paolo bisi
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lunedì 10 ottobre 2011
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uno dei pilastri della commedia americana
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C.C. Baxter è un impiegato come tanti altri, in una grande compagnia di assicurazioni. Riesce ad ottenere una promozione dopo l'altra concedendo il suo appartamento ai suoi superiori, in cerca di avventure extra-coniugali. Un giorno però scopre che l'amante del suo capo, assiduo frequentatore del suo appartamento, è la ragazza dell'ascensore, della quale è da sempre innamorato. Rinuncerà al suo lavoro o alla speranza di conquistare la ragazza? Un anno dopo "A qualcuno piace caldo", WIlder mette in piedi un'altra commedia perfetta, meno divertente ma più amara, carica di solitudine e malinconia. In pochi come il grande regista americano hanno saputo descrivere in modo così efficace il mondo dell'impiegato medio, il quale deve essere disposto a tanti sacrifici se vuole fare strada nel suo lavoro.
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C.C. Baxter è un impiegato come tanti altri, in una grande compagnia di assicurazioni. Riesce ad ottenere una promozione dopo l'altra concedendo il suo appartamento ai suoi superiori, in cerca di avventure extra-coniugali. Un giorno però scopre che l'amante del suo capo, assiduo frequentatore del suo appartamento, è la ragazza dell'ascensore, della quale è da sempre innamorato. Rinuncerà al suo lavoro o alla speranza di conquistare la ragazza? Un anno dopo "A qualcuno piace caldo", WIlder mette in piedi un'altra commedia perfetta, meno divertente ma più amara, carica di solitudine e malinconia. In pochi come il grande regista americano hanno saputo descrivere in modo così efficace il mondo dell'impiegato medio, il quale deve essere disposto a tanti sacrifici se vuole fare strada nel suo lavoro. E' il lato della società americana di cui quasi tutti fanno parte. Straordinari i due protagonisti: una conferma per Lemmon, una consacrazione per Shirley MacLaine. Premiato da 5 oscar, tra cui miglior film e miglior regia, è uno di quei pochi film che non perde valore col passare del tempo e che rappresenterà per sempre uno dei migliori esempi della grande commedia americana.
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[+] al cinema uno dei tanti capolavori di billy wilder
(di antonio montefalcone)
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panormus
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martedì 19 ottobre 2010
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una mela marcia in più, una in meno...
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New York, 1960. L'impiegato presso gli uffici di una megaditta C.C. Baxter (J. Lemmon), detto dai superiori di settore CiCibello, è conduttore di un piccolo appartamento in affitto e mosso da "generosità" presta il suo appartamento ai superiori i quali vi si intrattengono con dolci compagnie extraconiugali e in segno di riconoscenza questi permettono a Baxter una scalata che lo porta ai vertici dell'azienda, finchè non viene scoperto dal direttore (F. MacMurray). Il direttore invece di licenziarlo gli propone un accordo con il quale lui diventa l'unico a usufruire dell'appartamento con la sua amante che (il mondo è piccolo) si scoprirà essere la gentile e giovane left Fran (S.
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New York, 1960. L'impiegato presso gli uffici di una megaditta C.C. Baxter (J. Lemmon), detto dai superiori di settore CiCibello, è conduttore di un piccolo appartamento in affitto e mosso da "generosità" presta il suo appartamento ai superiori i quali vi si intrattengono con dolci compagnie extraconiugali e in segno di riconoscenza questi permettono a Baxter una scalata che lo porta ai vertici dell'azienda, finchè non viene scoperto dal direttore (F. MacMurray). Il direttore invece di licenziarlo gli propone un accordo con il quale lui diventa l'unico a usufruire dell'appartamento con la sua amante che (il mondo è piccolo) si scoprirà essere la gentile e giovane left Fran (S. MacLaine) della quale è da tempo segretamente innamorato il signor Baxter. Tutto si sopporta finchè Fran non tenta il suicidio a casa di Baxter e da allora una serie di equivoci che vedono lo yesman Baxter dover affrontare i parenti di Fran, i vicini di casa e sopratutto dover tacere il proprio amore a Fran. Alla fine la misura è colma quando Baxter viene a sapere che il direttore continuerà a tradire Fran con altre ecco il colpo di scena, la prima e unica mossa di carattere del protagonista: le dimissioni da vicedirettore. Finale: quando Fran verrà a sapere della decisione del signor Baxter anche lei farà la sua scelta......
Personalmente ritengo, non solo per questo ma per tutta la sua cinematografia, che Wilder sia stato un genio assoluto e forse all'epoca troppo ignorato e sottovalutato dalla critica e in questo film è riuscito a creare una perfetta sintonia Lemmon-MacLaine che non a caso riproporrà nel 1963 in Irma la Dolce.
