Gian Luigi Rondi
Il Tempo
Un quarantenne dinamico, autorevole, sicuro di sé, capita per caso in mezzo a un gruppo di sedicenni in vacanza. L’età, la strada fatta, la riuscita nella vita, lo inducono ad assumere subito un atteggiamento protettore, di chi la sa lunga, di chi ha sempre la meglio, ma presto il suo tono cambia perché quei sedicenni non solo non si fanno intimidire dalla sua disinvoltura di società, ma non tardano a metterlo k.o. con la loro indifferenza per le buone maniere (pur essendo figli di gente “bene”), con la loro brutalità verbale, la facilità estrema con cui sanno fare tutto, la mancanza di remore e di freni e, soprattutto, un linguaggio, un modo di vedere il mondo, una gamma di sentimenti completamente diversi dai suoi, quasi vivessero in un altro pianeta. [...]
di Gian Luigi Rondi, articolo completo (2532 caratteri spazi inclusi) su Il Tempo 30 marzo 1962