paolo 67
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sabato 5 novembre 2011
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l'oro della commedia all'italiana
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Una visione della vita che sfiora il cinismo, rappresentata con entomologa crudeltà dal medico psichiatra diventato regista Dino Risi in uno dei film della parte più dura della sua carriera (in molta parte dovuta alle acri sceneggiature di Age e Scarpelli come conferma l'ammorbidimento del tono nei suoi film "tardi"). La sfiducia nell'italiano, non solo nella sua classe dirigente, dei due ed altri aspri sceneggiatori è rappresentata con umor nero in una carrellata allegramente feroce dei vecchi e nuovi vizi dell'Italia avviata al "boom" (cinismo, meschinità, ignoranza, ipocrisia, ignavia, millanteria, opportunismo, paraventismo, provincialismo, prostituismo, indifferenza.
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Una visione della vita che sfiora il cinismo, rappresentata con entomologa crudeltà dal medico psichiatra diventato regista Dino Risi in uno dei film della parte più dura della sua carriera (in molta parte dovuta alle acri sceneggiature di Age e Scarpelli come conferma l'ammorbidimento del tono nei suoi film "tardi"). La sfiducia nell'italiano, non solo nella sua classe dirigente, dei due ed altri aspri sceneggiatori è rappresentata con umor nero in una carrellata allegramente feroce dei vecchi e nuovi vizi dell'Italia avviata al "boom" (cinismo, meschinità, ignoranza, ipocrisia, ignavia, millanteria, opportunismo, paraventismo, provincialismo, prostituismo, indifferenza...). Il significato del film sta nel sottolineare con intelligenza la normalità dei comportamenti mostruosi. La mano del regista si nota soprattutto nell'ultimo (e forse migliore) episodio, dove il grottesco si tinge di toni fantastici e crepuscolari, mostrando l'autentica vena poetica di un autore superficialmente ritenuto nelle qualità e limiti della tradizionale commedia all'italiana.
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andrejuve
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giovedì 24 marzo 2016
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un ritratto delle contraddizioni della società
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“Il favoloso mondo di Amélie” è un film del 2001 diretto da Jean-Pierre Jeunet. Amélie Poulain è una bambina che ha vissuto un’infanzia difficile e particolare in quanto, a causa della frettolosa e inesatta diagnosi del padre medico legata ad un’ipotetica patologica cardiaca della figlia, quest’ultima è costretta a rimanere quasi sempre rinchiusa in casa. Addirittura è la nevrotica madre di Amélie, la quale esercita la professione di insegnante, a impartirle le lezioni scolastiche a casa. Dopo la morte della madre Amélie vive con il padre sino alla maggiore età, quando decide di andare a vivere da sola al fine di instaurare contatti col mondo circostante.
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“Il favoloso mondo di Amélie” è un film del 2001 diretto da Jean-Pierre Jeunet. Amélie Poulain è una bambina che ha vissuto un’infanzia difficile e particolare in quanto, a causa della frettolosa e inesatta diagnosi del padre medico legata ad un’ipotetica patologica cardiaca della figlia, quest’ultima è costretta a rimanere quasi sempre rinchiusa in casa. Addirittura è la nevrotica madre di Amélie, la quale esercita la professione di insegnante, a impartirle le lezioni scolastiche a casa. Dopo la morte della madre Amélie vive con il padre sino alla maggiore età, quando decide di andare a vivere da sola al fine di instaurare contatti col mondo circostante. Lavora come cameriera in un bar e la sua vita scorre senza particolari cambiamenti rispetto al passato. Però, nel giorno della morte di Lady Diana, Amélie scopre che all’interno della sua abitazione è nascosta una piccola scatola contenente dei ricordi di infanzia di colui che ha abitato in quella casa molti anni prima. Riesce ad individuare chi sia il proprietario della scatola e gliela consegna, emozionandolo e rievocandogli ricordi passati. Amélie capisce che da quel momento in poi lo scopo della sua vita debba essere quello di rendere felici le altre persone, migliorando la loro esistenza. Amélie nel frattempo comincia a conoscere i suoi bizzarri condomini, con particolare riferimento a Raymond Dufayel, un pittore affetto da gravi problemi alle ossa, il quale da molti anni non varca più la porta di casa sua. Un giorno Amélie all’interno della stazione ferroviaria scorge un uomo di nome Nino Quincampoix, il quale è intento a cercare frammenti di foto sotto una macchina adibita alle fototessere. Amélie si innamora immediatamente di Nino ma, a causa della sua timidezza, non sa a quale espediente ricorrere al fine di incontrarlo.
