La stirpe dei dannati |
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Un film di Anton Leader.
Con Alan Badel, Barbara Ferris, Ian Hendry, Alfred Burke, Bessie Love.
continua»
Titolo originale Children of Damned.
Fantascienza,
Ratings: Kids+13,
b/n
durata 90 min.
- Gran Bretagna 1964.
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Le paure (in)giustificate dell''Uomo.di Piero SurianoFeedback: 6 | altri commenti e recensioni di Piero Suriano |
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lunedì 9 settembre 2024 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
È il sequel del riuscitissimo Il villaggio dei dannati uscito quattro anni prima. Scoprire un bambino super intelligente e dalle eccezionali capacità psichiche già mette in fibrillazione il mondo della scienza. Ma quando a Paul, la cui madre inglese illibata urla a più non posso la sua innocenza (“lui non è mio, lo solo messo al mondo” e, ancora, non ce l’ha un padre, non è di questo mondo”), si aggiungono altri cinque bambini con superpoteri mentali, da varie parti del mondo, fra le quali, Calcutta e Mosca, la questione diventa seria. Se ne interessano i militari. Investe la politica alla quale non garba, in piena guerra fredda, condividere informazioni considerate segreti di stato. Alla fine le Nazioni Unite riescono a riunirli all’ambasciata di Londra, superando le diffidenze dei politici di fronte alla comune minaccia. Rispetto al primo film diretto da Wolf Rilla, questo girato da Anton Leader ha minore tensione e suspense. I bambini alieni sono ridotti di numero, hanno origini terrestri e sono figli di un salto evolutivo di milioni di anni. Qualcosa che accade “una volta in sei miliardi di anni” è invece avvenuto contemporaneamente in sei diverse zone del mondo. Il terrore degli uomini e la paura dei bambini nell’atto di rifugiarsi in una chiesa diroccata sono però gli stessi. Anche l’incomunicabilità con la nuova realtà evolutiva è comune ai due film. Il dottor David Neville, un suadente Alan Badel, cerca di porre rimedio a tutto ciò in nome della scienza. Ma senza esito. I bambini, soggetti di studio dell’Unesco, periranno nell’esplosione finale della chiesa, ultimo loro rifugio dal terrore sanguinario degli uomini. Per giustificare tutto ciò e per spiegare quello che viene ritenuto dagli scienziati uno scherzo biologico, si scomoderanno perfino Pavlov e i suoi esperimenti sui topi sul riflesso condizionato e Darwin e la sua teoria della “sopravvivenza del più forte”. Quando due specie si trovano a condividere lo stesso territorio è inevitabile il conflitto. La distruzione dell’una è la salvezza dell’altra. A vincere non è il più forte, ma quella più adatta all’ambiente nella quale vive. Ovviamente si parteggia sempre per l’uomo a scapito degli alieni che, pur considerati molto più intelligenti, sono destinati a morire, come da copione. Se non si cerca a tutti i costi un confronto con il primo film, questa pellicola resta pur sempre uno dei capisaldi della cinematografia horror fantascientifica.
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