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Nel 1954, un anno dopo il grande successo di “Pane, amore e fantasia” Luigi Comencini ripropone al pubblico il seguito delle vicende che tanto avevano appassionato il pubblico. Per la verità il regista non era del tutto convinto dell’operazione ma è stato letteralmente obbligato dalle richieste popolari e soprattutto dalla Titanus, la società di produzione intenzionata a sfruttare al meglio il filone. Sceneggiato dal regista con l’aiuto di Ettore M. Margadonna, Vincenzo Malarico ed Eduardo e Titina De Filippo, il film inizia esattamente dove finiva l’altro senza alcuna necessità di riassumere i fatti o presentare i personaggi. Questa volta il maresciallo Antonio Carotenuto-De Sica deve vigilare sulla virtù della “bersagliera” Lollobrigida dopo che il suo fidanzato è stato trasferito mentre la levatrice Merlini fa venire da Roma il bambino che ha avuto senza essere sposata prima di conoscere il maresciallo. Più fragile della prima la storia si appoggia maggiormente sull’umanità di De Sica e sull’avvenenza della Lollo mescolando i caratteri dei personaggi con i sogni e le aspettative dell’Italia di quel periodo.
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