I quattrocento colpi |
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Un film di François Truffaut.
Con Jean-Pierre Léaud, Albert Rémy, Claire Maurier, Patrick Auffay, Georges Flamant.
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Titolo originale Les 400 coups.
Drammatico,
Ratings: Kids+16,
b/n
durata 93 min.
- Francia 1959.
- Cineteca di Bologna
uscita giovedì 25 settembre 2014.
MYMONETRO
I quattrocento colpi ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Capolavoro inarrivabile
di giulio andreettaFeedback: 10776 | altri commenti e recensioni di giulio andreetta |
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venerdì 5 giugno 2020 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Quanto ci sia della biografia di Truffaut nel racconto delle disavventure del giovane Antoine Doinel, interpretato magistralmente da un giovanissimo J.P. Leaud, non è dato saperlo con certezza. E tuttavia pare proprio di cogliere nel giovanissimo Antoine, un ragazzino appena uscito dalla fanciullezza e nella fase iniziale dell'adolescenza, molti caratteri personali, direi intimi, del regista stesso. Lo sguardo della macchina da presa non è asettico, scientifico, e nemmeno realista in senso stretto, in quanto si avverte sempre, in modo costante, una carica di empatia e di profonda partecipazione per tutte le vicissitudini di Antoine, del quale si esalta l'innocenza, (e come potrebbe essere altrimenti?). E tuttavia, con sguardo commosso e commovente, si descrivono i numerosi errori - dovuti all'ingenuità e all'inesperienza - che egli compie nel relazionarsi con i suoi coetanei, e soprattutto con la famiglia. Un film senza dubbio amaro, quasi un atto d'accusa, anche se non ideologico, nei confronti di una comunità che spesse volte non garantisce come dovrebbe il benessere e la protezione dei più giovani. Ma allo stesso tempo è un film della maturità, per Truffaut, il quale sembra voler espellere definitivamente da se stesso tutti i fantasmi, reali o fittizi, della propria giovinezza. Il ribaltamento di prospettiva, e la dicotomia tra regista adulto, maturo e di successo, e il suo alter-ego, impacciato e ingenuo, è una delle chiavi interpretative del film, che appare in modo sotterraneo e velato per tutta la pellicola, ma emerge con propotenza nel meraviglioso finale, liberatorio e catartico. Colonna-sonora certamente all'altezza del capolavoro, con un tema molto sognante, lirico e raffinato ad opera del compositore Jean Constantin. Attori, fotografia e dialoghi oltre i limiti dell'eccellenza.
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