mara baraldo
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venerdì 9 luglio 2010
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il sapere illumina la vita
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"Il buio oltre la siepe" è e rimarrà sempre uno dei più bei film che io abbia mai visto. La prima volta che lo vidi avevo circa otto anni, rimasi folgorata! Penso di non esagerare nel dire che la sensibilità e l'empatia che ho oggi, la devo sicuramente anche a questo meraviglioso film, che ha toccato e scosso le corde più profonde della mia anima. A quell'età non seppi tradurre a parole quello che aveva suscitato in me. Alla fine del film, però, ero commossa e pervasa da una grande felicità. Il ricordo di ogni personaggio mi avrebbe poi accopagnato nella mia vita.
Mi ha accompagnato la piccola Scout Finch, maschiaccio e ribelle, ma già con un profondo senso di giustizia.
Mi ha accompagnato Atticus Finch, avvocato eroe, pronto a difendere i più deboli, consapevole che l'ignoranza e l'ottusità si sopprime soprattutto con la verità, e il coraggio di dirla.
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"Il buio oltre la siepe" è e rimarrà sempre uno dei più bei film che io abbia mai visto. La prima volta che lo vidi avevo circa otto anni, rimasi folgorata! Penso di non esagerare nel dire che la sensibilità e l'empatia che ho oggi, la devo sicuramente anche a questo meraviglioso film, che ha toccato e scosso le corde più profonde della mia anima. A quell'età non seppi tradurre a parole quello che aveva suscitato in me. Alla fine del film, però, ero commossa e pervasa da una grande felicità. Il ricordo di ogni personaggio mi avrebbe poi accopagnato nella mia vita.
Mi ha accompagnato la piccola Scout Finch, maschiaccio e ribelle, ma già con un profondo senso di giustizia.
Mi ha accompagnato Atticus Finch, avvocato eroe, pronto a difendere i più deboli, consapevole che l'ignoranza e l'ottusità si sopprime soprattutto con la verità, e il coraggio di dirla. Bravissimo papà ed educatore esemplare.
Mi ha accompagnato Tom Robinson, il nero accusato ingiustamente di stupro, schiacciato da una società retrograda e razzista, affronta il processo con arrendevole rassegnazione, convinto, lui per primo, che non esista possibilità di riscatto per le persone di colore.
Mi ha acconpagnato Boo Radley, ragazzo con problemi mentali, timido e schivo, esce solo di notte, e di giorno osserva dalla finestra di casa sua i bambini giocare. Osserva un mondo di cui intimamente vorrebbe far parte e ne è affascinato, ma è più forte in lui il senso di inferiorità e inadeguatezza, sicuramente inculcato dal padre padrone.
La regia infine è di una sensibilità infinita: in ogni scena sono presenti gli occhi sinceri, crudi, ma delicati dei bambini protagonisti del film.
La morale si intuisce già dal titolo: "Il buio oltre la siepe", ciò che non si conosce fa paura, e la paura e l'ignoranza fa fare cose orribili agli uomini. Il titolo quindi letto al contrario è:"Il sapere illumina la vita". Cercare sempre di comprendere il punto di vista dell'altro devrebbe essere la base e il compito dell'educazione di ogni essere umano.
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mondolariano
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sabato 9 aprile 2011
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una vera opera d'arte
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Un’opera d’arte tratta dal romanzo “Uccidere un passerotto”, vincitore del premio Pulitzer. Si tratta di una bellissima storia vista attraverso gli occhi dei ragazzi, con un’analisi psicologica sull’infanzia, sulle sue fantasie e sulla realtà che la circonda. Se oggi il problema dei negri americani può risultare superato, lo stesso non si può dire nel caso dei portatori di handicap, di cui questo film costituisce forse l’esempio più riuscito. Ottima l’atmosfera di tensione che aleggia intorno alla casa misteriosa, cui corrisponde l’attesa per l’esito giudiziario del processo. L’avvocato difensore (interpretato da Gregory Peck su consenso di Harper Lee, l’autrice del romanzo) simboleggia il più alto valore ideale, il “padre” per eccellenza, protettore dei deboli e sconfitto dal duro conformismo della società.