La pellicola incentra la sua attenzione sulla complessa figura di Amélie. Quest’ultima, a causa delle continue restrizioni che è stata costretta a subire sin dalla tenera età, non è mai riuscita veramente ad stabilire dei contatti con il mondo circostante e con la realtà esterna. A causa di questa drammatica situazione il mondo di Amélie è costituito da un piccolo recinto pieno di limitazioni e rinunce che si è autoimposta a causa dell’atteggiamento morboso dei genitori nei suoi confronti. Amélie quindi è incapace di instaurare legami affettivi, sentimentali e di amicizia in quanto non è in grado di rapportarsi con le persone attorno a lei. L’unica persona con la quale riesce a creare uno stretto legame è Raymond, il quale come Amélie è rinchiuso in sé stesso all’interno della sua piccola realtà che gli trasmette sicurezza e fiducia. Amélie confessa a Raymond tutte le sue inquietudini, le sue incertezze e i suoi dubbi. Invece di cercare di spezzare la monotonia di un’esistenza insoddisfacente e noiosa, Amélie preferisce rendere gioiose le vite degli altri assumendo il ruolo di una paladina della giustizia che vaga per le strade di Parigi migliorando le esistenze di soggetti attanagliati dalla solitudine, dalla tristezza e dalle incertezze. In realtà le persone che circondano Amélie rappresentano lo specchio di sé stessa in quanto anche lei vive in un continuo stato di ansia, di preoccupazione e di terrore nei confronti della vita stessa. Amélie non vuole affrontare la vita ma cerca di aggirarla e di scavalcarla in qualsiasi modo. Spesso la vita scorre davanti ai nostri occhi senza che noi possiamo accorgercene e quando ce ne rendiamo conto ormai è troppo tardi. Vivendo con il timore di cambiare e mutare la propria esistenza inevitabilmente non si assaporano i piccoli piaceri che l’esistenza sa offrire e si diventa incapaci di confrontarsi con gli altri. Di conseguenza non si è in grado di provare emozioni e sentimenti che costituiscono l’essenza della vita e caratterizzano l’essere umano in quanto tale. Amélie sin da piccola vaga con la fantasia, creando un mondo immaginario e fantastico frutto della sua creatività. E’ più semplice immaginare la vita che una persona vorrebbe condurre piuttosto che rischiare di viverla realmente temendo di subire delusioni e dolori e assumendosi responsabilità che possono rivelarsi gravose e scomode. Amélie rispecchia l’immaturità e l’infantilità di una persona che non vuole reagire, preferendo vivere nel perenne rimpianto di non aver potuto fare ciò che avrebbe fortemente desiderato. La vita deve essere vissuta intensamente e pienamente cercando di renderla più felice e coinvolgente possibile. L’unico modo per farlo è trovare il coraggio di mettersi in gioco e di sfidare le proprie inquietudini e i propri timori che impediscono di opporsi alla snervante monotonia e all’infelicità. Raymond percepisce il disagio di Amélie e comprende che questa ragazza cosi gentile, altruista e sensibile merita di uscire dal suo piccolo guscio e di assaporare la vita facendosi trasportare dalle emozioni. Raymond non vuole che Amélie commetta il suo stesso errore di non aver trovato il coraggio di vivere, e per questo motivo incentiva e sprona Amélie affinché possa accendersi in lei il desiderio di ribellarsi e di sfidare la vita. Un bel film che, attraverso una commedia brillante, divertente e atipica, riesce a coinvolgere lo spettatore affrontando tematiche importanti con leggerezza e leggiadria. Il regista utilizza uno stile fiabesco e fantastico, ricorrendo alla descrizione di personaggi caricaturali proprio al fine di trasporre efficacemente sullo schermo la visione del mondo che Amélie vorrebbe vivere, dando spazio illimitato alla sua fantasia. Tutti i protagonisti sono brillantemente caratterizzati e questo compito non era semplice, data la mole di personaggi che si susseguono. Ottime le interpretazioni di tutti gli attori con particolare riferimento ad Audrey Tautou, nei panni di Amélie Poulain, di Mathieu Kassovitz, in quelli di Nino Quincampoix, e di Serge Merlin, nella parte di Raymond Dufayel. Da vedere.
