Sete eterna |
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Un film di Guru Dutt.
Con Guru Dutt, Waheeda Rehman, Rehman Khan, Johnny Walker.
continua»
Titolo originale Pyaasa.
Drammatico,
durata 146 min.
- India 1957.
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Consegna questo mondo al fuoco!di Peer GyntFeedback: 23471 | altri commenti e recensioni di Peer Gynt |
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sabato 19 settembre 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Vijay tenta in ogni modo di far pubblicare i suoi lavori e di essere riconosciuto in società come poeta, ricevendo però continui rifiuti e insulti. Ripudiato anche dai fratelli, in quanto disoccupato che vive alle loro spalle, e per di più lasciato dalla donna amata, Meena, che preferisce un matrimonio senza amore ma economicamente solido ad una vita di miseria con un poeta povero in canna, si trascina in oziosi vagabondaggi contemplando la natura e la vita che lo circonda e producendo una poesia sfiduciata e malinconica, di forte portata depressiva. Uniche persone a volergli bene: la madre, il venditore di lozioni per capelli Abdul Sattar (interpretato in modo caricaturale da Johnny Walker) e una prostituta colpita dal buon cuore e dalla sensibilità del poeta, Gulabo. Devastato dalla morte della madre e dalle umiliazioni che gli infligge il signor Ghosh, ricco marito di Meena, Vijay si abbrutisce nell'alcool e si trascina, sempre più sporco e malandato, per le vie della città, dopo aver donato la sua giacca ad un povero. E mentre quest'ultimo, travolto e ucciso da un treno che lo sfigura orribilmente, viene scambiato per il poeta, Vijay cade in un coma etilico dal quale si riprende privo di memoria. Intanto le sue poesie, fatte pubblicare postume per un puro atto d'amore da Gulabo, riscuotono un successo strepitoso e Vijay viene additato quale il più grande poeta indiano del suo tempo. Tutti coloro che lo disprezzavano e lo insultavano ora si proclamano suoi estimatori ed esaltano l'aiuto che gli hanno elargito in vita, mentre si accordano per spartirsi i ricchissimi diritti d'autore. E in un finale dal sapore vagamente pirandelliano a Vijay, al quale è tornata la memoria vedendo le sue poesie stampate, nessuno crede realmente. Considerato pazzo, non viene volutamente riconosciuto da tutti coloro che, dalla sua morte, hanno tratto un vantaggio economico considerevole, e viene tacciato di essere un impostore. E quando i pochi che lo conoscono realmente lo invitano a dichiararsi, Vijay nega di essere quel famoso poeta, pronuncia un doloroso atto di ripudio di questo mondo che non dà valore alla vita umana e dell'ipocrita umanità che lo popola e se ne va lontano, verso una terra sconosciuta, dove abbiano cittadinanza i valori di amore, rispetto e tolleranza nei quali lui ancora crede, malgrado tutto.
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