L’ultimo film del grande regista King Vidor è un kolossal avente ad oggetto una storia della tradizione biblica messa in scena con una narrazione romanzata alla maniera hollywoodiana che contamina quella più solenne scaturente dal testo sacro e modifica in modo sostanziale gli accadimenti.
Vidor, non nuovo a importanti produzioni di questo genere (si ricorda tra le altre l’ottima “Guerra e pace”, tratto dall’omonimo capolavoro di Lev Tolstoj), è autore di una direzione tecnicamente ineccepibile, che ha il principale merito di saper valorizzare al meglio gli enormi mezzi a disposizione, realizzando una sontuosa messa in scena e sequenze assolutamente grandiose e spettacolari, tra cui merita di essere ricordata la spettacolare battaglia conclusiva con gli scudi che si illuminano in modo accecante.
Nonostante l’ottima regia, il film però non funziona. La storia come detto prende spunto dalla tradizione biblica, ma viene poi sviluppata da una sceneggiatura che si dimostra ben poco originale, tanto che lascia l’impressione di copiare altri episodi biblici già portati con enorme successo sul grande schermo: così che il rapporto tra Salomone e la Regina di Saba in certi elementi riporta alla mente quello tra Sansone e Dalila, mentre la battaglia finale richiama la distruzione delle truppe egiziane al richiudersi del Mar Rosso (storie realmente contenute nella Bibbia e già portate sul grande schermo varie volte, tra cui si ricordano le celebri versioni di DeMille). Insomma si ha la sensazione di assistere ad uno spettacolo già visto.
Funziona invece bene una breve scena in cui viene mostrato uno dei saggi giudizi che hanno reso leggendario Re Salomone; si ha pertanto l’impressione che si sia deciso di puntare su scelte di sceneggiatura sbagliate.
La realizzazione della pellicola venne funestata dalla prematura morte di Tyrone Power a cui era affidata la parte di Re Salomone, poi sostituito da Yul Brynner che saprà cavarsela comunque bene grazie ad una prova carismatica; tuttavia nell’interpretazione dell’attore di origini russe viene poco risaltata la proverbiale saggezza del re biblico.
Riuscito il contrasto ideale tra i due personaggi femminili di maggior rilievo, quello della Regina si Saba interpretato da Gina Lollobrogida, che si caratterizza per la sua bellezza procace, aggressiva e provocante, portatrice di tentazione e perdizione morale, e quello della pudica e devota Abisag, ruolo ben ricoperto da Marisa Pavan, che all’opposto incarna la devozione che offre la redenzione dal peccato.
Troppo avanti con gli anni George Sanders per la parte, che sebbene nella tradizione biblica sia effettivamente quella di un principe già maturo, in questa versione ridisegnata dalla sceneggiatura, abbisognava di un interprete che per età risultasse più credibile come guerriero energico ed ambizioso.
Buon finale.
[+] lascia un commento a paolp78 »
[ - ] lascia un commento a paolp78 »
|