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elgatoloco
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domenica 28 agosto 2016
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cinicamente intelligente e corrosivo
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Certo, i venti episodi de"I Mostri"di Dino Risi oggi sarebbero troppi, ma lo sarebbero stati anche negli anni Settanta. Non lo erano allora(1963)quando il film a episodi era richiesto, se non"Imposto". Decisamente, un film importante, per la capacità di aggredire ipocrisia, falsa moralità, convenzioni e abitudini ricevute, accettate per convenienza e conformismo(buon senso e viltà, recitava una poesia), non risparmiando la politica e in particolare anche facendo riferimenti precisi a politici dell'epoca, in gran parte per noi ormai incomprensibili. Una demistificazione realista(neorealista, con accentuazione dei tratti grotteschi, per cui forse dovremmo parlare di"naturalismo", ma è espressione più usata per la letteratura e il teatro, decisamente meno per il cinema)della realtà, che però infrange il mito, per es.
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Certo, i venti episodi de"I Mostri"di Dino Risi oggi sarebbero troppi, ma lo sarebbero stati anche negli anni Settanta. Non lo erano allora(1963)quando il film a episodi era richiesto, se non"Imposto". Decisamente, un film importante, per la capacità di aggredire ipocrisia, falsa moralità, convenzioni e abitudini ricevute, accettate per convenienza e conformismo(buon senso e viltà, recitava una poesia), non risparmiando la politica e in particolare anche facendo riferimenti precisi a politici dell'epoca, in gran parte per noi ormai incomprensibili. Una demistificazione realista(neorealista, con accentuazione dei tratti grotteschi, per cui forse dovremmo parlare di"naturalismo", ma è espressione più usata per la letteratura e il teatro, decisamente meno per il cinema)della realtà, che però infrange il mito, per es., del"boom"economico, mostrando invece cinismo, cattiveria, mera convenienza, brama folle e dannata di guadagno("sacra auri fames", virgilianamente)dietro il paravento moralistico di una Chiesa usata come mero"instrumentum regni"di partiti che si dicevano puramente cristiani... Inutile esaminare ogni episodio in dettaglio; converrà concentrarsi, piuttosto, su alcuni: 1)ne"L'educazione sentimentale"un padre cinico fa lezione di cinismo al figlio bambino; una logica che gli si ritorcerà contro, con il figlio che potrà rimproverargli sempre come è stato educato; 2)Ne"Il povero soldato"il militare di leva approfitta della morte della sorella, prostituta uccisa(ma lui finge di non sapere quale mestiere esercitasse)che vende la notizia alla stampa, anzi alle diverse agenzie stampa e"L'oppio dei popoli"(Marx per l'esattezza parlava de"l'oppio del popolo", i.e.al singolare, riferendosi alla religione)dove un marito viene"cornficato"assistendo a uno spettacolo in TV-entrambi gli episodi sottolineano(allora!)l'"onnipervasività condizionante"dei media, servendosi del medium stesso, quello"diretto"e"immediato"(W.Benjamin) e allora"popolare"(su questa espressione ci sarebbe da discutere a lungo)che è il cinema; 3)ne"La nobile arte"un pugile già suonato viene gettato allo sbaraglio in un ulteriore combattimento, diventando una sorta di "larva umana", di "decerebrato", solo per gli interessi finanziari dell'organizzatore di incontri, finto-falso"amico". IL bianco e nero conferisce a questo episodio finale, ma in genere a tutto il film un carattere di maggiore asprezza , realizzando quasi una sintesi tra documentazione e poesia, come nelle sequenze finali sulla spiaggia dei due protagonisti, con il"coro"delle donne narranti. Un'osservazione finale: mattatori assoluti erano/sono Gassman e Tognazzi, in qualche episodio fa capolino Lando Buzzanca, le presenze femminili sono sporadiche e meramente"decorative". Il ruolo della donna(A.D.1963, appunto)era di assoluta marginalità e di discriminazione, in una società ipermaschilsita. El Gato
