Gian Luigi Rondi
Il Tempo
Il cinema italiano, ormai, comincia ad essere ampiamente rifornito di film sulla prostituzione. Vuoi in chiave tragica, vuoi in chiave amena, vuoi in chiave solo sentimentale, il problema sembra ridiventato di moda e ciascuno si sforza di dirci sopra la sua esattamente come cento anni fa, quando non c’era letterato degno di rispetto che non avesse dato alle stampe il suo bravo romanzo sulla prostituta desiderosa di redimersi. Oggi è la volta di Alberto Lattuada che, attenuata un poco l’abituale vena drammatica, affronta l’argomento in un clima a mezzo fra la polemica e la satira. [...]
di Gian Luigi Rondi, articolo completo (2536 caratteri spazi inclusi) su Il Tempo 10 Marzo 1954
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