L'anno scorso a Marienbad |
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Un film di Alain Resnais.
Con Giorgio Albertazzi, Delphine Seyrig, Sacha Pitoëff, Françoise Spira, Pierre Bardaid.
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Titolo originale L'année dernière à Marienbad.
Drammatico,
Ratings: Kids+16,
b/n
durata 93 min.
- Francia 1961.
MYMONETRO
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viaggio nel loop emotivo della vita in società
di folgorationFeedback: 475 | altri commenti e recensioni di folgoration |
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sabato 15 maggio 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il film di Resnais lascia a dir poco spaesati. Da subito entro l'estetica stessa del film fanno da padroni due aspetti: uno spazio in cui le persone e gli oggetti sembrano congelati, e un tempo in cui le dinamiche sembrano ripetersi di continuo con cambiamenti che stentano ad arrivare. Il risultato è la percezione di uno spazio/tempo che appare quasi immobbile e sulla pelle dello spettatore si soffre la stessa agonia del non riuscire ad uscire da un loop che sembra ripetere le stesse dinamiche all'infinito. Le stesse dinamiche vengono rappresetate in diversi contesti, sequenze passano con facilità estrema da uno scenario all'altro proprio perchè lo scenario non è importante ma è solo il contenitore di una dinamica che è sempre al centro della scena. Una dinamica nella quale il personaggio cerca di non lasciarsi congelare e perdere entro quel vuoto esistenziale nel quale sembra siano imprigionati tutti gli altri. Lui appare l'unico che invece cerca di riprendere i fili della storia e della memoria, nel tentativo di "(ri-)incontrare" una persona che, congelata entro il continuo ripetersi, stenta a riconoscerlo. La possibilità per una fuga e di una vita è quindi legata alla possibilità di spezzare questo circolo, riconoscere l'artificialità di questa struttura mastodontica e marmorea che tanto sembra raffigurare una società in cui tutto sembra tanto rifinito quanto immobbile ed immutabile, o comunque qualcosa da ammirare e in cui perdersi. L'importante è farsi riconoscere da qualcuno con il quale sentiamo avere un affinità e dirigersi altrove assieme. Forse il film, nella sua struttura, tende a non riuscire sempre a trattenere i pensieri dello spettatore entro la dinamica del film, proprio perchè la dinamica del film è contassegnata da un continuo ripetersi che stenta a cambiare, ma che in fondo è proprio il centro del film... quindi il rischio di distrarsi è forte, ma si potrebbe dire anche che altrimenti non si poteva fare. Comunque non è nato per essere un film di intrattenimento e il prodotto sembra essere perfettamente congruente alle intenzioni. Decisamente geniale.
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