Kapò

Gian Luigi Rondi

Kapò è una giovane ebrea che, sottratta alla morte dalla pietà di un medico che riesce a nascondere ai nazisti la sua origine, finisce in un comune campo di concentramento e, per istinto di conservazione, arriva fino a far combutta con i suoi nemici accettando l’incarico di sorvegliante (Kapò, appunto) ed acquistando tutti i modi, le crudeltà, le asprezze di quella trista categoria. Così vivo, anzi, è il suo terrore, così atroce il ricordo delle sue passate sofferenze che, fra tutte, diventa proprio lei la più crudele, la più cinica, la più dura, tanto che non c’è nessuno al campo che non la disprezzi e la detesti. [...]

di Gian Luigi Rondi, articolo completo (2447 caratteri spazi inclusi) su Il Tempo 6 ottobre 1960