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Ripudiato dallo stesso regista(allora 25enne,anche montatore e direttore della fotografia)dopo la prima disastrosa anteprima,tenuto in magazzino per oltre trent'anni per suo volere.Ne sono comunque circolate alcune copie,ed infine è stato editato in dvd anche qui,dopo un fugace passaggio su "Fuori Orario".Purtroppo si tratta di copie non restaurate,e quindi assai rovinate.Perchè gli eredi di Kubrick si sono ostinati a dargli credito.Causa le reazioni negative del pubblico alla sua uscita,il regista si convinse di aver girato un film goffo e imbarazzante.Assolutamente no.Il budget all'osso e la narrazione pesano innegabilmente,come l'insistito esistenzialismo metafisico.Ma si tratta di uno dei film bellici più rivoluzionari della storia,dove non solo Kubrick esprime(in modo acerbo ovviamente)le sue tematiche classiche(in primis la follia dell'uomo in una situazione critica),ma propone tutta una serie di idee destinate a diventare punti cardine di questo genere di film negli anni futuri(i pensieri dei protagonisti in voce over,il viaggio sulla barca,il nemico misterioso che ordina cose assurde(Harp,che interpreta anche il tenente Corby,quasi a sottolineare l'uguaglianza latente tra "buono" e "cattivo"),il ruolo involontariamente negativo della donna verso il maschio)da "Apocalypse Now"a "La sottile linea rossa"a"Vittime di guerra",e ovviamente film di Kubrick stesso("Orizzonti di gloria"e "Full Metal Jacket").Il tocco del maestro era già riconoscibile allora(splendidi i primissimi piani),e le scene di violenza sono secche e brutali.Sicuramente non c'è un altro film del periodo che gli somigli.Da vedere assolutamente,e non solo se si è fan del regista.Non aspettatevi la perfezione assoluta comunque.Il giovanissimo Paul Mazursky esordisce nel ruolo di Sidney,e molto più in la sarebbe diventato regista lui stesso.
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maxalc
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venerdì 26 luglio 2013
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il più grande di sempre
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Essendo un grande fan di Stanley, che considero non solo il più grande regista di sempre, ma inarrivabile da chiunque, andrò certamente a vedere "fear and desire".
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antonio montefalcone
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mercoledì 14 agosto 2013
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l’interessante opera d’esordio di kubrick.
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Il 1° lungometraggio di Kubrick è una parabola amara sulla condizione umana sospesa tra i suoi desideri (in primis quello di sopravvivere) e le sue paure (su tutte la morte, la paura del fallimento della vita). L’estremizzarsi di queste 2 parole (le 2 forze dominanti della nostra natura), le dinamiche interpersonali, e l’astratto scenario bellico, sono un utile percorso riflessivo dentro l’animo dei personaggi e i loro sentimenti più segreti che qui riaffiorano incontrollati e liberi da freni inibitori, a causa della guerra. In questo senso il film diventa una poetica allegoria del dramma esistenziale dell’uomo perso nella ricerca di una via di fuga e della verità sul mistero che è e che lo circonda.
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Il 1° lungometraggio di Kubrick è una parabola amara sulla condizione umana sospesa tra i suoi desideri (in primis quello di sopravvivere) e le sue paure (su tutte la morte, la paura del fallimento della vita). L’estremizzarsi di queste 2 parole (le 2 forze dominanti della nostra natura), le dinamiche interpersonali, e l’astratto scenario bellico, sono un utile percorso riflessivo dentro l’animo dei personaggi e i loro sentimenti più segreti che qui riaffiorano incontrollati e liberi da freni inibitori, a causa della guerra. In questo senso il film diventa una poetica allegoria del dramma esistenziale dell’uomo perso nella ricerca di una via di fuga e della verità sul mistero che è e che lo circonda. Un significato universale trasmesso da una pellicola anticonvenzionale e complessa, acerba e imperfetta che, malgrado ritmi poco fluidi e strutture narrative poco solide e squilibrate, è già ammirevole per idee, temi e soluzioni visive particolarmente inventive e coinvolgenti. Da vedere!
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