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mercoledì 29 novembre 2017
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oltre, quasi contro il neorealismo
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Oltre, quasi contro il neorealismo, eppure partendo dallo stesso, "I mostri"(1963)di Dino Risi, sceneggiato dallo stesso regista con Elio Petri(sic!), Ettore Scola(sic!), Scarpelli e Maccari(granhe, se voglidi sceneggiatori)mette il dito nelle piaghe, se vgoliamo, del "boom"economico anni Sessanta, che faceva stare meglio i già ricchi e i benestanti e , se non peggio, ugualmente male i poveri. Ciò avviene demisticando l'ipocrisita del pessimo educatore, che educa all'arrivismo di un cattivo individualismo antisociale(padre poi ucciso dal figlio malmanete educato-Tognazzi Ugo e Ricky...), in"L'educazione sentimentale", quella dell'onorevole tutto casa-chiesa(ancora Ugone da Cremona)che ha l'amante e copre ogni malversazione finanziaria("la giornata dell'onotevole"-l'amante , per inciso, era Gabriella Ferri, in un ruolo inedito e non citata nel cast), la sfrenata aspirazione sportiva(l'impresario di boxe ridotto sul lastrico Tognazzi convince l'ex boxeur Gassman a tornare sul ringa, con conseguenze disastrose)in"La nobile arte"(Cocteau dixit.
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Oltre, quasi contro il neorealismo, eppure partendo dallo stesso, "I mostri"(1963)di Dino Risi, sceneggiato dallo stesso regista con Elio Petri(sic!), Ettore Scola(sic!), Scarpelli e Maccari(granhe, se voglidi sceneggiatori)mette il dito nelle piaghe, se vgoliamo, del "boom"economico anni Sessanta, che faceva stare meglio i già ricchi e i benestanti e , se non peggio, ugualmente male i poveri. Ciò avviene demisticando l'ipocrisita del pessimo educatore, che educa all'arrivismo di un cattivo individualismo antisociale(padre poi ucciso dal figlio malmanete educato-Tognazzi Ugo e Ricky...), in"L'educazione sentimentale", quella dell'onorevole tutto casa-chiesa(ancora Ugone da Cremona)che ha l'amante e copre ogni malversazione finanziaria("la giornata dell'onotevole"-l'amante , per inciso, era Gabriella Ferri, in un ruolo inedito e non citata nel cast), la sfrenata aspirazione sportiva(l'impresario di boxe ridotto sul lastrico Tognazzi convince l'ex boxeur Gassman a tornare sul ringa, con conseguenze disastrose)in"La nobile arte"(Cocteau dixit...). Altrove, il paradosso estremo ne"L'oppio dei popoli"(in Karl Marx è, letteralmente, l'"oppio del popolo", al singolare, ma in genere si cita, erroneamente, al plurale)con Tognazzi marito chiuso in salotto a guardare la TV(film giallo o SF), mentre la moglie amoreggia con un altro nella stanza da letto, facendosi persino portare un whisky dal salotto... Poi qualche rarità, in questo collage straordinario e in bianco e nero terso(allora il colore, in Italia, era, credo, riservato ai film d'avvnetura e spettacolari), con i l bravissimo episodio "Latin lovers"dove Tognazzi e Gassman, distesi sulla spiaggia, fingendo di concupire una ragazza, in realtà si concupiscono tra loro, appena andata l'altra a fare il bagno...Notevole coraggio, in un'epoca nella quale si parlava di"invertiti"e in cui la pruderie dominante tacciava di ogni ignominia possibile i gay o, invece di demonizzare, evitava il tema, per non dire di orrendi scherzi anche in forma di sketch filmico o teatrale... Ultima considerazione_: il film a episodi, all'epoca, reggeva benissimo-qui sono ben 20 e riusciva a dire quanto oggi il cinema made in Italty fatica a dire in due ore. Forse Ken Russell, quando parlava di film di due minuti, non aveva poi torto... El Gato
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elgatoloco
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lunedì 2 agosto 2021
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comunque capolavoro