Wilder con la sua tagliente ironia ci presenta una commedia che sa equilibrarsi tra romanticismo e satira. Una satira che aggredisce il capitalismo sfrenato che non premia il merito ma solo "chi ci sa fare" arrivando persino ad annullare i propri sentimenti e la propria persona (non è un caso che non si conosca il nome di Baxter) per una posizione, un premio che risulta essere qualcosa di effimero (non è un caso, e qui il genio di Wilder, che il simbolo del potere raggiunto sia la chiave del bagno dei dirigenti che gli viene consegnata).
Insomma una storia che rasenta la perfezione, dico rasenta perchè pur piacendomi (forse per la mia cinicità) trovo poco realistica, nella vita quotidiana, la scelta finale che effettua Fran, ma in fondo il lieto fine, almeno nel cinema, ce lo auguriamo un pò tutti.
Meravigliose: "ho detto che non posso rientrare a casa, non che non ho una casa", "nella vita ci sono i piglioni: chi dà e chi piglia", "una mela marcia in più, una in meno" , "forse è così che va il mondo", Grazie Billy.
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mondolariano
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sabato 9 aprile 2011
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l'apice della commedia americana
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“L’appartamento” è un film diverso da “La strana coppia”, “Prima pagina” e tutto il fiore della commedia hollywoodiana anni ‘50-‘60. Un film diverso e secondo me superiore per indagine psicologica e capacità di essere anche un simbolo, il simbolo di un mondo tristemente vero. E’ il mondo dell’americano medio, vittima di una spirale perversa dove perfino i sentimenti sono incasellati tra i rami di una grigia compagnia d’assicurazione. La disonestà è il segreto per raggiungere il successo, dominata da un senso di ipocrita e tragicomica rassegnazione. Disonestà che coinvolge anche la sfera degli affetti, laddove il direttore non si limita a prendere in giro la moglie ma anche e soprattutto le amanti.
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“L’appartamento” è un film diverso da “La strana coppia”, “Prima pagina” e tutto il fiore della commedia hollywoodiana anni ‘50-‘60. Un film diverso e secondo me superiore per indagine psicologica e capacità di essere anche un simbolo, il simbolo di un mondo tristemente vero. E’ il mondo dell’americano medio, vittima di una spirale perversa dove perfino i sentimenti sono incasellati tra i rami di una grigia compagnia d’assicurazione. La disonestà è il segreto per raggiungere il successo, dominata da un senso di ipocrita e tragicomica rassegnazione. Disonestà che coinvolge anche la sfera degli affetti, laddove il direttore non si limita a prendere in giro la moglie ma anche e soprattutto le amanti. Non a caso, la presenza di MacMurray al posto di Walter Matthau (storica controparte di Lemmon) dona al film quel tocco di seriosità in più che altrimenti sarebbe mancato: anche questo fa la differenza nella scelta degli attori. Solo il finale felice (come raramente accade nella realtà) riporta tutto sui lieti binari della commedia.
Indimenticabili le scenette casalinghe che illustrano la mesta vita dello scapolo. Indimenticabile la tristezza che sempre si prova durate le feste di Natale. Indimenticabile la bella Shirley MacLayne svenuta e dolorante tra le braccia del medico.
Da vedere all’ultimo dell’anno.
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tomdoniphon
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giovedì 26 giugno 2014
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perfetta fusione tra commedia e dramma
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C. C. Baxter (Jack Lemmon), impiegato di una compagnia di assicurazioni, riesce a fare carriera prestando ai propri dirigenti il suo appartamento per delle scappatelle extraconiugali. Ma quando scopre che l'appartamento è frequentato anche dalla donna dei suoi sogni (Shirley MacLaine) saprà trovare la forza per riscattarsi. Uno dei più alti risultati del cinema di Billy Wilder. Perfetta combinazione tra commedia e film drammatico, tanto che si può discutere (come giustamente osserva Morandini) se si tratti di una commedia drammatica o di un dramma comico. Indimenticabile prova dei due protagonisti, entrambi costretti dalla società in cui vivono a prestarsi a diverse forme di prostituzione.
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C. C. Baxter (Jack Lemmon), impiegato di una compagnia di assicurazioni, riesce a fare carriera prestando ai propri dirigenti il suo appartamento per delle scappatelle extraconiugali. Ma quando scopre che l'appartamento è frequentato anche dalla donna dei suoi sogni (Shirley MacLaine) saprà trovare la forza per riscattarsi. Uno dei più alti risultati del cinema di Billy Wilder. Perfetta combinazione tra commedia e film drammatico, tanto che si può discutere (come giustamente osserva Morandini) se si tratti di una commedia drammatica o di un dramma comico. Indimenticabile prova dei due protagonisti, entrambi costretti dalla società in cui vivono a prestarsi a diverse forme di prostituzione. Da ricordare la scena di Lemmon che scola gli spaghetti con la racchetta da tennis. Uno di quei film che non ci si stanca mai di rivedere ed ammirare. Divertente ed amarissimo, come soltanto i veri capolavori sanno essere.
