Mary Poppins

Certo, "Mary Poppins"(1964, Robert Stevensn, da romanzi di Pamela Lyndon Traves)è produzione Disney, ossia di una major cinematografica che certo non indulge a sitauzinismi facili, a sovversioni di qualqunue genere. Un po', poi, si respirava (e temeva)il vento hippie, beat, rock e allora,,,correre ai ripari era d'uotpo, ma la cosa viene fatta in modo intelligente, senza strafare, senza esagerare in alcun senso, entro i crismi dell'"accettabile"e allora il film"passa"e rimane in qualche modo indimentidacibile, fin dall'inizio dell'ottimo menestrello reso da Dick Van Dyke, arrivando poi alle"mirabolanti imprese"di Mary Poppins, alias Julie Andrews(per decenni l'attrice è stata troppo frettolosamente identificata con questo suo personaggio-clou)e quanto ne consegue: riflessione sul modello sbagliato di educazione autoritaria etc. , modello sociale "fissista"quANTO STOLIDAMENTE STATICO-CONSERVATORE. Un film veramente strarodinario per:A)uso del technicolor; 2)sintesi tra musica e immagini e parole, in yna forma di musical pienamente realizzato; C)sintesi tra cinema di interpreti "umani"e cartoons, straordinaria in specie se consideriamo i limitativvimi mezzi a disposizione all'epoca... risibili in confronto a quanto informativa e telematica consentono oggi. Dire dellinterpretazione non è banale, ma bisogna piuttosto considerare l'amalgama di tutti gli elementi citati più altri(scenografia, coreografia etc.) sopra e dell'intepretazione che si inserisce in un quadro in qualche modo"perfetto". In più la Gran Bretagna del 1906 rlletta negli States di più di mezzo secolo dopo. Un'ultima osservazione: benissimo anche la traduzione italiana, che in genere nel musical attuale dà luogo a incogrenze metriche non fa poco, per non dire"catrastrofiche".... El Gato