già dimostrava tante delle sue doti : la capacità di selezionare il silenzio come strumento propulsivo dell’ azione , viatico per una seria introspezione e per concepire una marcata caratterizzazione di personaggi; il tutto poi supportato da  sicura conoscenza della tecnica cinematografica.
Il dramma si consuma in una famiglia medio borghese nella  campagna Piacentina.
Quattro fratelli ed una mamma cieca vivono il dramma della follia .
Luc Castel e Sandro;
Paola Pitagora  è Giulia;
Marino Masè  è Massimo è il fratello maggiore ;
Alessandro  il fratello non abile;
Liliana Gerace è La mamma . [+]

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gianleo67 sabato 8 dicembre 2012
macabra ballata familiare Valutazione 4 stelle su cinque
75%
No
25%

Giovane avvocato vive con la famiglia,la mamma cieca due fratelli e una sorella, in una isolata villa nelle campagne di Piacenza. I suoi progetti prevedono il matrimonio con la giovane Lucia e l'indipendenza dalle esigenze economiche della sua famiglia. Lascia così che il diturbato fratello Sandro elimini la madre e l'altro fratello minorato (Leone) prima di morire egli stesso durante un attacco epilettico.
Tra gli spunti grotteschi di una tetra ironia e le ambigue sottigliezze di un'acuta indagine psicologica va in scena lo psicodramma familiare dell'esordiente Bellocchio; commedia nera che partecipa del nuovo e sorprendente  filone del cinema italiano e che (con varietà tematiche e peculiarità stilistiche diverse) si snoda su di un percorso autoriale cui attingeranno i cineasti nostrani della contestazione e del '68 (Bertolucci,Ferreri e in certa misura anche Samperi). [+]

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sisto razzino giovedì 20 giugno 2013
debotto. Valutazione 5 stelle su cinque
75%
No
25%

 Quando si parla di Nouvelle Vague, la cinematografia italiana mette sul tavolo i due suoi assi nella manica per contribuire a quello che fu un cambio di pelle del cinema mondiale: ''Prima della rivoluzione'' ( secondo film di Bertolucci ), ed''I pugni in tasca'' di Bellocchio. [+]

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noia1 domenica 5 aprile 2015
vicenda forte film intenso Valutazione 4 stelle su cinque
67%
No
33%

Una famiglia e il rapporto particolare tra i vari componenti.
Incredibile, una provocazione nella provocazione. Un ritratto di famiglia attraverso i suoi elementi più disfunzionali, in mostra vengono poste le difficoltà, le tensioni, gli intoppi che crea l’ambiente. Non è però il banale ritratto di una media famiglia borghese, bensì un gruppo di fratelli con ciascuno i propri difetti e le proprie caratteristiche, un gruppo però malato dove l’emblema di questa disgraziata situazione è la madre, depressa e malinconica. Gli atteggiamenti sono quelli dei ragazzini infantili eppure tutti hanno superato di gran lunga i vent’anni, età che, soprattutto nell’Italia anni ’60, è significato di maturità, un’età dove ci si prende la vita sulla spalle. [+]

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etmovie domenica 25 giugno 2017
52 anni e non sentirli Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
0%

 Sono un po’ stupito di trovare ancor oggi recensioni, anche non amatoriali, improntate ad un’analisi da sinistra come unica possibile interpretazione del film: ci stava fino a 40 anni fa, ma oggi questo film è più attuale che mai, e decisamente supera queste interpretazioni. Perché per esempio non vederlo allora in chiave di “etica del capitalismo” Weberiana? Ci scorgeremmo la storia di una famiglia che, un tempo ricca (a giudicare dalla casa padronale in disarmo, piena di ricordi del passato sui muri ) non impegnandosi a stare attiva, come il capitalismo richiederebbe, non ha più flussi in entrata. La madre è una povera cieca, il padre chissà dov’è, e quindi ecco una progenie tarata, per la quale anch emantenere la madre cieca non è la goccia nel mare che sarebbe stato nelle generazioni precedenti. [+]

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rinogaetanoforever martedì 20 ottobre 2015
esordio folgorante Valutazione 5 stelle su cinque
0%
No
0%

Non è un film sul disagio giovanile,ma semplicemente la voglia di Ale di fuoriscire dagli schemi imposti da una società,che all'epoca era falsamente perbenista e bachettona.
Il desiderio di distruggere,tutto ciò che di spontaneo non si vuol fare,come assistere chi ha bisogno,annientare il buonismo imperante nell'italia delle famiglie perfette,uscire dal recinto della "normalità".
L'alienazione umana,che culmina con i doveri stantii e dogmatici nei confronti della famiglia,viene derisa da Marco Bellocchio,attraverso la sincerità dei personaggi,che si può notare nella mancanza di dolore,alla morte della madre,dove traspare solo consapevolezza di un evento atteso da tempo,ma ami davvero dichiarato. [+]

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stefanocapasso sabato 1 dicembre 2018
sofferenze patologiche ed esistenziali Valutazione 4 stelle su cinque
0%
No
0%

 In una villa di campagna piacentina vive una famiglia problematica. La madre è cieca, due figli soffrono di epilessia, Giulia è innamorata dei due fratelli e Augusto, il maggiore è l’unico che conduce una vita normale, ha un lavoro ed esce. Tutti gli altri sono quasi rinchiusi nella antica villa, lontana dalla società che è in evoluzione. Per Bellocchio però il malessere sociale arriva anche li, l’istituzione famiglia è in piena crisi, la malattia sociale è in questo caso anche malattia patologica. Se nella prima parte il maggiore dei fratelli si erge a protagonista, lui che dirige le cose di casa, nella seconda parte Alessandro si erge ad assoluto problematico protagonista. [+]

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matteo m sabato 21 marzo 2009
film imperdibile Valutazione 5 stelle su cinque
33%
No
67%

film epocale nella storia del cinema italiano,raramenente un regista all'esordio ha toccato simili livelli.Pauroso,dove la paura nasce dalla disperazione del figlio,dalla sua angoscia nei confronti dei suoi famigliari,dalla mancanza di realizzazione mel mondo in cui vive. Si assiste alla mancanza di dialogo all'interno della famiglia e la parola speranza in questo film è da subito cancellata per lasciar posto a tutte le malvagità che si annidiano nella mente contorta del suo protagonista. Anche i luoghi di periferia alimentano quel senso di disagio che il film ci intende dare.

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