Accadde al penitenziario |
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Un film di Giorgio Bianchi.
Con Peppino De Filippo, Nino Besozzi, Walter Chiari, Riccardo Billi, Mario Riva.
continua»
Commedia,
b/n
durata 95 min.
- Italia 1955.
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quasi archetipo di commedia all'italianadi elgatolocoFeedback: 257587 | altri commenti e recensioni di elgatoloco |
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domenica 12 novembre 2017 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Un po'attingendo al patrimonio neorealista, un po'invece guardando alla dimensione onirica felliniana("Lo sceicco bianco", "I vitelloni"e"La strada"erano già stati realizzati)questo film di Giorgio Bianchi del 1955, sceneggiato anche Ettore Scola e Ruggero Maccari, dà una rappresentazione realistica della vita(le truffe, gli equivoci, i malintesi che vari personaggi devono attraversare), ma al tempo stesso vola nell'escape, prende una linea di fuga, come nell'episodio del Sordi, ubriaco di notte in pieno centro a Roma, ma poi dello stesso Walter Chiari, gioielliere che s'incanta vedendo una donna piacente, in realtà una ladra e se ne lasica beffare, salvo poi(quasi unsogno al quadrato)la finale risoluzione, con la ladra che restituisce il brillante; c'è comunque l'evocatore, nel personaggio di Chiari, poeta vittima del carcere, in cui è finito non per sua colpa, ma poi il realismo brutale di Mario Riva, quasi un"ras"del carcere, anche qui in coppia con Riccardo Billi, mentre ne è quasi la sintesi il secondino buono come il pane Aldo Fabrizi, che compra cibo e altro ai detenuti, che sa sognare ma poi sa anche tornare"a terra", ossia nella/alla realtà. Prevale la dimensione del romanesco(Fabrizi, Sordi, Billi e Riva), mentre Peppino De Filippo, il carcerato che vuole essere tale a vita(mantenuto e rivenito, quasi, con l'episodio del ristorante)parla napoletano, mentre-ancora-Walter Chiari ha una pronuncia non ben identificabile tipo italiano corretto.corrente, con una certa venatura settentrionale(di origini meridionali, l'attore era nato, però, a Verona). Interessante l'uso del flash-back(gli interpreti più famosi, ossia Sordi, Chiari e De Filippo hanno quasi un episodio a sé), in quanto appunto il racconto del passato riferito ai detenuti-clou avviene senza salti, senza dissolvenze o altri accorgimenti tecnici, essendo(va sottolineato)il film in bianco e nero, come molti film italiani dell'epoca, peraltro, con l'eccezione dei film d'avventura e di pochi altri. Un'opera che, senza volerla annoverare tra le maggiori dell'epoca, ha comunque un suo rilievo, anche per i motivi sopra elencati. El Gato
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