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luca scial�
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martedì 14 luglio 2015
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classica commedia americana
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Classica commedia americana di un grande regista quale Billy Wilder, con tanti equivoci e il più scontato degli Happy ending. Scorre in modo schematico e scontato, ma in fondo gradevole e registicamente perfetto. Riuscito anche grazie alla coppia Lemmon-McLaine. Il primo nei panni di un impiegato di una grossa compagnia assicurativa, che, per scalare le gerarchie, presta l'appartamento ai superiori per i loro incontri extraconiugali. E' invaghito dell'ascensorista, interpretato dalla seconda, ma scopre che è proprio l'amante del capo a cui presta la casa. Di qui simpatici intrecci e gag.
Al di là della scontata commedia in sè, è comunque una frecciatina neanche tanto mascherata all'arrivismo americano e al falso moralismo borghese.
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stefanocapasso
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domenica 16 dicembre 2018
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i perdenti che si scoprono capaci di vincere
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Un modesto impiegato di una grande compagnia di assicurazioni di New York, C.C. Baxter è legato ai suoi superiori da un particolare accordo che in qualche modo accetta subendo: farà carriera prestando loro il suo appartamento per gli incontri clandestini con le loro amanti che hanno regolarmente. Quando persino il boss chiederà lo stesso favore in cambio di una carriera velocissima nascerà un problema perché l’amante che porterà in casa sua è proprio la collega di cui aveva cominciato ad innamorarsi.
Una commedia perfetta di Bill Wilder, capace di coniugare intrattenimento, suspance e riflessione con un meccanismo che funziona preciso in tutto le sue parti.
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Un modesto impiegato di una grande compagnia di assicurazioni di New York, C.C. Baxter è legato ai suoi superiori da un particolare accordo che in qualche modo accetta subendo: farà carriera prestando loro il suo appartamento per gli incontri clandestini con le loro amanti che hanno regolarmente. Quando persino il boss chiederà lo stesso favore in cambio di una carriera velocissima nascerà un problema perché l’amante che porterà in casa sua è proprio la collega di cui aveva cominciato ad innamorarsi.
Una commedia perfetta di Bill Wilder, capace di coniugare intrattenimento, suspance e riflessione con un meccanismo che funziona preciso in tutto le sue parti. Si parla della contrapposizione tra quelli “che prendono” e quelli che “sono presi”. E’ un copione che sembra non avere fine che costringe il più debole su un piano esistenziale che pur non appartenendogli finisce per accettare per incapacità che diventa anche una autoconvinzione limitante. Come sempre lo stimolo dell’amore può diventare quel motore necessario per interrompere questo meccanismo e ridare dignità ai perdenti, che possono finalmente scoprire di valere più di quanto avessero creduto
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figliounico
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martedì 12 marzo 2024
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meravigliosi lemmon e maclaine
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La morale del plot si può riassumere quasi in un motto popolare ossia se non sei ricco e potente sarai sicuramente felice in amore. Billy Wilder, con una certa logica compensatrice, mette l’animo in pace a tutti gli zero del mondo, pedine di un sistema che sfrutta i deboli senza scrupolo schiacciandoli o corrompendoli. A differenza di King Vidor, omaggiato con la scena dell’immenso alienante open space che richiama alla mente quello de’ La Folla, Wilder con questa commediola agrodolce, con finale mieloso ma commovente, peraltro poco verosimile anzi direi favolistico, non rappresenta realisticamente la società contemporanea e l’angoscia di non essere nessuno in cui vivono milioni di persone ma rassicura i poveracci con una bella pacca sulla spalla.
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La morale del plot si può riassumere quasi in un motto popolare ossia se non sei ricco e potente sarai sicuramente felice in amore. Billy Wilder, con una certa logica compensatrice, mette l’animo in pace a tutti gli zero del mondo, pedine di un sistema che sfrutta i deboli senza scrupolo schiacciandoli o corrompendoli. A differenza di King Vidor, omaggiato con la scena dell’immenso alienante open space che richiama alla mente quello de’ La Folla, Wilder con questa commediola agrodolce, con finale mieloso ma commovente, peraltro poco verosimile anzi direi favolistico, non rappresenta realisticamente la società contemporanea e l’angoscia di non essere nessuno in cui vivono milioni di persone ma rassicura i poveracci con una bella pacca sulla spalla. In un mondo dove contano soltanto le personalità eccellenti, per inciso lo stesso Wilder si cita tra di loro, ovvero tra Eisenhower e Perry Como, in una battuta ironica di Jack Lemmon, quelli che bivaccano ai piani bassi della scala sociale, lavorano da automi nelle fabbriche o nei grandi uffici come colletti bianchi e vivono in un modesto appartamento, uno squallido bilocale e per di più preso in affitto da una bisbetica vecchia, devono sperare soltanto di incontrare la loro Shirley MacLaine per emergere come naufraghi sommersi dalla “folla” di otto milioni di persone parafando un’altra battuta del film che ancora cita una didascalia del film di Vidor. Meravigliosi Lemmon e MacLaine.
