Quaranta pistole |
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Un film di Samuel Fuller.
Con Barry Sullivan, Barbara Stanwyck, Dean Jagger, John Ericson
Titolo originale Forty Guns.
Western,
Ratings: Kids+13,
b/n
durata 80 min.
- USA 1957.
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Il prezzo da pagaredi gianmarco.diromaFeedback: 7173 | altri commenti e recensioni di gianmarco.diroma |
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martedì 22 febbraio 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Con largo anticipo rispetto alle scelte radicali che saranno alla base de Il corridoio della paura, Samuel Fuller, in Quaranta pistole, ci mostra quale sia il percorso di dolore che ogni uomo debba sopportare per perseguire i propri scopi, scopi che coincidono prepotentemente con l'inclinazione naturale dei protagonisti di queste vicende: infatti se ne Il corridoio della paura, il giornalista Johnny Bennett pagherà con la propria sanità mentale il prezzo da pagare per il premio Pulitzer, qui, in Quaranta pistole, il protagonista Griff Dunnell (Barry Sullivan) vedrà morire uno dei suoi due fratelli prima di poter veder trionfare quella giustizia (ormai anacronistica e fuori del tempo nel vecchio West) che lui si ostina a rappresentare. Sono molte le vicende che si susseguono in appena un'ora e venti di film; s'inizia con la folle corsa delle "Quaranta pistole" del titolo che sfrecciano sullo schermo prima dello scorrere dei titoli di testa. Vediamo il protagonista dimostrare fin da subito la sua forza riuscendo ad imporsi su colui che poi sarà il suo vero nemico, il fratello della ricca proprietaria terriera Jessica Drummond (Barbara Stanwyck). L'amore che sboccerà con quest'ultima subito dopo l'arrivo di un tornando (metafora dell'innamoramento?). La cattura di un aiuto sceriffo corrotto e la sua uccisione. La difficoltà di sradicare la corruzione che anima la vita di Tombstone. L'amore del protagonista con Jessica e di suo fratello per una commerciante di armi. Il matrimonio di questi due durante il quale il fratello di Griff Dunnell troverà la morte a causa di un agguato. Il compiersi nel finale della giustizia: ma a che prezzo? Rimane, ripreso da lontano con una panoramica (quasi a sottolinearne il distacco) un happy end in cui sembra non riconoscersi l'impronta di Samuel Fuller, ma che sottolinea in maniera marcata come neppure il successo del protagonista nel finale riuscirà a seppellire le morti che per arrivare a questo traguardo sono state necessarie.
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