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Un’opera d’arte tratta dal romanzo “Uccidere un passerotto”, vincitore del premio Pulitzer. Si tratta di una bellissima storia vista attraverso gli occhi dei ragazzi, con un’analisi psicologica sull’infanzia, sulle sue fantasie e sulla realtà che la circonda. Se oggi il problema dei negri americani può risultare superato, lo stesso non si può dire nel caso dei portatori di handicap, di cui questo film costituisce forse l’esempio più riuscito. Ottima l’atmosfera di tensione che aleggia intorno alla casa misteriosa, cui corrisponde l’attesa per l’esito giudiziario del processo. L’avvocato difensore (interpretato da Gregory Peck su consenso di Harper Lee, l’autrice del romanzo) simboleggia il più alto valore ideale, il “padre” per eccellenza, protettore dei deboli e sconfitto dal duro conformismo della società. Nella vita privata, la ragazzina protagonista diventerà per sempre una grande amica dell’attore.
Da notare la mimica del padre alcolizzato - che evidenzia bene la sua natura violenta - e la doppiatrice italiana di sua figlia, la cui voce tratteggia benissimo una “vittima della povertà e dell’ignoranza”, come dice Peck nella sua magistrale interpretazione.
La “festa mascherata in onore dei prodotti agricoli della contea” non è altro che la festa di Halloween. Da vedere in ottobre.
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(di elena pagliaretta)
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nick simon
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martedì 16 luglio 2013
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elogio della tolleranza e delle piccole cose
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Nell'Alabama del 1932, il giovane di colore Tom Robinson è accusato dello stupro di una ragazza bianca. A dimostrare la sua innocenza, nonché la colpevolezza del padre alcolizzato della ragazza, Bob Ewell, sarà il brillante avvocato Atticus Finch. Egli, diventato uno dei più grandi eroi cinematografici nell'immaginario collettivo americano, è interpretato da un ispiratissimo Gregory Peck, che ne fornisce un ritratto controllato ma deciso, intimo e indimenticabile. Atticus Finch è un uomo generoso, saggio, empatico, di mentalità progressista; un padre comprensivo e protettivo, in grado di trasmettere fondamentali lezioni di vita ai suoi due bambini Jem e Scout.
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Nell'Alabama del 1932, il giovane di colore Tom Robinson è accusato dello stupro di una ragazza bianca. A dimostrare la sua innocenza, nonché la colpevolezza del padre alcolizzato della ragazza, Bob Ewell, sarà il brillante avvocato Atticus Finch. Egli, diventato uno dei più grandi eroi cinematografici nell'immaginario collettivo americano, è interpretato da un ispiratissimo Gregory Peck, che ne fornisce un ritratto controllato ma deciso, intimo e indimenticabile. Atticus Finch è un uomo generoso, saggio, empatico, di mentalità progressista; un padre comprensivo e protettivo, in grado di trasmettere fondamentali lezioni di vita ai suoi due bambini Jem e Scout. Tra i due, inevitabilmente ci si innamora della piccola Scout (Mary Badham), ribelle e temeraria, ma gentile e rispettosa. La fanciulla fa tesoro dei consigli di suo padre, e condivide con lui attimi divertenti, teneri e commoventi: impossibile dimenticare il modo in cui lei dolcemente lo chiama per nome. L'oggetto degli incubi dei due ragazzini è la misteriosa figura di Boo Radley, giovane disabile e schivo che abita "oltre la siepe" della casa a fianco a quella dei Finch. Egli, interpretato dal grande Robert Duvall al suo esordio, mostra chiaramente le conseguenze dell'ottusità e della violenza psicologica radicate nell'ambiente. Questo angolo del Sud americano è infatti regnato dal disprezzo, dall'ignoranza e dall'odio; il pregiudizio razziale prevale sulla palese evidenza dei fatti e Robinson è condannato. Questi, nonostante le rassicurazioni di Atticus in merito ad una possibile vittoria in appello, tenta la fuga e viene ucciso da una guardia. Ma c'è una giustizia superiore che regola gli equilibri di questo mondo: essa si instaura attraverso il personaggio di Boo Radley, che salva i piccoli Scout e Jem aggrediti dal rozzo contadino Ewell, smascherato pubblicamente da Atticus. Il male viene parzialmente estirpato per mano di questo timido individuo, affezionatosi ai due bambini semplicemente guardandoli dalla finestra, e alla fine ci si chiede chi siano i reali portatori di handicap. "Il buio oltre la siepe" è un film delicato, struggente e profondamente etico, sulla famiglia e su sogni e paure dell'infanzia. Una riflessione sulla necessità di comprendere prima di giudicare, fornita attraverso lo sguardo innocente dei due fanciulli. Aspra denuncia sociale e dichiarazione di solidarietà alle vittime di una tanto insensata ostilità. Elogio dell'umiltà, della vita semplice e delle piccole cose.
