La vita agra |
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Un film di Carlo Lizzani.
Con Ugo Tognazzi, Giovanna Ralli, Giampiero Albertini, Rossana Martini, Giuliana Rivera.
continua»
Drammatico,
b/n
durata 100 min.
- Italia 1964.
MYMONETRO
La vita agra
valutazione media:
3,38
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Una civiltà visiva superioredi AlfioSquillaciFeedback: 1269 | altri commenti e recensioni di AlfioSquillaci |
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domenica 25 agosto 2019 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Rivisto il film su La7 "La vita agra" (1964) di Carlo Lizzani, dal libro di Luciano Bianciardi. Ritrovo la Milano di un decennio prima che ci arrivassi io. È in scena la dialettica "disintegrazione/integrazione" di un intellettuale che approda a Milano dalla provincia. Bianciardi, anarchico toscano, raggiunge la capitale del miracolo economico italiano imbottito di tritolo, mentale esplosivo col quale intende far saltare in aria la Montedison di largo Donegani, ma anche ordigno ideologico intriso di risentimento e di rifiuto della fiorente "civiltà neocapitalistica" (locuzione presente nel dialogato della pellicola). Ma l'integrazione (titolo di un altro libro di Bianciardi fuso nella trama del film) è in agguato con le sue astuzie, inganni, violenza simbolica, seduzioni, e il nostro Bianchi/Tognazzi vi cede diventando un ideatore di slogan di prodotti di largo consumo.
Il film sembra provenire da una civiltà visiva superiore inimmaginabile ai giorni nostri; leggero nei "salsicciotti" (termine col quale gli sceneggiatori italiani - qui i due mostri sacri Vincenzoni e Amidei - indicavano le scenette briose di interludio narrativo) e profondo nei dubbiosi interrogativi con i quali si assedia la descrizione critica di quella che i Nomadi quattro anni dopo avrebbero chiamato (di già) "la nostra stanca civiltà".
Recitazione emozionante, anche solo nella mimica, di Tognazzi, e di una smagliante Giovanna Ralli, l'indimenticabile Elide Catenacci di "C'eravamo tanto amati".
Una Milano nebbiosa e caliginosa resa in un bianco e nero chiaroscurale di intensa e lirica bellezza. Ultima immagine una zoomata sulla Torre Galfa (oggi rimessa a nuovo)..
Bravo il regista Lizzani nel tenere a freno la sua ideologia contrastiva comunista e a lasciar parlare il reale. Un'opera che ti dà l'idea di che grande Paese è stata l'Italia quando cresceva e discuteva su se stessa.
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