Gian Luigi Rondi
Il Tempo
Giunto al lungometraggio, Antonioni girò il film Cronaca di un amore perché, al tempo in cui il nuovo cinema italiano coglieva le sue suggestioni migliori nella cronaca, non voleva rinunciare al modo più accreditato di guardare al mondo, ma precisò, con un indeterminativo, che intendeva occuparsi di un caso particolare, non di uno dei tanti casi ricostruibili ovunque nel campo dei sentimenti: un amore, quell’amore, cioè, che consentiva a chi lo provava (o a chi ne era oggetto) di farsi un esame di coscienza, di cedere alla sua passione con il ragionamento, con la coscienza continuamente desta all’analisi. [...]
di Gian Luigi Rondi, articolo completo (7667 caratteri spazi inclusi) su Il Tempo 8 Marzo 1953