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renato c.
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giovedì 4 giugno 2015
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un grande gregory peck per un grande film!
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Nel 1962 il problema razziale era piuttosto forte! Era l'anno dello studente non accettato all'università perchè di colore, delle lotte per i diritti civili, e della presidenza Kennedy che cercava di risolvere i problemi razziali! La figura di Gregory Peck, avvocato tutto preso nel suo lavoro perchè vedovo e con due figli ancora ragazzini, rappresenta la figura della persona onesta, senza problemi razziali, bravo avvocato e bravo padre! Tra l'altro ha in casa una domestica di colore che tratta con il massimo rispetto! Assume quindi la difesa di un imputato di colore della cui innocenza è praticamente certo! E' proprio durante lo svolgersi del processo in cui viene alla luce che la violenza carnale ad una ragazza bianca, della quale l'imputato era accusato, non era altro che una montatura d
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Nel 1962 il problema razziale era piuttosto forte! Era l'anno dello studente non accettato all'università perchè di colore, delle lotte per i diritti civili, e della presidenza Kennedy che cercava di risolvere i problemi razziali! La figura di Gregory Peck, avvocato tutto preso nel suo lavoro perchè vedovo e con due figli ancora ragazzini, rappresenta la figura della persona onesta, senza problemi razziali, bravo avvocato e bravo padre! Tra l'altro ha in casa una domestica di colore che tratta con il massimo rispetto! Assume quindi la difesa di un imputato di colore della cui innocenza è praticamente certo! E' proprio durante lo svolgersi del processo in cui viene alla luce che la violenza carnale ad una ragazza bianca, della quale l'imputato era accusato, non era altro che una montatura del del padre della ragazza, super razzista, e particolarmente violento nei confronti della figlia, che voleva veder condannato l'imputato, forse perchè, quando passava davanti a casa quasta lo in vitava troppo spesso ad entrare in giardino!Bellissima la figura di Boo Radley, immaginato prima dai ragazzi come un pazzo pericoloso, che invece faceva loro da angelo custode! Il film era uscito a Milano nell'autunno del 1963, e nel film dicevano: "Non si spara agli usignoli!" L'avvocato aveva però sparato ad un cane idrofobo! Non passerà molto tempo dall'uscita del film, ed un altro sparo, nella realtà, colpirà un presidente usignolo, che non cantava, parlava però di pace, di uguaglianza, di diritti uguali per tutti! Dopo quello sparo, gli USA cadranno in un baratro da cui sembra non siano ancora riusciti ad uscirne!
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luigi chierico
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domenica 10 luglio 2016
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sempre attuale
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Rivisto questo bel film dopo tanti anni ci si rende conto che la straordinaria storia è divenuta d’ordinaria amministrazione, o forse meglio d’ordinaria follia, e che la tante volte invocata “Giustizia” lascia piuttosto interdetti.