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"tI mostri"(Dino Risi, da lui scitto ma insieme a Agenore Incrocci, Ruggero Maccari, Ettore Scola, Elio Petri, Furio Scarpelli, 1963)è a episodi, ma, appunto diretti dallo stesso autore(Risi, quello del"Sorpasso"), non da autori diversi come sucederà in seguito. Da"L'educaizone sentimentale", con un papà maschilista che"diseduca"il bambino all'arrvisimo, la prepotenza, alla furbizia ai danni del prossimo a"La nobile arte"quando un ex.-allenatore e"produttore"(talent scout)di pugili fa tornare sul ring un ex.campione"suonato", ridotto a fare il cameriere in un ristorante del litorale romano, con conseguenze terribili, di induzione di una condizione di "demnenza precoce"(dementia praecox") dell'uomo, ma c'è anche la demistifcazione del politico casa e chiesa, che si lascia andare a coimplimenti imrppropri a delle amiche francesiUlui sposato con bambini), in"La giornata dell'onorevole", un timido accenno(la censura di più non permetteva)alla tematica gay in"Latin Lovers", quando di disegno di legge Zan non si sarebbe non dico parlare ma neanche ventilarne la proposta, e molto altro ancora, tra cui"L'oppio die popoli", con lo spazio allora occupato dalla TV, con marito"cocu hereux", trnauilllemnte, in questo piccolo(invero poi non troppo piccolo.
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"tI mostri"(Dino Risi, da lui scitto ma insieme a Agenore Incrocci, Ruggero Maccari, Ettore Scola, Elio Petri, Furio Scarpelli, 1963)è a episodi, ma, appunto diretti dallo stesso autore(Risi, quello del"Sorpasso"), non da autori diversi come sucederà in seguito. Da"L'educaizone sentimentale", con un papà maschilista che"diseduca"il bambino all'arrvisimo, la prepotenza, alla furbizia ai danni del prossimo a"La nobile arte"quando un ex.-allenatore e"produttore"(talent scout)di pugili fa tornare sul ring un ex.campione"suonato", ridotto a fare il cameriere in un ristorante del litorale romano, con conseguenze terribili, di induzione di una condizione di "demnenza precoce"(dementia praecox") dell'uomo, ma c'è anche la demistifcazione del politico casa e chiesa, che si lascia andare a coimplimenti imrppropri a delle amiche francesiUlui sposato con bambini), in"La giornata dell'onorevole", un timido accenno(la censura di più non permetteva)alla tematica gay in"Latin Lovers", quando di disegno di legge Zan non si sarebbe non dico parlare ma neanche ventilarne la proposta, e molto altro ancora, tra cui"L'oppio die popoli", con lo spazio allora occupato dalla TV, con marito"cocu hereux", trnauilllemnte, in questo piccolo(invero poi non troppo piccolo...) capolavoro in bianco e nero, che dalla sua una sceneggiatura eccelsa, la "cattiveria" nella demisfificazione , in un film grottesco e"crudele", contro il perbenismo, contro le"buone opere"che nascondo sempre ipocrisia e inganni, contro quanto di marcio ha in sè questa società cattolico.borghese che , dopo la Resistenza, non è stata capace( o meglio non ha voluto) di instaurare la giustizia sociale e di eliminare realmente l'autoritarismo che in vent'anni di ditatura fascista avevano accentuato rispetto alla monarchia sabuada, già di per sé "naturaliter"autoritaria e tendenzialemte dittatoriale. Chi scrive, di per sé, preferisce il cinema di Hitchock o di Truffaut, puramente artistico anche sul piano tecnico, ma biosgna ammettre che anche qui l'aspetto tecnico era curatissimo(fotografia e scenografia). Gassman e Tognazzi si alternano continuamente, dove un episodio succede all'altro, salvo voler comparire insieme in uno brevissimo, "il mostro", dove non viene ripreso l'assassino ma i due, fra l'altro deformi interpreti.... Un cinema italiano che qui(oltre che in Antonioni, Pasolini, Fellini, Ferrei e altri, ma pochi) aveva i suoi punti di foza, che non esiste più. El Gato
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lunedì 2 agosto 2021
