Quando si va a vedere un film di un grande maestro del cinema quale Ingmar Bergman ci si aspetta sempre tanto. Qui non delude il regista, piuttosto vanno deluse le aspettative. Ci si attende il genere classico dell’autore. valga uno per tutti “Il settimo sigillo”. Non si discute della morte, piuttosto si discute della vita. La morte è il pretesto per riportare alla vita le figure del passato che si alternano, in amori e tradimenti, in innamoramenti e deliri.
Ambientato in una dimora-castello in cui le donne indossano magnifici vestiti, con una splendida fotografia, questa non poteva mancare, lo sfarzo e l’eleganza sono, come dire,… di casa ! Demolire i critici è lo scopo che si prefigge il regista ed è esplicito, tanto vero che il film …viene quasi ignorato dalla critica!
Peccato.
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Quando si va a vedere un film di un grande maestro del cinema quale Ingmar Bergman ci si aspetta sempre tanto. Qui non delude il regista, piuttosto vanno deluse le aspettative. Ci si attende il genere classico dell’autore. valga uno per tutti “Il settimo sigillo”. Non si discute della morte, piuttosto si discute della vita. La morte è il pretesto per riportare alla vita le figure del passato che si alternano, in amori e tradimenti, in innamoramenti e deliri.
Ambientato in una dimora-castello in cui le donne indossano magnifici vestiti, con una splendida fotografia, questa non poteva mancare, lo sfarzo e l’eleganza sono, come dire,… di casa ! Demolire i critici è lo scopo che si prefigge il regista ed è esplicito, tanto vero che il film …viene quasi ignorato dalla critica!
Peccato. A me è piaciuto proprio perché non è un film tenebroso in cui ci si deve interrogare senza potersi dare, quasi sempre, una risposta. Tutto è esplicito, accompagnato dal colore che, in questo lavoro ha la sua “prima parte”….
Ma a magnificare il tutto vi è la presenza straordinaria di tre figure femminili interpretate magnificamente, altrimenti non poteva essere, da: Bibi Andersson, Harriett Andersson ed Eva Dahlbeck.
Per il solo piacere di vederle recitare con i loro sguardi che si aprono in un intimo taciuto (vedi “Il posto delle fragole”con Bibi Anderssonn), a mio parere val proprio la pena di non farsi perdere anche questa occasione.
Quando di qualcosa si parla troppo bene alla fine non piace e delude, tanto vale spesso per cose e persone come per cinema e libri.
Potessi vedere almeno una volta al mese film di questo spessore mentre se ne continuano a proiettare tanti banali, inutili ed insignificanti.
chigi
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