Nei successivi anni tanti altri registi dopo ol bravissimo Rober Mulligan hanno proposto storie basate sul’odio razziale, sul pregiudizio contro gli uomini di colore, molti libri hanno narrato vicende con vittima una ragazza bianca e colpevole, o meglio presunto tale, un ragazzo d’altra razza, e chi altro se non quello che si vuole a furor di popolo che sia stato il responsabile? Purtroppo ancora oggi la Giustizia cerca di indicare sempre qualcuno da condannare a prescindere se ci siano o meno legittimi fondati sospetti nelle indagini svolte.
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Rivisto questo bel film dopo tanti anni ci si rende conto che la straordinaria storia è divenuta d’ordinaria amministrazione, o forse meglio d’ordinaria follia, e che la tante volte invocata “Giustizia” lascia piuttosto interdetti.
Nei successivi anni tanti altri registi dopo ol bravissimo Rober Mulligan hanno proposto storie basate sul’odio razziale, sul pregiudizio contro gli uomini di colore, molti libri hanno narrato vicende con vittima una ragazza bianca e colpevole, o meglio presunto tale, un ragazzo d’altra razza, e chi altro se non quello che si vuole a furor di popolo che sia stato il responsabile? Purtroppo ancora oggi la Giustizia cerca di indicare sempre qualcuno da condannare a prescindere se ci siano o meno legittimi fondati sospetti nelle indagini svolte. Come dimenticare l’interpretazione di Henry Fonda, giurato nel processo per un ragazzo di colore sospettato d’omicidio, nel film “La parola ai giurati “girato 5 anni prima dal grande regista Sidney Lumet, basato sul principio che la condanna deve essere emessa”senza ombra di dubbio”? Come non ricordare “Il miglio verde”, un capolavoro in assoluto, la cui storia quotidiana assume contorni unici, e personaggi fantastici, quale il detenuto John Coffey “un figlio di Dio miracolo vivente”?. Voglio ricordare la difesa di David nel romanzo “Processo ai giudici” di Don M. Mankhiewicz: ”Le armate dei fanatici e dei discepoli dell’odio si sconfiggono con le loro stesse mani quando cercano di intralciare il corso della giustizia”. Per non privare delle sorprese coloro che vedono questo bel film per la prima volta,sono trascorsi oltre 50 anni da quando è stato prodotto,non anticipo nulla della vicenda sebbene il film sia così noto che dubito che ci sia qualcuno che non ne conosca la trama. Quello che affascina è la la fotografia in bianco e nero, l’ambientazione con una magnifica scenografia, Oscar a Alexander Golitzen, Henry Bumstead e Oliver Emert, i particolari oggetti mostrati a pieno schermo all’inizio della pellicola: un orologio da taschino, una medaglia, un coltello, una collana ed altro,ad anticipare momenti della storia a cui si sta per assistere. Ma il vero prodigio di questo film è dato dall’interpretazione straordinaria per capacità e bravura dei tre piccoli attori Philipp Alford,Mary Abdham e John Magna che rispettivamente ricoprono le parti dei tre protagonisti: Jem Finch,sua sorella Scout Finch e Dill. Al film ha partecipato Robert Duvall,appena trentunenne, nella parte di Arthur Boo Radley. Su tutti sovrasta la figura dell’ avvocato Atticus Finch il cui ruolo è stato affidato a Gregory Peck che ha saputo essere ancora una volta tanto bravo e convincente da meritare l’ambito Oscar nel 1963 quale migliore attore protagonista. Egli nel buio oltre la siepe si veste sempre di bianco come amano fare i negri; è il bene contro il male,la verità contro la menzogna, la giustizia contro l’ingiustizia,la civiltà contro l’inciviltà. Ha interpretato tante parti memorabili da“Io ti salverò” a “Vacanze romane”, “Duello al sole” e molte altre in diverse decine di film entrando nel mondo del cinema con un film dal titolo profetico: Le chiavi del Paradiso” del 1944, e sulla terra come se si fosse in Paradiso”non si spara mai ad un usignolo”chibar22@libero.it
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