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comunque capolavoro
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"tI mostri"(Dino Risi, da lui scitto ma insieme a Agenore Incrocci, Ruggero Maccari, Ettore Scola, Elio Petri, Furio Scarpelli, 1963)è a episodi, ma, appunto diretti dallo stesso autore(Risi, quello del"Sorpasso"), non da autori diversi come sucederà in seguito. Da"L'educaizone sentimentale", con un papà maschilista che"diseduca"il bambino all'arrvisimo, la prepotenza, alla furbizia ai danni del prossimo a"La nobile arte"quando un ex.-allenatore e"produttore"(talent scout)di pugili fa tornare sul ring un ex.campione"suonato", ridotto a fare il cameriere in un ristorante del litorale romano, con conseguenze terribili, di induzione di una condizione di "demnenza precoce"(dementia praecox") dell'uomo, ma c'è anche la demistifcazione del politico casa e chiesa, che si lascia andare a coimplimenti imrppropri a delle amiche francesiUlui sposato con bambini), in"La giornata dell'onorevole", un timido accenno(la censura di più non permetteva)alla tematica gay in"Latin Lovers", quando di disegno di legge Zan non si sarebbe non dico parlare ma neanche ventilarne la proposta, e molto altro ancora, tra cui"L'oppio die popoli", con lo spazio allora occupato dalla TV, con marito"cocu hereux", trnauilllemnte, in questo piccolo(invero poi non troppo piccolo.
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"tI mostri"(Dino Risi, da lui scitto ma insieme a Agenore Incrocci, Ruggero Maccari, Ettore Scola, Elio Petri, Furio Scarpelli, 1963)è a episodi, ma, appunto diretti dallo stesso autore(Risi, quello del"Sorpasso"), non da autori diversi come sucederà in seguito. Da"L'educaizone sentimentale", con un papà maschilista che"diseduca"il bambino all'arrvisimo, la prepotenza, alla furbizia ai danni del prossimo a"La nobile arte"quando un ex.-allenatore e"produttore"(talent scout)di pugili fa tornare sul ring un ex.campione"suonato", ridotto a fare il cameriere in un ristorante del litorale romano, con conseguenze terribili, di induzione di una condizione di "demnenza precoce"(dementia praecox") dell'uomo, ma c'è anche la demistifcazione del politico casa e chiesa, che si lascia andare a coimplimenti imrppropri a delle amiche francesiUlui sposato con bambini), in"La giornata dell'onorevole", un timido accenno(la censura di più non permetteva)alla tematica gay in"Latin Lovers", quando di disegno di legge Zan non si sarebbe non dico parlare ma neanche ventilarne la proposta, e molto altro ancora, tra cui"L'oppio die popoli", con lo spazio allora occupato dalla TV, con marito"cocu hereux", trnauilllemnte, in questo piccolo(invero poi non troppo piccolo...) capolavoro in bianco e nero, che dalla sua una sceneggiatura eccelsa, la "cattiveria" nella demisfificazione , in un film grottesco e"crudele", contro il perbenismo, contro le"buone opere"che nascondo sempre ipocrisia e inganni, contro quanto di marcio ha in sè questa società cattolico.borghese che , dopo la Resistenza, non è stata capace( o meglio non ha voluto) di instaurare la giustizia sociale e di eliminare realmente l'autoritarismo che in vent'anni di ditatura fascista avevano accentuato rispetto alla monarchia sabuada, già di per sé "naturaliter"autoritaria e tendenzialemte dittatoriale. Chi scrive, di per sé, preferisce il cinema di Hitchock o di Truffaut, puramente artistico anche sul piano tecnico, ma biosgna ammettre che anche qui l'aspetto tecnico era curatissimo(fotografia e scenografia). Gassman e Tognazzi si alternano continuamente, dove un episodio succede all'altro, salvo voler comparire insieme in uno brevissimo, "il mostro", dove non viene ripreso l'assassino ma i due, fra l'altro deformi interpreti.... Un cinema italiano che qui(oltre che in Antonioni, Pasolini, Fellini, Ferrei e altri, ma pochi) aveva i suoi punti di foza, che non esiste più. El Gato
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