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Alcune star della musica hanno avuto anche un’importante carriera cinematografica; quello che a mia memoria ha percorso in modo più quantitativamente rilevante tale strada, almeno negli Stati Uniti, è stato il leggendario Elvis Presley che grazie alla sua enorme celebrità riusciva ad attirare un folto pubblico anche nelle sale cinematografiche, decretando così il successo delle pellicole a cui partecipava.
Questi film erano solitamente produzioni a basso costo e di scarso se non inesistente valore artistico; la direzione era affidata a registi modesti ed il cast era costruito intorno a Elvis, che era l’unica vera star.
Nel caso di questa pellicola, si ritrovano alcuni dei sopra elencati elementi caratteristici: la pellicola è una commedia sentimentale senza pretese, salvo quella di intrattenere il pubblico; dietro la macchina da presa troviamo l’anonimo statunitense John Rich, che ebbe una carriera più prolifica come regista televisivo che cinematografico.
Quanto invece al cast, deve dirsi che in questo caso troviamo insolitamente un’altra star di prima grandezza ad affiancare Elvis, ovvero Barbara Stanwyck, una delle dive più acclamate del periodo d’oro di Hollywood; ad onor del vero però bisogna precisare che la Stanwyck era nella fase conclusiva della sua carriera (questa fu una delle sue ultime performance) e non esercitava più lo stesso richiamo verso gli spettatori di quando era all’apice della celebrità.
Nel resto del cast si deve ricordare Leif Erickson, star televisiva nota negli stati uniti, nonché la partecipazione in una piccolissima parte all’inizio del film, con appena un paio di battute, di Raquel Welch, ad una delle sue prime apparizioni sul grande schermo.
Il film presente una trama alquanto semplice, che prevede uno spazio per la classica storia sentimentale tra Elvis e la sua partner di turno, la semisconosciuta Joan Freeman, e varie esibizioni canore del mitico “Re del rock and roll”.
L’ambientazione è anch’essa accattivante; la storia si svolge infatti in un Luna Park, quasi a voler rimarcare l’obiettivo comune sia del parco divertimenti che della pellicola, ossia quello di attrarre pubblico semplice e senza troppe pretese.
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