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Diciassette anni prima di " TheElephant Man",un altro film sulla vera storia di un "mostro" vittima della crudeltà del mondo "normale".Ma a Ferreri(che interpreta il missionario nelle diapositive)non interessa suscitare commozione mostrandoci la natura umana e l'animo gentile e innocente celati nella donna scimmia,bensì il cinismo sfrenato di chi la sfrutta praticamente senza ritegno a scopi di lucro.Il film diventa così una grottesca e sgradevole metafora dei rapporti umani basati sulla sopraffazione e l'emarginazione,dove alla "mostruosità"fisica di Maria(una sensazionale Girardot)si contrappone quella morale di Antonio(un implacabile Tognazzi),non meno ripugnante.E' anche uno dei film più lucidi del regista nel mistificare il rapporto tra i sessi.Le violente reazioni della censura all'epoca spinsero il produttore Carlo Ponti(ma quello se non rovinava un film non era contento?)a imporre un finale meno cattivo dove dopo il parto Maria perdeva i peli,il figlio nasceva normale e Antonio doveva trovare un lavoro onesto.Fortunatamente,questo valse unicamente per le versioni francesi.
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