Il generale Della Rovere |
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Un film di Roberto Rossellini.
Con Vittorio De Sica, Sandra Milo, Vittorio Caprioli, Hannes Messemer, Giovanna Ralli.
continua»
Drammatico,
Ratings: Kids+16,
b/n
durata 129 min.
- Italia 1959.
MYMONETRO
Il generale Della Rovere
valutazione media:
4,08
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Quando il cinema era Cinema !di wertherFeedback: |
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mercoledì 26 aprile 2006 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Quando il cinema era Cinema e non videogioco. Quando il cinema era Attore, Regia, Sceneggiatura e non un susseguirsi indigesto di effetti senza cause. Ecco, in quel tempo nacque "Il generale Della Rovere", in cui un caleidoscopico Vittorio De Sica si comporta come un pittore che, nel proprio capolavoro, non dimentica di inserire neanche uno dei colori presenti sulla sua tavolozza. Sarebbe scontanto, anche se non ingiusto, considerare la pellicola solo dal punto di vista politico e sociale. Ma, a chi scrive, interessa soprattutto porre l'accento sulle capacità attoriali del protagonista: istrioniche nel raffigurare quel Bardone che vive di espedienti, fin sempre più drammatiche e alte quando quel maneggione che si spaccia per colonnello si convince che può e deve essere il generale Della Rovere. Bisogna saperla ascoltare, la voce di De Sica, quel modo di porgere così suadente e posticcio all'inizio, quando cerca invano di darsi le credenziali di salvatore di prigionieri italiani. Voce che poi, pian piano, quasi impercettibilmente muta, diventa accorata, sofferta, coraggiosa, senza che neanche per un attimo emergano le affettature iniziali. Il modo in cui De Sica, prima di andare incontro alla morte, apostrofa il militare tedesco con un "Che ne sa, lei, di una notte come questa?!" è davvero prossimo a un'imperitura incisione nel bronzo. E in modo sconvolgentemente asciutto, essenziale, lontanissimo dalla retorica che ridicolizzerebbe la scena, quel generale sa pronunciare un "Viva l'Italia!" che provoca apnea in chi guarda - e sa ascoltare - la scena dell'uccisione. Pare che De Sica avesse paura di affrontare un ruolo serio come questo.Forse, è solo letteratura; certo è che Rossellini, da grande conoscitore di cinema e di attori, non si preoccupa di imbrigliare la superlativa forza di De Sica e, come farà Visconti con la Magnani in "Bellissima" (e non viceversa come Pasolini con la stessa attrice in "Mamma Roma"), costruisce un prezioso gioiello in cui incastonare tutta quell'arte. Efficacissimo e di pregio il contraltare a tutto cìò della presenza di Vittorio Caprioli, Sandra Milo e Giovanna Ralli: un gran diadema alla strepitosa grandezza di Vittorio De Sica.
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