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francesco2
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giovedì 10 febbraio 2011
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a qualcuno piace shirley
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Sono un convinto assertore del fatto che la commedia, sul piano artistico, non sia necessariamente inferiore alla "Tragedia". Tuttavia, l'arguzia e l'intelligenza che contraddistinguono "A qualcuno piace caldo" non mi avevano convinto appieno. Era come se mancasse qualcosa o qualcuno che desse un senso più compiuto a quell'umorismo amaro(stico) ed a quella serie di gags, per quanto alcune indimenticabili.
In questo caso, invece, non posso che solidarizzare con gli ammiratori di Wilder. Non mi impediscono di farlo né una qualche lentezza, né un umorismo non sempre così brillante (Vi sono sembrati così irresistibili, ad esempio, i vicini del protagonista, o il medico, che pure ha quasi un ruolo relativamente nascosto di taumaturgo, pur senza capire esattamente cosa stia succedendo?)Senza dimenticarsi che sono rimasto parzialmente deluso dal finale, per quanto elegante proprio come la Mac Laine.
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Sono un convinto assertore del fatto che la commedia, sul piano artistico, non sia necessariamente inferiore alla "Tragedia". Tuttavia, l'arguzia e l'intelligenza che contraddistinguono "A qualcuno piace caldo" non mi avevano convinto appieno. Era come se mancasse qualcosa o qualcuno che desse un senso più compiuto a quell'umorismo amaro(stico) ed a quella serie di gags, per quanto alcune indimenticabili.
In questo caso, invece, non posso che solidarizzare con gli ammiratori di Wilder. Non mi impediscono di farlo né una qualche lentezza, né un umorismo non sempre così brillante (Vi sono sembrati così irresistibili, ad esempio, i vicini del protagonista, o il medico, che pure ha quasi un ruolo relativamente nascosto di taumaturgo, pur senza capire esattamente cosa stia succedendo?)Senza dimenticarsi che sono rimasto parzialmente deluso dal finale, per quanto elegante proprio come la Mac Laine.
Però. "L'appartamento" si apre con una sequenza apparentemente innocua, ma in realtà interessante, su un'alienazione che caratterizzava (Solo?) l'americano medio già negli anni' 60. Si prosegue con il protagonista che ricorre a biechi (Ma davvero) espedienti per sbancare il lunario. Ma nell'atmosfera già pungente che si respira, il “la” lo danno le espressioni dei due attori quando lui comincia a corteggiare lei. Avete fatto caso al senso di impotenza che sembra caratterizzarli
entrambi, scritto e scolpito nei visi di entrambi? Negli Stati uniti -Credo- bigotti degli anni'60, la loro faccia buca lo schermo con quel senso di impotenza nei confronti delle convenzioni, esattamente come lo sguardo della Hepburn nel meno riuscito "Sabrina": quegli occhi da cerbiatto, che qualcuno (Ma davvero?) veteromarxista ha associato alla verità della lotta di classe. Anche qui, in effetti, anche a costo di essere tacciati di socialismo femministeggiante fuori tempo massimo, si potrebbe parlare di matrice politica, ma non quella politicizzata dei film di Loach. Quello capitalista (Dell'uomo sugli impiegati), e maschilista (Dell'uomo sulla donna). Anche se, diciamolo pure, questo marito traditore sa un pò di macchietta, proprio come avviene nei film di Loach. Ed è un pò lenta la parte del medico che visita il protagonista. Ma solo Wilder sapeva raccontare con tanta classe la poca sicurezza del "Marito", e la decisione della donna di suicidarsi, come verrà "Mollata" la segretaria che poi si rivelerà fatale. Solo lui sa condire il tutto con un'ironia sagace come la battuta della MacLaine quando dice, alla fine"Ti potrei scrivere, anziché parlarti, ma non ho una buona grafia”, mentre finge di festeggiare il capodanno con il nuovo “Amore”. E poi, per esempio, quella parentesi latinoamericaneggiante del protagonista, che contrasta molto con la tragedia, quella reale e quella nel cuore del protagonista.
Il finale può essere tacciato di inverosimiglianza, o eccesso di ottimismo, o entrambe le cose, ma definire "L'appartamento" un film nella media del genere non renderebbe giustizia ad un'amarezza tanto sagace.
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