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In questo film di Giorgio Bianchi(1957), "Il conte Max", un giovane(allora)Sordi vuol dare la scalata al rango di nobile, ma, per varie vicende, il ruolo non gli piace, non lo convince, anche per varie difficoltà incontrate, diciamo così, "in itinere". Nel doppio ruolo(e non sarà ll'unica volta in cui Sordi si"sdoppia"- "Anastasia, mio fratello"di Steno, 1973 lo vede ancora una volta così impegnato, per ex.)Sordi, all'epoca già attore maturo(sempre che non si intenda la professione come una ricerca continua, come in realtà è e dovrebbe essere, ma intendendo, almeno provvisoriamente, uno standard"mediano", ossia una professionalità già in gran parte acquisita). Naturalmente la"controparte", ossia il nobile da cui Sordi"va a lezione"è Vittorio De Sica, ossia un grande , che dimostra ancora una volta di esserlo, ma il ruolo del "protagonista sostanziale"spetta ormai pienamente ad Albertone... Non molto spazio, in questa"italian comedy"come in altri film di questo genere, alle interpreti donne, ma soprattutto Susana Canales, che interpreta il vero amore del personaggio del giornalaio-"finto nobile", riesce ad affermarsi comunque. Su tale sostanziale"demonizzazione"dei ruoli femminili nel cinema italiano del tempo(e anche di anni successivi e, ovviamente, precedenti, ci sarebbe dire molto)ma andremmo in considerazioni decisamente più sociologiche che filmiche... Il bianco e nero del film è efficace e rende bene la situazione, dove un film a colori(vedasi il successivo remake di questo film, che a sua volta è un remake di un film degli anni Trenta, a cura di Christian, mi sembra del 1991)risulterebbe, per così dire, "dispersivo". El Gato
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